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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
25.01.2010 Non è l'islam ad essere sotto attacco, ma l'Occidente
Analisi di Ayaan Hirsi Ali

Testata: Corriere della Sera
Data: 25 gennaio 2010
Pagina: 12
Autore: Dino Messina
Titolo: «Non vedo morti fatti dagli Usa per esportare la democrazia»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 25/01/2010, a pag. 12, l'articolo di Dino Messina dal titolo " Non vedo morti fatti dagli Usa per esportare la democrazia ".


Ayaan Hirsi Ali

JAIPUR (India) — Ayaan Hirsi Ali, l'«Infedele», come dice il titolo della sua autobiografia pubblicata nel 2006 da Rizzoli, è arrivata ieri a sorpresa, per ragioni di sicurezza, al Festival letterario di Jaipur. Nessun cenno nei programmi ufficiali, ma la sala dove la scrittrice somala è stata intervistata ci ha messo poco a riempirsi. Perché dovremmo distinguere, chiede una giornalista indiana, tra i morti in nome dell'Islam e quelli in nome della democrazia? Ayaan risponde fredda: «Non vedo morti provocati dall'America in nome della democrazia». Si ferma, poi riprende: «Gli Stati Uniti sono stati attaccati l'11 settembre 2001 e hanno reagito. Quello che vedo piuttosto nella storia recente americana è il continuo aiuto economico ai Paesi più poveri e l'invito alle nazioni islamiche ad adottare la democrazia. Un'idea che proprio non piace all'Islam». La giornalista cerca di replicare, ma Ayaan riprende la parola per smontare «il complesso islamico dell'accerchiamento». L'Islam «non è affatto sotto attacco», sostiene la scrittrice, fuggita in Olanda dopo essere stata costretta a un matrimonio combinato e quindi negli Stati Uniti dopo l'uccisione del regista Theo Van Gogh, al cui ultimo film, «Submission», lei aveva collaborato come sceneggiatrice. Per rendersi conto di questa realtà «che è sotto gli occhi di tutti — sostiene— non bisogna guardare le cose soltanto dal punto di vista occidentale, americano, ma da una prospettiva globale. L'Islam fondamentalista fa vittime anche in Cina e in India; Cina e India oggi subiscono la stessa offensiva che subisce l'America. Voi lo sapete, vero?». Essere stata sottoposta alla violenza dell'infibulazione da bambina, aver dovuto subire nozze combinate dal padre ha portato Ayaan Hirsi Ali sulla via dell'ateismo e di un femminismo altrettanto convinto. Perché, dice la scrittrice che in Italia nel 2008 ha pubblicato un altro libro, «Se Dio non vuole», «nell'Occidente donna e uomo sono uguali prima della legge, nell'Islam no, la donna deve obbedire al Corano e al proprio guardiano, l'uomo».

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