Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
L'odierna (23 gennaio 2010) Cartolina del professor Volli in cui racconta tutta la meschineria di un kapataz socialista del Parlamento greco, mi rammenta l' invito a cena presso una famiglia di ebrei triestini a Gerusalemme. Una serata indimenticabile sia sotto l'aspetto culinario, sia per i racconti di due insegnanti universitarie, ebree italiane, che avevano conosciuto i loro futuri mariti della Brigata Ebraica in Italia durante la guerra , trasferendosi poi in Israele. Una presenza dionisiaca aleggiava sopra di noi, il dio Bacco, coppiere della serata, mesceva il suo nettare: tre bottiglie di cabernet sauvignon (14°) del Golan ce lo siamo religiosamente centellinato, io approfittandone un po' di più, se mia moglie mi sentì declamare un passo del XXVII Canto dell'Inferno: "Forse tu non pensavi ch'io loico fossi".
Quella sera bevendo quel nettare, parlammo anche del luogo di produzione, le colline del Golan, appunto, che, prima del 1967, non era altro che un "poligono di tiro" da cui i militari siriani si esercitavano a sparare contro i contadini ebrei che, lavorando sulla piana sottostante, inzuppavano la loro terra col sangue e col sudore. Persa la guerra, l'aggressore venne sloggiato da quel "poligono" e i contadini trasformarono quei sassi in terrazzamenti piantando le viti ed il cui prodotto quella sera ci inebriava. Vale proprio il sacrosanto detto di quei vecchi "compagni": "La terra a chi la lavora!". Non la pensa così neppure quel tal parlamentare greco che ritiene il Golan terra "rubata" ai siriani, proprio come il vino da lui ricevuto in regalo dall'Ambasciata d'Israele: ahh, l'ideologia che brutti scherzi tira, arriva persino a negarti un ottimo bicchiere di vino. Comunque, vedete, il Golan restituito a chi non se lo merita, costituirà una delle tante "foglie del carciofo" che, spiccate una alla volta, porterà Israele a scomparire ed io a perdere quel "nettare degli dèi". Per ogni buon conto, i miei generosi ospiti gerosolimitani mi hanno messo da parte nella loro fresca cantina alcune bottiglie di vino del Golan in barba ad ogni stupida e nefanda ideologia.