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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
02.12.2009 Romano glissa sulle discendenze giudaico cristiane dell'Europa
Preferirebbe poter scrivere liberamente delle sue inesistenti radici islamiche

Testata: Corriere della Sera
Data: 02 dicembre 2009
Pagina: 45
Autore: Sergio Romano
Titolo: «Radici giudaico - cristiane. Origini di una espressione»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 02/12/2009, a pag. 45, la risposta di Sergio Romano ad un lettore dal titolo " Radici giudaico - cristiane. Origini di una espressione  ".

Romano, come al solito, dice mezze verità politicamente motivate. Il suo lettore gli chiede se l'Eurapa ha origini giudaico-cristiane e lui parla invece dell'origine dell'espressione "giudaico-cristiana", cioè di quando si è iniziato a usare queste parole. Ma il punto non è lì, naturalmente. Al lettore è stato detto probabilmente che l'Europa non deve nulla al Cristianesimo perché l'uscita dal Medioevo e la sua nascita è dovuta all'apporto culturale islamico. E' un falso ovvio ma politicamente corretto, come mostra anche un libro recente che consigliamo di leggere, "Averroè contro Aristotele" di Gouguenheim Sylvain (Rizzoli editore). L'Europa contemporanea, compreso l'Illuminismo e il lacismo, hanno origini da un lato nella cultura greco-romana, dall'altro in quella cristiana, la quale però costruisce i suoi valori, la sua etica e i suoi contenuti a partire dall'ebraismo (non solo l'"Antico Testamento" ma anche le sette ebraiche dei tempi di Gesù, come gli esseni furono determinanti nella formazione del Vangelo). A noi l'espressione "giudaico-cristiana" sembra inadeguata, perché mette sullo stesso piano due realtà molto diverse. Comunque alla base vi è un fatto chiarissimo: l'Europa non sarebbe quel che è senza l'insegnamento della Bibbia. Gesù stesso era un ebreo osservante e niente affatto desideroso di cambiare la Legge ebraica, semmai di realizzarla, come si legge nei Vangeli. A Romano, come a tanti afflitti oggi dal "politically correct", questo fatto dà fastidio, e preferirebbe forse sostenere un debito nei confronto dell'islam che non esiste. Di conseguenza parla d'altro.
Ecco lettera e risposta:


Sergio Romano

Qualche giorno fa lei ha sostenuto che le radici giudaiche dell’Europa sono un falso storico e ne ha anche spiegato il perché. Se si tratta di un falso storico, la domanda è perché molti politici italiani continuano a ritenere che le radici dell’Europa siano giudaico-cristiane. Lo fanno solo per ingraziarsi Israele e le sue potentissime lobby o perché hanno una scarsa conoscenza della storia dell’Europa?

Tafla Kamil


Caro Kamil,


L’
espressione «tradi­zioni giudaico- cri­stiane » non è un fal­so storico, ma è certamente una costruzione storica, nata in America per rappresenta­re la particolare importanza che il Vecchio Testamento ha avuto nella formazione dei pellegrini che comincia­rono a popolare la Nuova In­ghilterra nel Seicento. Erano quaccheri e puritani. Erano stati costretti a fuggire da una patria, l’Inghilterra, do­ve la Chiesa Anglicana tratta­va i protestanti «non confor­misti » come altrettanti ereti­ci. Avevano trovato un gene­roso asilo nell’Olanda calvini­sta. E cercavano un luogo in cui costruire, al riparo dalle persecuzioni, la nuova Geru­salemme. Il loro atteggia­mento verso gli ebrei non era fondamentalmente diver­so da quello di Martin Lutero ed Enrico VIII (autori di due famosi trattati «contro i giu­dei »), ma non potevano di­menticare che l’Antico Testa­mento era la Bibbia ebraica e che il popolo del libro merita­va quindi una particolare considerazione. Incidental­mente fu questa la ragione per cui l’Olanda calvinista ac­colse gli ebrei sefarditi cac­ciati dalla Spagna e dal Porto­gallo tra la fine del Quattro­cento e gli inizi del Cinque­cento.

Fu questa la ragione per cui Oliver Cromwell, nel 1656, revocò le leggi che ave­vano cacciato gli ebrei dall’In­ghilterra nel 1290, durante il regno di Edoardo I. E fu que­sta infine la ragione per cui un gruppo di uomini politici britannici, soprattutto batti­sti e metodisti, videro con grande favore la nascita di un focolare ebraico in Palesti­na alla fine della Grande guerra. Come gli evangelici americani, molti di essi atten­devano la seconda venuta di Cristo e credevano che avreb­be avuto luogo, secondo le profezie, soltanto dopo il ri­torno degli ebrei nella Terra promessa.

Più recentemente l’espres­sione
«tradizioni giudai­co- cristiane» è stata spesso impiegata, politicamente, co­me una sorta di riparazione per il genocidio dagli ebrei europei nella Seconda guer­ra mondiale o come una li­nea di demarcazione traccia­ta sul terreno contro l’«inva­sione islamica». In Italia, do­ve la conoscenza dell’Antico Testamento è molto più limi­tata di quanto sia nei Paesi protestanti, queste parole mi sembrano un «americani­smo », simile a quello di colo­ro che ascoltano l’inno nazio­nale mettendosi un mano sul petto, come si fa negli Sta­ti Uniti, e dicono «conven­tion » anziché congresso.

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