Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
La visita inutile di Re Abdallah a Roma Essere intervistati da Repubblica porta sgarro ?
Testata: Corriere della Sera Data: 22 ottobre 2009 Pagina: 23 Autore: M.Ca. Titolo: «Abdallah a Napolitano: Più impegno dell'Ue nel Medio Oriente»
Sul CORRIERE della SERA di oggi, 22/10/2009, a pag. 23, con il titolo " Abdallah a Napolitano: più impegno dell'Ue in Medio Oriente", una breve cronaca di M.Ca. a conclusione della visita del Re di Giordania. Cronaca giustamente breve per un incontro quasi totalmente ignorato dalla stampa italiana, che si può ben riassumere nella titolazione del Corriere. "Più impegno della Ue in Medio Oriente" è la formula classica dietro la quale viene celato il nulla di fatto. Ha anche, secondo noi, contribuito al fallimento della visita la lunga intervista di Repubblica, una fotocopia della precedente del JORDAN TIMES, che ha dato del Re giordano una immagine simile a quella di qualunque capo Hamas. Che questo potesse piacere a Repubblica non dubitiamo, che non sia piaciuta ad altri non ci dispiace. Che Repubblica porti sgarro ? Ecco il pezzo:
ROMA — Nella sua visita a Roma cominciata lunedì, prima della partenza per Milano fissata per oggi, re Abdallah di Giordania è riuscito a dare un profilo non scontato a un soggiorno che poteva anche risultare ordinario, considerati i buoni rapporti tra il suo Paese e l’Italia. L’erede di Hussein, 47 anni, ha trovato con Giorgio Napolitano una sintonia notevole e, seppure involontariamente, è stato in grado di richiamare la Camera a un contegno più sobrio.
A un europeista convinto come Napolitano, re Abdallah ha chiesto di fatto più Europa. Monarca di uno dei pochi Paesi arabi in pace con Israele, contrariato dall’espandersi degli insediamenti in Cisgiordania, ha insistito sulla necessità di un maggior peso dell’Unione europea nei tentativi di riavviare il processo di pace mediorientale.
Napolitano gli ha risposto, con interesse, da capo di uno Stato «amico di Israele» preoccupato per le «condizioni disumane » di tanti palestinesi a Gaza.
All’Italia Abdallah ha raccomandato di contribuire a superare lo stallo sulla firma del trattato di associazione tra Siria e Ue. Bashar el Assad non è un vicino comodissimo per Amman. Ma Abdallah, capo di uno Stato giudicato non male nell’impiego di fondi europei, sollecita rapporti più stretti tra Ue e Damasco. Olanda, Belgio e Finlandia frenano quel trattato, forse utile a sganciare la Siria dall’Iran.
Con il ricevimento offerto dal re e da Rania ieri all’hotel St. Regis per ricambiare quello di martedì al Quirinale, Abdallah da lunedì ha incontrato il presidente della Repubblica quattro volte. Oggi, per i saluti, sarà la quinta: un’intensità di contatti che ha potuto far passare in secondo piano la cancellazione da parte di Silvio Berlusconi, in partenza per la Russia, della colazione prevista ieri. In mattinata i reali sono stati dal sindaco di Roma Gianni Alemanno e dalla moglie Isabella Rauti. Un impatto sulla politica italiana di sicuro Abdallah l’ha avuto. La Camera martedì era un vulcano di urla per lo scontro sulla scuola tra centro-destra e centro-sinistra. Quando Gianfranco Fini ha informato che in tribuna c’era il re, i deputati, scattati in piedi, hanno applaudito. E il re è diventato uno dei rari simboli condivisi.
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