Sull'incontro "segreto" del Cairo a fine settembre, segreto mica poi tanto, viste le tantissime delegazioni presenti, riprendiamo dal CORRIERE della SERA e da REPUBBLICA due cronache. Ma il problema rimane, ed è quello di chi possiede l'arma nucleare. Se è una democrazia ad averla, nessun problema. Che sorge invece quando è nelle mani di uno stato canaglia.
Ecco gli articoli:
Corriere della Sera- Francesco Battistini: " Sul nucleare incontro segreto tra Iran e Israele "

GERUSALEMME — Cairo, 35 Giza Street. Incontro segreto fra Israele e l'Iran degli ayatollah. Il primo in trent'anni. Il faccia a faccia è durato due giorni, il 29 e il 30 settembre, in un salone del Four Seasons Hotel. «Non è la prima volta che si vedono di nascosto — precisa un diplomatico cairota — è la prima volta a questo livello». Ali Ashgar Soltanieh, che l'altro ieri ha firmato a Vienna l'accordo sull'arricchimento dell'uranio iraniano in Russia; Meirav Zafary- Odiz, che dirige l'agenzia atomica israeliana. Più una trentina di testimoni da mezzo mondo.
Porte sbarrate, nessun registratore. Un ping pong polemico: «Ma voi israeliani le avete o no, le armi nucleari? Noi iraniani aumentiamo il nostro arsenale di missili per ragioni difensive, non offensive». Risposta israeliana: «Negli ultimi trent'anni, quattro Paesi di questa regione hanno violato gl'impegni nucleari: Iraq, Libia, Siria e voi». E poi: «Noi non vogliamo l'atomica e non mettiamo in pericolo la vostra sicurezza. Siete voi che non capite l'idea fondante dell'Iran». Risposta: «Noi vogliamo un Medio Oriente denuclearizzato, ma quando avremo trovato un accordo coi Paesi vicini che garantisca la sicurezza d'Israele». Ultimo affondo: «Noi non odiamo gli ebrei, ve ne sono tanti in Iran. Noi ci opponiamo politicamente al vostro sionismo...».
Troppe orecchie, perché durasse l'obbligo della segretezza. Qualche parola scappata con un giornale australiano, The Age , e il rimbalzo sulla stampa israeliana è stato immediato. L'imbarazzo è tutto iraniano, ora. Con una pioggia di smentite: «Assolute menzogne».
La Repubblica-Daniele Mastrogiacomo: " Nucleare: dopo 30 anni di gelo primo vertice fra Iran e Israele "

Un piccolo giallo, denso di significato politico, anima in queste ore cruciali la trattativa sul nucleare iraniano. Una fonte diplomatica araba spiffera ai giornalisti australiani una notizia che viene subito rilanciata in rete: dopo 30 anni di gelo, Israele e Iran si sono incontrati per discutere di atomica. Intensa come energia, non certo per la bomba. L´incontro, rimasto chiuso nelle stanze ovattate di un albergo del Cairo, è avvenuto il 29 e 30 settembre.
Sotto l´egida dell´International on nuclear non-proliferation and disarmament (Icnnd) australiano sono riuniti una quarantina di delegati di diversi paesi, tra i quali molti della regione mediorientale, per discutere una proposta molto ambiziosa ma per il momento poco praticabile: la bonifica nucleare di tutti gli stati dell´area. All´incontro sono presenti anche due rappresentanti israeliani, l´ex ministro degli Esteri Shlomo Ben Ami e un dirigente della Commissione per l´energia atomica Meirav Zafary-Odiz; da parte iraniana c´è l´ambasciatore presso l´Agenzia per l´atomica di Vienna Ali Ashgar Soltanieh che nei giorni scorsi ha trattato il nuovo accordo con Usa, Russia e Francia per l´arricchimento dell´uranio destinato al reattore di una centrale ad uso scientifico. I tre, come era prevedibile, non si sono risparmiati accuse e colpi bassi in un clima di fortissima tensione. Ma si sono confrontati. Stando al diplomatico non è la prima volta che si incontrano rappresentanti dei due paesi. «Ma è dal 1979», ha precisato, «che non avveniva con delegazioni a questo livello». La notizia è subito rimbalzata in Israele che si è affrettata a smentire. Ma quando ha fatto il giro del mondo, ha finito per ammetterla dandole comunque poco peso. L´Iran ha invece continuato a negarla.
Ali Akbar Saleh, capo dell´Agenzia ha rincarato la dose: «Noi non rinunceremo al nostro diritto di arricchire l´uranio oltre il 5 per cento, anche se questo dovesse mettere in crisi l´accordo ipotizzato a Vienna due giorni fa». Piccole, ormai consuete schermaglie che non inficiano l´ipotesi di accordo sul quale stamane il segretario generale dell´Aiea, Mohammed el Baradei attende una risposta definitiva. Non tanto da parte degli Usa che si sono già pronunciati in modo positivo e dalla Russia che svolgerebbe un ruolo di primo piano arricchendo al 19,75 per cento i 1200 chili di uranio - sui 1500 prodotti finora da Teheran - per poi girarli alla Francia che li trasformerebbe in barre di combustibile da restituire a Teheran. L´Onu attende un chiaro sì dall´Iran. E la notizia del primo incontro tra i due eterni contendenti, fatta filtrare ad arte, spiana la strada verso il vero negoziato: quello sul controllo di tutta la produzione nucleare del regime dei mullah.
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