Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 13/10/2009, a pag. 14, l'articolo di Fareed Zakaria dal titolo " Perché l’invio di altre truppe non è la soluzione in Afghanistan ".
Fareed Zakaria è contrario alla richiesta del generale McChrystal di inviare più truppe in Afghanistan perchè : "Gli Stati Uniti hanno un obiettivo principale: impedire ad Al Qaeda di ricostituirsi, addestrarsi e pianificare importanti attacchi terroristici. Negli ultimi otto anni questa missione ha ampiamente avuto successo.(...)I finanziamenti di Al Qaeda si stanno prosciugando, e il suo fascino politico è ai minimi storici.". La guerra in Afghanistan ha lo scopo di debellare il terrorismo, sradicandolo dal suo luogo di origine. La presenza dei talebani nella zona non è diminuita. Gli attentati nell'Occidente sono diminuiti, ma non per il presunto indebolimento di Al Qaeda. Il motivo va ricercato nell'aumento delle misure di sicurezza adottate nei paesi a rischio. Dopo l'11 settembre i controlli si sono moltiplicati. Sulla diminuzione del fascino politico di Al Qaeda non siamo pronti a scommettere: continuano a nascere e svilupparsi nuove cellule in giro per il mondo, fortunatamente smascherate e bloccate in tempo.
Zakaria scrive : "la maggior parte dei centri più densamente popolati restano sotto il controllo del governo di Kabul. Vale proprio la pena impegnarsi per prendere il controllo di tutti e 35 mila i villaggi sparsi nel territorio del Paese? ". Se lo scopo della guerra in Afghanistan è quello di combattere il terrorismo, non vediamo per quale motivo sia assurdo impegnarsi a liberare tutti e 35000 villaggi afghani dal predominio dei talebani. Non concludere la missione iniziata otto anni fa la renderebbe un inutile spreco di energie, denaro, e vite umane. In base a quale criterio, poi, avverrebbe la scelta di quali villaggi liberare e quali no? Alcune città sottostanno al governo di Kabul, ma non è detto che, lasciandole al loro destino, non tornino nelle mani dei talebani. Quelle andrebbero aiutate o no?
"Non è ben chiaro quanti guerriglieri talebani credano fermamente nella jihad applicata a livello globale" e non ha importanza saperlo. L'obiettivo non è distinguere fra talebani più pericolosi o meno, ma quello di spazzare via il terrorismo islamico. Non esistono "talebani buoni". Esistono i talebani e basta, e vanno sconfitti. Ecco l'articolo:
Fareed Zakaria
Alla base della richiesta del generale Stanley McChrystal di aumentare le truppe c’è l’idea che in Afghanistan stiamo fallendo nei nostri obiettivi. Ma le cose stanno veramente così? Gli Stati Uniti hanno un obiettivo principale: impedire ad Al Qaeda di ricostituirsi, addestrarsi e pianificare importanti attacchi terroristici. Negli ultimi otto anni questa missione ha ampiamente avuto successo. Al Qaeda è dispersa, in fuga, e incapace di dirigere attacchi della portata di quelli messi regolarmente in atto negli anni ’90. Quattordici dei 20 maggiori leader del gruppo sono stati uccisi da attacchi condotti da mezzi telecomandati. I finanziamenti di Al Qaeda si stanno prosciugando, e il suo fascino politico è ai minimi storici. E tutto questo non è frutto di un incidente, quanto della presenza americana nella regione e degli sforzi condotti per sconfiggere il terrorismo, intercettare i finanziamenti, ottenere informazioni, aiutare lo sviluppo e gli alleati, eliminare i nemici.
È certamente vero che la situazione in Afghanistan si è notevolmente deteriorata.
Sebbene le cose non stiano come in Iraq (le vittime tra i civili sono dieci volte inferiori), parte del Paese è di fatto sotto il controllo dei talebani. Altre aree sono in pratica terra di nessuno, ma si tratta di regioni scarsamente popolate, e la maggior parte dei centri più densamente popolati restano sotto il controllo del governo di Kabul. Vale proprio la pena impegnarsi per prendere il controllo di tutti e 35 mila i villaggi sparsi nel territorio del Paese? Si tratta di un obiettivo che è stato praticamente irraggiungibile negli ultimi 200 anni, un traguardo davvero troppo impegnativo per la missione alleata.
Perché la situazione della sicurezza è peggiorata? Principalmente perché il governo di Hamid Karzai è inefficiente e corrotto, e si è alienato la simpatia di un gran numero di pashtun, che sono quindi passati ai talebani. Non è chiaro se questo problema possa o meno essere risolto con la forza, o persino con un’intelligente strategia di contrasto alla resistenza locale. Di fatto, inviare più uomini, col clima attuale, potrebbe innescare una reazione antigovernativa o nazionalistica. È importante ricordare che l’elemento più importante e durevole relativo all’aumento delle truppe in Iraq non è stato l’afflusso delle truppe stesse, quanto piuttosto portare le tribù sunnite a cambiare schieramento offrendo loro sicurezza, denaro e un posto al tavolo delle trattative. Le truppe statunitensi ora si stanno ritirando e, nonostante alcuni episodi di violenza, i Sunniti non hanno ripreso le armi, perché il premier Nuri al-Maliki si preoccupa di continuare ad avere il loro sostegno.
Gli Stati Uniti e il governo afghano devono impegnarsi di più per allontanare le tribù Pashtun dalle fazioni talebane più radicali.
Non è ben chiaro quanti guerriglieri talebani credano fermamente nella jihad applicata a livello globale, ma la maggior parte dei comandanti americani con cui ho parlato è del parere che si tratti di una percentuale inferiore al 30%. L’altro 70% è spinto più che altro da fattori come denaro, pressioni subite da parte dei membri della stessa tribù o opposizione a Karzai. E se consideriamo attentamente la strategia di Washington in Afghanistan, va ricordato che in pratica la presenza di Al Qaeda in quel Paese è ormai pressoché inesistente. Mike Mullen, membro dei Joint Chiefs delle forze armate, ha di recente riconosciuto ciò che i servizi segreti statunitensi e tutti gli osservatori indipendenti dicono da tempo: Al Qaeda è in Pakistan, così come la leadership dei talebani afghani più estremisti (noti infatti come «Quetta Shura», essendo Quetta una città del Pakistan).
Eppure, spendiamo 30 dollari in Afghanistan per ogni dollaro speso in Pakistan.
Comunque un governo civile, la rimozione dei fanatici della Jihad dalla Swat Valley, un cambiamento negli atteggiamenti pubblici e l’aumento degli aiuti americani hanno contribuito a stabilire delle relazioni Usa-Pakistan decisamente più efficaci.
Ricordiamoci che gli Usa e i loro alleati hanno oggi ben 100 mila uomini in Afghanistan. Mantenerli lì è la cosa giusta da fare per tenere sempre a mente la posta in gioco, ma anche i costi e, soprattutto, gli altri interessi di vitale importanza per tutto il mondo, a cui gli Stati Uniti devono comunque prestare attenzione.
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