Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Assaf Gavron, La mia storia, la tua storia 19/10/2009
La mia storia, la tua storia Assaf Gavron Traduzione di Davide Mano e Stefano Zolli Mondadori Euro 17,50
Non dovremmo perdere tempo, la vita è breve. Eitan Einoch a Tel Aviv lavora proprio in un’azienda di yuppies che ottimizza l’uso dei secondi, nei messaggi vocali ad esempio, nei semafori. Eppure per lui gli orologi si fermano: nel giro di pochi giorni Eitan sopravvive a tre attentati terroristici. Un miracolo. Il suo “resistere” alla morte lo fa percepire dal paese come un eroe, un simbolo, e dunque un obbiettivo speciale dei fondamentalisti palestinesi. In realtà Eitan è distrutto dal trauma: di quel che ha, la donna, il lavoro, non gli interessa più niente. Cerca solo i fili che lo legano a chi in quegli attacchi è stato ucciso. Ma Assaf Gavron, l’autore israeliano di La mia storia, la tua storia, non affronta la paura di Israele con toni tragici: anzi, velocemente, a capitoli alterni e pimpanti, ci fa viaggiare in una sorta di mondo parallelo dei palestinesi, dove il protagonista Fahmi – un ragazzo sconclusionato che il padre vuol convincere a studiare – viene trascinato dal fratello fanatico nel terrorismo. Inutile dirlo, le storie dei due sono destinate a incontrarsi. In Israele Gavron si è preso qualche critica per l’empatia con cui si mette nella testa degli estremisti. Ma alla fine, la fotografia dello Stato ebraico che ne esce è quella di una società plurale e libera. Dall’altra parte, c’è il terrorismo che avvelena i villaggi, fino a creare dei formicai impazziti.
Susanna Nirenstein L’Almanacco dei Libri - La Repubblica