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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Libero Rassegna Stampa
28.10.2009 Louis-Ferdinand Céline era antisemita. Impossibile riabilitarlo
Karl Orend non ha letto 'Bagattelle per un massacro' ?

Testata: Libero
Data: 28 ottobre 2009
Pagina: 35
Autore: La redazione di Libero
Titolo: «Céline riabilitato. 'Era un umanista, non un antisemita'»

Riportiamo da LIBERO di oggi, 28/10/2009, a pag. 35, la breve dal titolo " Céline riabilitato. 'Era un umanista, non un antisemita' ".

 Louis-Ferdinad Céline

Lousi Ferdinand Céline non era antisemita? Anche se ha scritto 'Bagattelle per un massacro', uno dei testi più odiosamente antisemiti come il Mein Kampf?

Lo scrittore francese Louis-Ferdinand Céline (1894-1961) non fu antisemita. Sul “Times Literary Supplement”, il saggista Karl Orend riabilita l’autore di Bagatelles pour un massacre, L'école des cadavres e Les beaux draps, a suo avviso scritti «in forma di avvertimento, di appello ad evitare nuovi massacri». E la polemica rimbalza sul sito del “Nouvel Observateure”, che anticipa un articolo in uscita sul mensile “Books”.
Secondo Orend, Céline era un umanista incompreso, l’idea di una cospirazione ebraica molto diffusa nel periodo fra le due guerre e Bagatelles pour un massacre un «esercizio di stile», come già sostenuto dallo scrittore André Gide (1869-1951). Mentre la partenza forzata dalla Francia nel 1945 a causa delle accuse di collaborazionismo fu il risultato di un «linciaggio mediatico», coronato dall’assassinio del suo editore, Robert Denoël, nel dicembre dello stesso anno. «La ragione per la quale Céline è inviso è semplice», ha scritto Orend. «Ci ricorda le menzogne che le persone hanno scritto per dissimulare la loro vergogna per aver lasciato correre l’Olocausto».

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