Il CORRIERE della SERA pubblica oggi, 29/11/2209, due servizi sulla visita di Abu Mazen a Caracas ospite del venezuelano Hugo Chavez. Il primo, a pag. 16 è la cronaca dell'incontro, il secondo a pag.12 è il commento di Antonio Ferrari. Nel primo non vengono citate le reazioni di Abu Mazen, non è possibile quindi conoscere il suo pensiero sugli elogi di Chavez ad uno dei più spietati criminali che hanno militato nelle organizzazioni palestinesi. Stupisce quindi il tono del commento di Ferrari, tutto un povero Abu Mazen, chissà che imbarazzo ecc. Noi abbiamo notato più che altro il suo silenzio, se avesse parlato, ne conosceremmo il pensiero. Già, ma è di moda descrivere Abu Mazen come il " buono" della vicenda mediorientale, e Ferrari non si sottrae al cliché.
Ecco i due pezzi:



da sin. Abu Mazen, Hugo Chavez, Carlos
"Carlos ? E' un soldato rivoluzionario "
CARACAS — Il terrorista venezuelano Ilich Ramírez Sánchez, più noto come Carlos «lo Sciacallo», detenuto a Parigi con una condanna all’ergastolo, è stato «un soldato rivoluzionario» che ha lottato per la causa palestinese: lo ha detto il presidente venezuelano Hugo Chávez, incontrando a Caracas il presidente dell'Anp, Abu Mazen.
«Carlos è stato un soldato dell'Olp, che ha rappresentato tutti noi per la liberazione del popolo palestinese», ha sottolineato Chávez.
«Sto dicendo la verità, Carlos Ilich Ramírez Sánchez è stato un rivoluzionario ed è stato chiamato 'lo sciacallo' per demonizzarlo».
Non è la prima volta che il «leader bolivariano» elogia pubblicamente il terrorista che prese il nome da Lenin, militò in Palestina (in realtà nel Fronte Popolare), compì attentati e sequestri, fu a lungo nella lista dei «most wanted» del mondo e che fu catturato nel 1994 in Sudan. La settimana scorsa Chávez aveva criticato in particolare quell’operazione, accusando la Francia di aver «rapito Carlos, averlo messo in un sacco e trascinato a Parigi» senza averne diritto.
Parigi ha reagito duramente a tali parole.
Antonio Ferrari: " Chavez e l'elogio di Carlos che imbarazza Abu Mazen "
Povero Abu Mazen. Non gli bastano l’estremismo di Hamas, la rigidità del governo israeliano sul congelamento delle colonie, la paralisi totale del processo di pace, l’impressione di essere stato lasciato solo, la stanchezza e la salute malferma.
Ora, a metterlo in difficoltà, ha provveduto quel campione della sinistra radicale sudamericana che è il presidente venezuelano Hugo Chávez. Il quale sembra proporsi come il Gheddafi di vent’anni fa: violento e provocatore.
Ricevendo il presidente palestinese a Caracas, Chávez si è lanciato in un elogio del superterrorista Carlos Ilich Ramírez, che sconta l’ergastolo in Francia. Visto che le sanguinarie imprese di Carlos furono in gran parte legate alla sua militanza nelle organizzazioni dell’estremismo palestinese durante gli anni Settanta, segnati da una terribile campagna di attentati terroristici (tra cui la strage alle Olimpiadi di Monaco), Chávez ha pensato bene di accogliere l’ospite inneggiando al «soldato rivoluzionario Carlos, che ci ha rappresentati tutti nella lotta per la liberazione del popolo palestinese».
Che Chávez volesse essere amichevole con Abu Mazen è assai improbabile. Non può certo ignorare che il presidente dell’Anp è un moderato, privo di qualsiasi pedigree militare e refrattario alla suggestione delle armi, a differenza del suo predecessore Yasser Arafat.
Quindi, l’elogio a Carlos, ribadito dopo le dichiarazioni sull’«ingiusta condanna » subita in Francia del terrorista, che avevano fatto infuriare il governo di Parigi, ha un preciso obiettivo: dar seguito al «caldo» incontro con il leader iraniano Ahmadinejad, e indirettamente sostenere Hamas, che è avversario di Abu Mazen ed è protetto da Teheran.
Come benvenuto a un ospite presentato come amico fraterno, non c’è davvero male.
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