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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera - L'Unità Rassegna Stampa
10.12.2009 Farnesina: un colpo al cerchio e uno alla botte
Cronache di Maurizio Caprara, Umberto De Giovannangeli

Testata:Corriere della Sera - L'Unità
Autore: Maurizio Caprara - Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Frattini sprona Abu Mazen. 'E Israele fermi gli insediamenti' - Lieberman con i coloni: la loro rivolta è legittima»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 10/12/2009, a pag. 19, l'articolo di Maurizio Caprara dal titolo " Frattini sprona Abu Mazen. 'E Israele fermi gli insediamenti' ". Dall'UNITA', a pag. 31, l'articolo di Umberto De Giovannangeli dal titolo " Lieberman con i coloni: la loro rivolta è legittima ". Ecco i due articoli:

CORRIERE della SERA - Maurizio Caprara : " Frattini sprona Abu Mazen «E Israele fermi gli insediamenti» "

 
Franco Frattini

RAMALLAH (Territori Pale­stinesi) — Il primo ministro palestinese Salam Fayyad, che si prefigge di consolidare le istituzioni dell'Autorità na­zionale prima ancora di pro­clamare una repubblica, ha apprezzato molto la dichiara­zione dell'Unione Europea se­condo la quale occorre «risol­vere attraverso negoziati lo status di Gerusalemme come futura capitale di due Stati», quello da far nascere e l'israe­liano. Secondo questo econo­mista con un dottorato di un' università di Austin, Texas, uomo che rappresenta per le diplomazie occidentali la fac­cia migliore del dopo-Arafat, il documento partorito marte­dì dai 27 ministri degli Esteri europei «è una pietra sulla quale costruire», evidenzia di fatto che «la posizione di Isra­ele è illegittima», «respinge gli insediamenti». Fayyad, non contraddetto, lo ha soste­nuto ieri a Ramallah davanti ai giornalisti mentre al suo fianco c'era uno degli autori della dichiarazione, il mini­stro degli Esteri italiano Fran­co Frattini.

Il «processo di pace» tra israeliani e palestinesi resta interrotto, e senza prospetti­ve di sblocco immediato. Non si sa se si terranno le ele­zioni per il presidente dell'Au­torità nazionale previste il 24 gennaio, in dubbio a causa della mancanza di riconcilia­zione tra Hamas e Fatah. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha deciso di con­gelare dieci mesi i lavori per 18 mila abitazioni degli inse­diamenti ebraici nei Territori, tuttavia i coloni l'hanno con­testato (anche ieri sotto casa sua) e ai palestinesi il passo non basta perché non ferma i cantieri a Gerusalemme Est. In attesa di eventi, congelate appaiono inoltre le speranze che Barack Obama ha suscita­to tra gli arabi.

L'Ue martedì ha giocato una carta volta a spingere i pa­lestinesi a riprendere i nego­ziati e a non irrigidire troppo Netanyahu. Nel testo dei 27 ministri si indica l'obiettivo di «uno Stato di Palestina» e non più, come si ripete da an­ni, di «uno Stato palestine­se ». Sembra un dettaglio lessi­cale,
e lo è. Però anche dai particolari gli eventi si posso­no cominciare a indirizzare in un senso o nell'altro.

«Bisogna dare una spinta a un'idea: che la pace è possibi­le », ha raccomandato Fayyad. Da Frattini il primo ministro ha ricevuto appoggio, pro­messe di altri fondi (forse set­te milioni di euro oltre ai 220 milioni stanziati dall'Italia in dieci anni), e l'offerta di pre­sentare a Roma le «opportuni­tà di investimento nei Territo­ri » per le imprese italiane. Nel ricordare che Obama si ri­propone uno Stato palestine­se entro due anni, Frattini ha affermato che ciò «contribui­sce a dare speran­za alle due parti». Poi ha esortato: «Che Abu Mazen torni al tavolo del negoziato. (...) Che Netanyahu in­sista. Gli insedia­menti vanno fer­mati perché, come ha detto l'Europa, sono un ostacolo al processo di pa­ce
».

Accompagnato dall'ambasciatore in Italia Gideon Meir, il ministro è stato poi a Gerusa­lemme da Netan­yahu e dal collega
Avigdor Liebermann.

A entrambi ha confermato che, intensificando rapporti già stretti, Silvio Berlusconi e un gruppo di ministri saran­no in Israele dall'1 al 3 febbra­io per un vertice bilaterale.

L'UNITA' - Umberto De Giovannangeli : " Lieberman con i coloni: la loro rivolta è legittima "

 
Avigdor Lieberman

Il sostegno è di quelli che pesano politicamente. Perché a garantirlo è una delle figure di primo piano del governo israeliano: Avigdor Lieberman, ministro degli Esteri e leader di Yisrael Beitenu, terza forza politica dello Stato ebraico. La lotta dei coloni israeliani contro il congelamento per dieci mesi delle costruzioni negli insediamenti ebraici in Cisgiordania è «legittima » e «naturale». Così Lieberman si è pronunciato ai microfoni di Radio Israele prendendo le difese degli attivisti che tentano di impedire l'attuazione della decisione annunciata dal governo per rilanciare il processo di pace. Il ministro degli Esteri, Lieberman, che vive in un insediamento, ha spiegato che la battaglia dei coloni è «legittima » se non prescinde dal rispetto della legge.
Da giorni i coloni israeliani stanno cercando in tutti i modidi ostacolare la consegna degli ordini di congelamento delle costruzioni negli insediamenti in Cisgiordania. I gruppi più estremisti spingono per azioni anche violente. Con il placet ideologico dei rabbini più oltranzisti legati la movimento dei coloni. «Lieberman offre la sua copertura politica all’estrema destra, andando contro anche ad una misura parziale decisa dal governo di cui fa pure parte», dice a l’Unità Yariv Oppenheimer, segretario generale di Shalom Achsav (Peace Now).«Il suo potere di condizionamento nei confronti di Netanyahu – aggiunge Oppenheimer – è sotto gli occhi di tutti». Un condizionamento accresciuto dal sostegno che in questi giorni esponenti di spicco del Likud (il partito del premier Netanyahu) hanno manifestato ai coloni in rivolta. «Ma Netanyahu resisterà sul congelamento degli insediamenti» enonsubirà le proteste dei coloni, assicura il ministro degli Esteri Franco Frattini, ieri in missione-lampo in Israele e nei Territori. Incontrando i giornalisti dopo il suo colloquio col premier israeliano a Gerusalemme, il titolare della Farnesina ha ricordato come l'Ue giudichi il congelamento degli insediamenti «un primo passo positivo», che dovrà però essere seguito da altre azioni con lo scopo di tornare quanto prima ad un tavolo negoziale. Le dichiarazioni di Lieberman cadono nel giorno d’inizio presso il tribunale distrettuale di Gerusalemme del processo nei confronti di Yaakov Teitel, (37) un colono ebreo accusato diuna serie di attentati terroristici dipanatasi nell'arco di 12 anni. Fra questi: la uccisione a sangue freddo di due civili palestinesi; la deposizione di un ordigno esplosivo all'ingresso di una abitazione di «ebrei messianici» seguaci di Gesù; e il ferimento dello storico Zeev Sternhell, esponente del movimento pacifista israeliano.
Teitel, un ebreo immigrato dagli Stati Uniti, sposato e di quattro figli, ha detto ai suoi investigatori di nonprovare alcun rimorso per questi ed altri atti di violenza e ha manifestato la fiducia di essere stato «lo strumento della volontà divina ». «Teitel usa le stesse parole dell’assassino di Rabin, Yigal Amir. Lo stesso furore ideologico, la stessa protervia. E anche nei confronti di Teitel si parlerà, come è stato per Amir, di un “folle” isolato, di un pazzo esaltato…Una giustificazione che non regge», ci dice al telefono Shulamit Aloni, più volte ministra del Meretz (sinistra pacifista) nei governi a guida laburista. Le parole di Shulamit Aloni trovano puntuale conferma: il movimento dei coloni ha condannato gli attentati attribuiti a Teitel e ha precisato che questi è comunque un personaggio asociale. Secondo la stampa anni fa, per alcuni mesi, lo Shin Bet valutò la possibilità di ricorrere a Teitel come informatore fra gli estremisti di destra, ma poi rinunciò ritenendolo non affidabile.

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