Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Sembra che oramai i politici ,i giornali, i programmi in TV, non trovino piu nessun nuovo argomenti da approfondire e farci riflettere, passiamo delle serate intere a sentire discutere sul sesso degli angeli, a sviscerare argomenti tritti e ritritti , che hanno il solo pregio di averci aiutato a fare a meno degli ansiolitici per trovare il sonno. Che cè di meglio di 15 minuti di porta a porta , o dell'infedele?Basterebbe guardare un pocchino piu lontano del suo naso,o di quello che succede a casa nostra, e che già i quotidiani commentano abondantemente, per rendersi conto di quanti enormi problemi e situazioni veramente più preoccupanti dovrebbero impegnarci e farci riflettere. A me l'dea che si possa formare un asse Turchia-Iran-Syria, fà venire i brividi. Sino ad oggi eravamo tranquilli che la laicita della Turchia garantita dall'esercito ci avrebbe fatto da Scudo contro l'imperialismo strisciante dell'Islam ci dava un senso inconscio di protezione. Quindi si poteva dare addosso a questi cattivi Israeliani, peggio dei nazisti, e attribuire loro tutti i problemi che affligono il mondo. Oggi Israele sta perdendo forse il suo più prezioso alleato Turco, e rimarrà veramente l'unico nostro mini bastione di democrazia dall'altra parte del mediterraneo, e questo dovuto alla miopia dell'Europa, e spero di sbagliarmi , sull'indolenza del nostro nuovo premio Nobel. E già passato un anno dalla sua elezione, un anno di tempo regalato all'Iran che ci prende per i fondelli tutti quanti, mentre matura sià il suo progetto nucleare che la sua politica di alleanze ed infiltrazione nel gioco Medio Orientale in Israele, Afghanistan e Pakistan. Ci rendiamo veramente conto del cambiamento e in quale situazione riccattabile ci troveremo?? Lo siamo già in buona parte oggi. La politica attendista del nostro premio Nobel mi fà pensare ad un vecchio proverbio ,che come sapete non mentono mai che dice: Non posso darvi il segreto del successo ma viposso dare quellodell'insuccesso, cercate di accontentare tutti.