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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
03.11.2009 Israele: arrestato serial killer responsabile della morte di numerosi palestinesi
Cronaca di Francesco Battistini

Testata: Corriere della Sera
Data: 03 novembre 2009
Pagina: 17
Autore: Francesco Battistini
Titolo: «Arrestato il colono che uccideva i palestinesi»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 03/11/2009, a pag. 17, l'articolo di Francesco Battistini dal titolo " Arrestato il colono che uccideva i palestinesi ".

Questa notizia appartiene alla cronaca nera, non le avremmo dato spazio più di tanto. Atti criminali simili avvengono in tutto il mondo. La riprendiamo per completezza di informazione, soprattutto perchè il nostro sito non esclude alcuna informazione spiacevole o meno che arriva da Israele. Ecco l'articolo:

 Yaakov Teitel

GERUSALEMME — Jack arri­vò dalla Florida e, prima cosa, si chiamò per sempre Yaakov. Aveva un diploma e, seconda cosa, smise di lavorare.
Piantò una casetta nell'inse­diamento illegale di Shvut Ra­chel. Trovò una moglie inse­gnante di danza, Rivka, ultraor­todossa come lui e come lui tor­nata (da Manchester) alla Terra dei Padri. Fece quattro figli in serie. Sorridente. Fanatico quanto bastava. Unico difetto, spiega il cognato, «il suo ebrai­co era pessimo».
Yaakov Teitel raccontava po­co dei suoi 27 anni vissuti da Jack americano, figlio d'un den­tista veterano del Vietnam. E non raccontava tutto della sua nuova vita da Yaakov israelia­no, colono per dieci anni. Ora s'è capito perché: «Teitel era un serial killer — dice Micky Rosenfeld, portavoce della poli­zia israeliana —. Un terrorista ebreo che prendeva di mira gente d'ogni tipo. Arabi, pacifi­sti. E' risultato pesantemente coinvolto in atti terroristici di diverso livello».
Teitel, uno di noi. Che vive­va come tanti e ammazzava co­me pochi. L'arresto e la confes­sione
del colono-terrorista ma­cina ore di tg. Un pazzo isolato o un pezzo d'organizzazione? Yaakov è stato preso in otto­bre. Stava attaccando manifesti contro i gay, dopo gli attentati omofobi di Tel Aviv. Lo teneva­no d'occhio, l'avevano interro­gato anni fa per l'assassinio d'un palestinese a Hebron. Allo­ra aveva detto, ma non abba­stanza: rilasciato, gli avevano pure concesso il porto d'armi. Stavolta, l'interrogatorio è sta­to più deciso. E il settler , più preciso. L'orgoglio d'una con­fessione: sì, fu lui a far fuori quel palestinese nel '97. E sem­pre lui a uccidere un tassista arabo a Gerusalemme, mesi pri­ma. Era venuto dall'America ap­posta, «emissario di Dio», per vendicare le vittime dei ka­mikaze. E fu allora che pro­grammò di ripartire per poi tor­nare. E restare. E ammazzare. Nel giardino di casa gli hanno trovato sei fucili, tre pistole, ca­ricatori. Appena poteva, colpi­va: bombe, bottiglie di succo avvelenato nei supermarket pa­lestinesi, attentati ai Gay Pride o agli ebrei convertiti al cristia­nesimo, bombe destinate a Pea­ce Now o al professor Zeev Ster­nell, impegnato contro le colo­nie... Ora sono stati riaperti i fa­scicoli su altri sei palestinesi uc­cisi.
Nell'estrema destra negano di conoscerlo. Però i servizi so­no convinti che, così indistur­bato, avesse appoggi: «Cellule dormienti nei Territori». «E' so­lo uno squilibrato, un cane sciolto», respingono processi nelle colonie: «Ci sono 300mila ebrei in Giudea e Samaria — di­ce Emily Amroussi, l'ex porta­voce —: Teitel, lo conoscevano in 40. Perché mai dovremmo fa­re un esame di coscienza?». «Perché l'ideologia dei Teitel è nutrita dai gruppi d'estrema de­stra — risponde Nitzan Ho­rowitz, della sinistra Meretz —. I coloni mettono in perico­lo la nostra democrazia». Gli episodi si moltiplicano: qual­che giorno fa, un estremista ebreo (pare armato) è stato bloccato mentre tentava d'en­trare alla Spianata delle Mo­schee.
Difficile dire se sia finita qui. «Una cosa la so — commenta il professor Sternell, vittima man­cata di Teitel —. L'hanno pre­so. Ed è un gran giorno per la democrazia d'Israele».

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