Sul rientro di Israele nell'associazione internazionale dei giornalisti, abbiamo pubblicato ieri, 06/11/2009 la nostra opinione a commento del comunicato emesso dal sindacato. Oggi, 07/11/2009, riprendiamo due commenti, il primo dal FOGLIO, un editoriale a pag.3, il secondo di Dimitri Buffa sull'OPINIONE.

Il Foglio- " L'unione dei giornalisti riaccoglie Israele "
Igiornalisti israeliani, espulsi nel luglio scorso in omaggio al noto boicottaggio antiebraico, sono stati finalmente riammessi nella Federazione internazionale, il più antico sindacato della stampa al mondo. La situazione si è sbloccata lunedì scorso a Tel Aviv e un po’ di merito va anche a Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa italiana, che si è battuto per una soluzione positiva della vicenda. Un disgustoso mix di pavida burocrazia (la famosa storia delle quote non pagate da Israele) e inimicizia intellettuale aveva portato all’espulsione di 600 iscritti israeliani dai ranghi della Federazione internazionale. Ieri è stato messo un piccolo argine al dilagante conformismo che vuole fare di Israele un paria fra le nazioni, con i sindacati di mezzo mondo che boicottano lo stato ebraico. Una vittoria anche del Foglio, perché con i nostri articoli siamo stati i primi in Italia a denunciare quanto si stava facendo a Bruxelles. Una decisione che va in controtendenza rispetto al movimento culturale razzista contrario a ogni libero scambio di informazioni e di idee e a cui stiamo assistendo da anni, un’offensiva che chiude la bocca a Israele e che espelle fisicamente le persone che la rappresentano e che fa da copertura a un ricco antisemitismo islamista che rende la prospettiva di annichilire gli ebrei realistica. Sarebbe bello ora se la Federazione internazionale, con i colleghi israeliani al loro posto, investigasse rispetto a quanto il governo di Ahmadinejad sta facendo in Iran ai giornalisti. E’ in corso una terribile diaspora di reporter e fotografi e blogger iraniani, la più sanguinosa dalla Rivoluzione khomeinista. Teheran fa parte della Federazione dei giornalisti, ha un proprio emissario a Bruxelles. Che i suoi vertici gli diano addosso, che chiedano al regime di dare conto su che fine hanno fatto tanti bravi giornalisti dopo le elezioni di giugno. Li mettano sotto accusa, incalzandoli come deve fare il mondo libero rispetto alle dittature. Anche se le quote l’Iran le avrà pagate tutte.
L'Opinione- Dimitri Buffa: " I giornalisti israeliani rientrano nel sindacato internazionale di categoria "
Il sindacato internazionale dei giornalisti , Ifj, è stato costretto a
riammettere i giornalisti israeliani, meglio i loro rappresentanti
sindacali, dentro all¹organismo da cui vennero espulsi lo scorso 7 giugno.
Gruppi su ³facebook² come ³Non in mio nome², con le oltre 3500 testimonianze
raccolte contro il voto espresso a suo tempo a favore dell¹espulsione da
parte del rappresentante della Fnsi in seno all¹Ifj, Paolo Serventi Longhi,
hanno costretto Franco Siddi e Roberto Natale, l¹attuale dirigenza del
sindacato dei giornalisti italiani a fare macchina indietro tutta, a mediare
per questa riammissione e a sconfessare di fatto il voto di Serventi
Longhi.
La notizia che ieri circolava anche nella ³fascetta rossa² del Tg2 della 20
se la si vuole dare correttamente bisogna darla così.
Però se ci andiamo a prendere l¹Asca di ieri sembrebbe che la Fnsi abbia
agito spontaneamente e che adesso ne rivendichi addirittura il merito.
Ecco l¹attacco di detta agenzia delle 9 del mattino: ³la Federazione
nazionale dei giornalisti israeliani (NFIJ) rientra nella Federazione
internazionale dei giornalisti (IFJ). A darne notizia una corrispondenza
pubblicata dal Jerusalem Post. L'accordo raggiunto a Tel Aviv, alla presenza
del segretario generale della stessa IFJ, Aidan White, e del segretario
generale della Fnsi, Franco Siddi, pone fine ad un periodo di forti
polemiche seguite alla espulsione dall'organizzazione internazionale di
quella israeliana per una questione di quote non pagate.²
Intanto si ritorna su Osta cosa delle quote non pagate, che invece è solo un
pretesto, come se si fosse tratatto di una lite da condominio Inpgi delle
case dei giornalisti.
Poi il lettore potrebbe pensare che Siddi sia stato l¹artefice dell¹accordo
mentre ne è stato solo il notaio e per giunta indotto a tale ruolo da una
vera e propria sollevazione popolare della categoria capitanata dalla
componente di minoranza ³Punto a capo², che conta tra i propri illustri
fondatori Silvana Mazzocchi, Cinzia Romano e Pierluigi Franz.
Ma il colmo è contenuto in quest¹altro pezzo di suddetto lancio di agenzia:
³Aidan White ha voluto ringraziare le organizzazioni dei giornalisti di
Italia e Germania per il contributo recato nel rompere la situazione di
blocco che si era verificata e, in particolare, il segretario della Fnsi,
Franco Siddi, per il bisogno che ha avvertito di portare il suo apporto di
buona volontà al tavolo².
Allora precisiamo: nè Aidan White nè Siddi sono stati ³la soluzione². White
fa invece parte del problema che hanno avuto ormai da anni i giornalisti
israeliani dentro questo sindacato internazionale che in pratica sta in mano
ai colleghi dei giornali arabi, almeno per quel che riguarda le tematiche
mediorientali. Tanto che l¹espulsione dei giornalisti di Israele c¹era
stata anche nel passato, sia da convegni sul Medio Oriente sia da iniziative
sulla pace e altre amenità.
Qualcuno quest¹estate aveva anche minacciato, come Andrea Morigi di
³libero², di stracciare la propria tessera sindacale, altri come Sergio
Stimolo e il buon ³vecchio² Onofrio Pirrotta, hanno capitanato la rivolta
sul social network ³facebook². Altri ancora c ome Pigi Battista ne hanno
dato notizia sul quotiidano più diffuso in Italia: ³Il Corriere della sera².
Quindi, ricapitolando, se è vero che i giornalisti israeliani ritorneranno
in questo sindacato planetario che, francamente, non è neanche chiaro a cosa
serva, e se è vero che a mediare l¹accordo è stata la Fnsi, è soprattutto
vero il fatto che è stato sconfessato il voto di Serventi Longhi lo scorso 7
giugno a favore di detta espulsione e che la Fnsi è stata ³obbligata² a
fare marcia indietro e a muoversi per ³mediare² dalla sollevazione interna
della componente di minoranza. Che però ha veicolato la sensibilità della
stragrande maggioranza dei cittadini italiani. Non solo giornalisti.
Talvolta mettere i puntini sulle ³i² non è solo compitino da primi della
classe. Ma serve per la chiarezza e l¹onestà intellettuale del tutto.
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