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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
09.11.2009 Erdogan cede alla Ue e revoca l'invito al dittatore sudanese
Ma il premier turco sostiene di sentirsi più a suo agio con il responsabile del genocidio in Darfur che con Netanyahu

Testata: Corriere della Sera
Data: 09 novembre 2009
Pagina: 14
Autore: Monica Ricci Sargentini
Titolo: «Ankara cede alla Ue. Bashir resta a casa»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 09/11/2009, a pag. 14, l'articolo di Monica Ricci Sargentini dal titolo "Ankara cede alla Ue. Bashir resta a casa".

 Omar Hassan el-Bashir

Il presidente sudanese Omar Hassan el-Bashir ieri non ha preso l’aereo che doveva portar­lo ad Istanbul. Pressato dal­l’Unione Europea e dall’opinio­ne pubblica il primo ministro turco Erdogan ha capito che sa­rebbe stato un grave errore ac­cogliere un dittatore ricercato dalla Corte penale internaziona­le per crimini di guerra e con­tro l’umanità. E così sabato not­te, nonostante la sua nota rilut­tanza a cambiare idea, ha fatto arrivare un messaggio informa­le a Khartoum che suonava più o meno così: «Se il presidente vuole venire noi lo accogliere­mo ma se non si presenta è me­glio ». E Bashir è restato a casa.
Ieri ad Ankara si respirava
un clima da scampato pericolo: «Abbiamo saputo che non vie­ne », la risposta di prassi negli ambienti governativi. I turchi sono ancora convinti di essere tecnicamente nel giusto perché Bashir era invitato al vertice del­l’Organizzazione della Confe­renza islamica e non ad un in­contro bilaterale, ma da un pun­to di vista morale sono stati tra­volti dalle critiche anche all’in­terno del Paese. «Come? — è stata la domanda ricorrente sui giornali del Paese — Ci indi­gniamo per il comportamento degli israeliani a Gaza e poi quando si tratta di un musulma­no chiudiamo gli occhi?».
Un’accusa intollerabile per Erdogan che, ieri mattina, ha dettato parole di fuoco all’agen­zia di stampa
Anatolia difen­dendo l’indifendibile: «I leader mondiali che ci criticano sono stati in Darfur? Le loro informa­zioni si basano solo sul sentito dire. Io, invece, ci sono andato. Non è possibile che un musul­mano commetta un genocidio. Mi sento più a mio agio a parla­re con il presidente sudanese che con il primo ministro israe­liano Benjamin Netanyahu».

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