Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Chi vuol fare la pace con chi? Chi ha smesso di odiare? 12/01/2010
Chi vuol fare la pace con chi? Chi ha smesso di odiare?
Dalal Mughrabi, terrorista palestinese
Che bella cosa la pace, amici miei. Prima si litiga, ci si contende qualcosa, ma poi prevale il buon senso, si smette di odiare, si trova un compromesso, e si vive d'amore e d'accordo. Bellissimo. E' quello che vuole tutto il mondo sul Medio Oriente: fate la pace, fate la pace! Giusto, bellissimo. Oggi non parliamo del prezzo, che è un bel problema, ma dei sentimenti. Chi vuol fare la pace con chi? Chi ha smesso di odiare? Vi faccio un paio di esempi degli ultimi giorni.
Come sapete una decina di giorni fa un rabbino Rabbi Meir Avshalom Hai, che viveva in un insediamento in Samaria è stato ammazzato mentre guidava da un gruppetto di killer delle "brigate Al Aqsa", il braccio armato di Al Fatah, che poi sono stati a loro volta uccisi durante il loro arresto (erano armati e rifiutavano di arrendersi). E' possibile che del prezzo della pace farà parte l'abbandono di insediamenti come il suo, ma fino a prova contraria non esiste una legge che condanna a morte chi ci abita. Come ha reagito l'Autorità Palestinese (i palestinesi "buoni", con cui bisognerebbe fare la pace)? Abbas ha mandato il suo segretario generale, Tayeb Abd Al-Rahim, a fare le condoglianze alle famiglie (e fin qui ci sta) e ha dichiarato ufficilamente i killer "Shahids [Martyrs] of the Palestinian revolution", indignandosi contro "l'atto barbarico degli occupanti, che hanno compiuto un selvaggio assassinio". Il primo ministro Fayad, che è ancora più buono e pacifico di Abbas, ha fatto di più. E' andato personalmente ai funerali. Il comando di Al Fatah li ha descritti come "comandanti, eroi coraggiosi e combattenti". Vi risparmio altri dettagli, dichiarazioni, cerimonie. Per i palestinesi gli assassini sono martiri, la polizia è assassina. Difficile fare la pace con gente così, no?
Be', direte voi, forse sono fatti isolati. E no. Perché nei giorni successivi lo stesso presidente dell'AP Abbas ha dedicato una piazza di Ramallah alla "martire Dalal Mughrabi" in occasione del cinquantesimo anniversario della sua nascita. Sapete chi è Dalal Mughrabi? Ve ne ho già parlato, la terrorista che ha il record dell'attentato più sanguinoso della storia del conflitto. Sequestrò un autobus nel '78 con alcuni complici e uccise 37 civili, fra cui diversi bambini. Eroico, no? Pacifico, certamente. Un fulgido esempio per i giovani. C'era proprio bisogno di intitolarle una piazza, anche alla luce del fatto che a suo nome ci sono già una scuola, uno stadio, un centro di computer. Anche in questo caso, per rispetto ai vostri stomaci, vi risparmio le frasi vomitevoli della sua celebrazione. E non è finita. Un paio di giorni fa il solito Abbas e la sua banda bassotti ha "onorato" Wafa Idris, la prima attentatrice suicida femmina che ammazzo una persona e ne ferì un centinaio nel 2002 in Israele. La "martire" ("shahida") è stata onorata come simbolo di Al Fatah in occasione del quaranticinquesimo anniversario del movimento, indicata come esempio, additata come degna di onore e di imitazione, con tanto di un videoclip trasmesso dalla Tv dell'AP.
Voi dite che ognuno si sceglie i suoi eroi e li festeggia come crede? Sarà, ma se è così, sono atti simbolici che trasmettono una volontà. Scegliere come eroi gli attentatori suicidi e gli assassini, esaltarne gli atti, continuare a ricordarli come esempi, non vuol dire indicare quella strada come giusta. E allora, con questi sentimenti, ditemi voi che voglia di fare la pace c'è... E anche se si facesse, questa benedetta pace, col prezzo giusto, ai giovani educati con questi esempi, non scapperebbe la voglia di fare anche loro la loro stragettina, così, per avere il nome su una piazza, "fino alla vittoria finale"?