Riportiamo dal sito di REPUBBLICA la breve di Ermanno Accardi dal titolo "Haiti: gli aiuti arrivano da Gaza ", preceduta dal nostro commento. Dalla STAMPA, a pag. 11, l'articolo di Glauco Maggi dal titolo " Gli Usa invadono l'isola", con le accuse deliranti di Hugo Chavez. Ecco i due articoli:
La REPUBBLICA - Ermanno Accardi : " Haiti: gli aiuti arrivano da Gaza "
Sugli aiuti mandati da Israele, manco una riga. Nè nell'edizione cartacea, nè sul sito internet. La frase : " Chi meglio di noi può comprendere il dramma di quella gente? " ha dell'incredibile. Il paragone fra i terremotati di Haiti e la popolazione a Gaza fa orrore.
Dato che i giornali italiani non sono interessati al lavoro svolto da Israele per i terremotati di Haiti, forniamo qualche notizia noi.
L'unico ospedale non a rischio di infezioni è quello montato dagli aiuti israeliani, il Pikud Haoref, come è possibile vedere cliccando sul link sottostante:
Ecco la breve:
Nella poverissima Striscia palestinese si raccolgono giochi, vestiti e generi di prima necessità da inviare a chi soffre. "Chi meglio di noi può comprendere il dramma di quella gente?"
La STAMPA - Glauco Maggi : " Gli Usa invadono l'isola "

Chavez
Il presidente venezuelano Hugo Chavez ha accusato gli Stati Uniti di usare il terremoto ad Haiti come pretesto per una occupazione militare strisciante del paese, mimetizzata da aiuto umanitario. «Leggo che 3000 marines stanno arrivando», ha detto nel suo show televisivo settimanale, quando ancora non sapeva che i soldati Usa saranno in realtà, alla fine, circa 10-12 mila. «Vanno armati come se andassero alla guerra. Ma non c’è carenza di armi là, mio Dio. Dottori, medicine, carburante, ospedali da campo. Ecco ciò che gli Stati Uniti dovrebbero mandare. In realtà stanno occupando Haiti e usano questa scusa». Chavez ha anche promesso di far avere la benzina e il carburante di cui il paese terremotato ha bisogno per i trasporti e l'elettricità.
Nemmeno un disastro umanitario dalle proporzioni di quello haitiano ha placato il livore polemico di Chavez verso l'America «imperialista», anche dopo che Obama gli aveva stretto la mano durante la sua prima visita in Sud America appena eletto, sperando di rimuovere le tensioni ereditate dalla amministrazione Bush. E come un'eco stonata della guerra fredda, dopo che persino Cuba ha aperto i suoi spazi al ponte aereo di aiuti americani, appare anche la decisione di Chavez di organizzare spedizioni di soccorsi congiunte russo-venezuelane, con aerei che hanno lasciato le basi di Chavez per atterrare a Santo Domingo, la repubblica confinante con Haiti, per evitare lo scalo della capitale Port-au-Prince occupato in prevalenza dai militari Usa.
La presenza americana aumenta intanto di ora in ora. Ai primi 1000 soldati sul terreno vanno aggiunti altri 3000 che lavorano già dalle navi nei porti dell'isola, mentre due altre compagnie della 82esima divisione aerotrasportata hanno portato a 7500 il personale che ha raggiunto Haiti.
La impossibilità di poter dare materialmente i generi di soccorso a tutta la gente che ne ha disperato bisogno «È frustrante», ha detto Bill Clinton, appena arrivato a Port-au-Prince per incontrare il presidente haitiano Rene Preval. La gestione delle misure di aiuto ha sempre più l'imprimatur dell'Onu, il cui segretario Ban Ki-moon è pure sull'isola. «Il coordinamento migliorerà via via che ci organizziamo meglio», ha detto nella prima conferenza stampa. Dopo i primi giorni di puro caos, «le consegne si stanno facendo in un modo più efficace ed efficiente», ha detto Ban. Non meno di 27 squadre internazionali, forti di circa 1500 persone, sono ancora impegnate nelle operazioni di ricerca e salvataggio. Ma il focus, con il passare dei giorni, si sposta sui vivi, che hanno bisogno di assistenza e di sicurezza. Ban-Ki-moon ha chiesto che il Consiglio di Sicurezza approvi immediatamente l'invio di altri 3500 agenti di sicurezza per Haiti, 1500 poliziotti e 2000 soldati, sia per mantenere l'ordine pubblico sia per proteggere le operazioni di consegna degli aiuti di generi alimentari, medicine e abbigliamento.
Il nuovo contingente, che si aggiungerà ai 9000 effettivi già sul posto, avrà un mandato di sei mesi. Il primo piano di distribuzione di cibo, 200 tonnellate, previsto dal Programma mondiale alimentare delle Nazioni Unite, è iniziato in otto diversi siti per 95mila persone. «Dobbiamo essere molto prudenti e vigili contro tutte le evenienze», ha detto il segretario dell'Onu. «Quando il livello di pazienza della gente si assottiglia bisogna preoccuparsi».
Finora gli episodi di intemperanza non sono stati frequenti, ma gli ufficiali dell'Onu dicono che la situazione potrebbe degenerare in ogni momento, al crescere delle difficoltà di vivere senza acqua, cibo e tetto. Parlando con i giornalisti, il generale Usa P.K. «Ken» Keen, comandante del contingente americano nell'isola, ha detto che in realtà ci sono ora meno violenze di quante non ce ne fossero prima del terremoto, anche se i media e i siti online hanno amplificato i casi di saccheggi e disordini cruenti. Keen si trovava già ad Haiti martedì, il giorno della prima scossa, e due suoi aiutanti sono stati seriamente feriti e rispediti negli Usa, mentre un terzo è disperso.
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