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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
29.11.2009 Abu Mazen da Chavez, che elogia il criminale Carlos. Però non commenta
Poverino, è buono, scrive Antonio Ferrari

Testata: Corriere della Sera
Data: 29 novembre 2009
Pagina: 16
Autore: Antonio Ferrari
Titolo: «Carlos ? E' un soldato rivoluzionario-Chavez e l'elogio di Carlos che imbarazza Abu Mazen»

Il CORRIERE della SERA pubblica oggi, 29/11/2209, due servizi sulla visita di Abu Mazen a Caracas ospite del venezuelano Hugo Chavez. Il primo, a pag. 16 è la cronaca dell'incontro, il secondo a pag.12 è il commento di Antonio Ferrari. Nel primo  non vengono citate le reazioni di Abu Mazen, non è possibile quindi conoscere il suo pensiero sugli elogi di Chavez ad uno dei più spietati criminali che  hanno militato nelle organizzazioni palestinesi. Stupisce quindi il tono del commento di Ferrari, tutto un povero Abu Mazen, chissà che imbarazzo ecc. Noi abbiamo notato più che altro il suo silenzio, se avesse parlato, ne conosceremmo il pensiero. Già, ma è di moda descrivere Abu Mazen come il " buono" della vicenda mediorientale, e Ferrari non si sottrae al cliché.
Ecco i due pezzi:


da sin. Abu Mazen, Hugo Chavez, Carlos

"Carlos ? E' un soldato rivoluzionario "

CARACAS — Il terrorista venezuelano Ilich Ramírez Sánchez, più noto come Carlos «lo Sciacallo», detenuto a Parigi con una condanna all’ergastolo, è stato «un soldato rivoluzionario» che ha lottato per la causa palestinese: lo ha detto il presidente venezuelano Hugo Chávez, incontrando a Caracas il presidente dell'Anp, Abu Mazen.

«Carlos è stato un soldato dell'Olp, che ha rappresentato tutti noi per la liberazione del popolo palestinese», ha sottolineato Chávez.

«Sto dicendo la verità, Carlos Ilich Ramírez Sánchez è stato un rivoluzionario ed è stato chiamato 'lo sciacallo' per demonizzarlo».

Non è la prima volta che il «leader bolivariano» elogia pubblicamente il terrorista che prese il nome da Lenin, militò in Palestina (in realtà nel Fronte Popolare), compì attentati e sequestri, fu a lungo nella lista dei «most wanted» del mondo e che fu catturato nel 1994 in Sudan. La settimana scorsa Chávez aveva criticato in particolare quell’operazione, accusando la Francia di aver «rapito Carlos, averlo messo in un sacco e trascinato a Parigi» senza averne diritto.

Parigi ha reagito duramente a tali parole.

Antonio Ferrari: " Chavez e l'elogio di Carlos che imbarazza Abu Mazen "

Povero Abu Mazen. Non gli bastano l’estremismo di Ha­mas, la rigidità del governo israeliano sul congelamento delle colonie, la pa­ralisi totale del processo di pace, l’im­pressione di essere stato lasciato solo, la stanchezza e la salute malferma.

Ora, a metterlo in difficoltà, ha prov­veduto quel campione della sinistra ra­dicale sudamericana che è il presiden­te venezuelano Hugo Chávez. Il quale sembra proporsi come il Gheddafi di vent’anni fa: violento e provocatore.

Ricevendo il presidente palestinese a Caracas, Chávez si è lanciato in un elogio del superterrorista Carlos Ilich Ramírez, che sconta l’ergastolo in Fran­cia. Visto che le sanguinarie imprese di Carlos furono in gran parte legate alla sua militanza nelle organizzazioni dell’estremismo palestinese durante gli anni Settanta, segnati da una terri­bile campagna di attentati terroristici (tra cui la strage alle Olimpiadi di Mo­naco), Chávez ha pensato bene di acco­gliere l’ospite inneggiando al «soldato rivoluzionario Carlos, che ci ha rappre­sentati tutti nella lotta per la liberazio­ne del popolo palestinese».

Che Chávez volesse essere amichevo­le con Abu Mazen è assai improbabile. Non può certo ignorare che il presiden­te dell’Anp è un moderato, privo di qualsiasi pedigree militare e refratta­rio alla suggestione delle armi, a diffe­renza del suo predecessore Yasser Ara­fat.

Quindi, l’elogio a Carlos, ribadito do­po le dichiarazioni sull’«ingiusta con­danna » subita in Francia del terrori­sta, che avevano fatto infuriare il gover­no di Parigi, ha un preciso obiettivo: dar seguito al «caldo» incontro con il leader iraniano Ahmadinejad, e indi­rettamente sostenere Hamas, che è av­versario di Abu Mazen ed è protetto da Teheran.

Come benvenuto a un ospite presen­tato come amico fraterno, non c’è dav­vero
male.

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lettere@corriere.it

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