Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 28/09/2009, a pag. 17, l'articolo di Guido Olimpio dal titolo " L’Iran sfida il mondo con i missili dei Pasdaran ". Dal GIORNALE, a pag. 17, l'articolo di Luciano Gulli dal titolo " Teheran testa missili a lunga gittata: ora può colpire Israele ". Ecco gli articoli:
CORRIERE della SERA - Guido Olimpio : " L’Iran sfida il mondo con i missili dei Pasdaran "
Guido Olimpio
WASHINGTON — Messi nell’angolo, gli iraniani assicurano che il loro programma nucleare è «pacifico» ma poi fanno i duri. I Pasdaran hanno condotto ieri esercitazioni con lancio di missili terra-terra. Un modo per ammonire Israele e chiunque si opponga ai mullah. «Risponderemo a qualsiasi azione militare in modo risoluto e non importa che Stato o regime l’abbia lanciata », è stato il commento del comandante delle forze aeree dei Guardiani, generale Hussein Salami. Lo show è un chiaro tentativo di ostentare sicurezza davanti alle pressioni internazionali. Gli Usa hanno precisato che Teheran dovrà «entro poche settimane» autorizzare ispezioni nel nuovo sito nucleare di Qom, presentare documenti sui progetti atomici e permettere il controllo dei computer. Un diktat severo che avrebbe suscitato dubbi tra gli europei, disposti a concedere più tempo.
In ogni caso è chiaro che l’Iran, come ha detto il segretario alla Difesa Usa Gates, è «in una brutta posizione». E per non perdere la faccia ha giocato al rilancio. Ecco dunque le esercitazioni, accompagnate da riprese tv, annunci roboanti e invocazioni alla grandezza di Allah. Il generale Salami ha precisato che i suoi uomini hanno usato Shahab 1 e 2, Fateh (193 km), Tondar (150 km) e Zelzal (fino a 210 km), arma quest’ultima fornita anche all’Hezbollah libanese. Nella seconda fase, oggi, vi sarà il test di uno Shahab 3 in grado di centrare un bersaglio a quasi 2 mila chilometri. Per il comando dei Pasdaran gli ordigni potranno essere lanciati da posizioni difficili da individuare. E le scorte sono così abbondanti che «non sanno dove metterli (i missili, ndr)».
I programmi iraniani sono seguiti con attenzione dall’intelligence Usa. Gli esperti sostengono che se una parte dei sistemi è uno sviluppo di vecchi progetti russi (anni ’60) i nuovi vettori possono rappresentare una minaccia. I Pasdaran hanno, infatti, collegato la ricerca sui missili a quella con il nucleare. L’obiettivo è quello di mettere a punto un ordigno che trasporti una testata atomica. Un piano sviluppato con l’assistenza russa, cinese e nord coreana. Ma per migliorare i «pezzi», i Pasdaran sono andati a caccia di tecnologia in Occidente. E ne avranno bisogno di molta per costruire il loro primo missile strategico (4 mila km): per gli americani non vi arriveranno prima del 2015-2020.
In attesa di quella scadenza ostacolata da obiettive difficoltà tecniche, Teheran ha dato la priorità al medio raggio. Ed ha investito molto sulla versione «allungata» dello Shahab 3, sulla costruzione di lanciatori mobili e sull’adozione — ovviamente — di propellente solido. Rispetto a quello liquido, ha un grande vantaggio: il missile può essere lanciato senza una lunga preparazione. La scelta dello Shahab 3 non è casuale. Gli iraniani hanno bisogno di armi in grado di «battere» bersagli in Israele e nei Paesi del Golfo, dove sorgono molte basi statunitensi. Strumenti che non alterano il quadro strategico ma hanno un impatto politico non secondario e permettono al più debole di continuare a creare problemi coinvolgendo la popolazione civile. Una ripetizione, con testate più potenti e precise, di quanto fatto da Hezbollah e Hamas contro lo stato ebraico.
Il GIORNALE - Luciano Gulli : " Teheran testa missili a lunga gittata: ora può colpire Israele "

Teheran - Non si ferma la sfida di Teheran all’Occidente. L’Iran ha compiuto test su missili a lungo raggio. Lo ha riferito la televisione locale, spiegando che l’esperimento segue quelli compiuti su due missili Shahab 1 e Shahab 2 a breve gittata. Teheran ha lanciato prima uno Shahab 3 e subito dopo un missile Sajjil a lungo raggio. Sia lo Shahab 3 che il Sajjil hanno una gittata di circa 1.200 miglia, pari a 2mila chilometri. I due missili, dunque, sono in grado di colpire Israele, le basi americane in Medio Oriente e una parte dell’Europa. I missili Shahab 1 e Shahab 2 hanno una gittata, rispettivamente, di 300 e 435 chilometri.
Tensione L’annuncio arriva il giorno dopo quello in cui i Pasdaran hanno lanciato missili a corto raggio. Le esercitazioni delle Guardie Rivoluzionarie, che dovrebbero continuare per l’intera giornata, coincidono con il crescere della tensione con l’Occidente, dopo la scoperta che Teheran sta costruendo un secondo impianto per l’arricchimento dell’uranio.
Lancio in diretta tv La televisione ha mostrato le immagini del lancio, da un luogo imprecisato nel deserto. Quando il missile si è alzato nel cielo, lasciando dietro di sè una lunga scia di fumo bianco, grida di "Allah Akbar" si sono alzate dai militari presenti. Ieri, nell’ambito delle stesse manovre, erano stati testati missili a corto e a medio raggio. Lo scorso maggio l’Iran aveva detto di avere sperimentato con successo un altro vettore con una gittata di 2mila chilometri, il Sejil 2. Il portavoce del ministero degli Esteri, Hassan Qashqavi, ha detto che le manovre in corso "sono di routine e non hanno nulla a che vedere" con le tensioni sul programma nucleare della Repubblica islamica. Il potenziale militare testato nell’esercitazione, ha aggiunto il portavoce, ha solo un fine "deterrente".
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