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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio - Corriere della Sera Rassegna Stampa
23.09.2009 Ahmadinejad minaccia : ' Le mani tagliate a chi tocca l’Iran '
mentre prepara le nuove armi

Testata:Il Foglio - Corriere della Sera
Autore: Daniele Raineri - la redazione del Corriere della Sera
Titolo: «Tutte le (nuove) armi di Teheran per rispondere alla pressione internazionale»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 23/09/2009, a pag. I, l'articolo di Daniele Raineri dal titolo "  Tutte le (nuove) armi di Teheran per rispondere alla pressione internazionale". Dal CORRIERE della SERA, a pag. 5, l'articolo dal titolo " Le mani tagliate a chi tocca l’Iran ". Ecco gli articoli:

Il FOGLIO - Daniele Raineri : "  Tutte le (nuove) armi di Teheran per rispondere alla pressione internazionale"

Roma. L’Iran arriva all’Assemblea generale delle Nazioni Unite sapendo di essere il problema al centro degli incontri diplomatici più importanti. Nei prossimi giorni la pressione internazionale contro il programma nucleare di Teheran è destinata a crescere e diventare sempre più forte. Per questo ieri il regime ha deciso di preparare il suo arrivo a New York con un’ostentazione di forza. Alla parte tecnica per impensierire gli analisti occidentali, ha pensato il direttore dell’Organizzazione nucleare dell’Iran, l’ex pasdaran Ali Akbar Salehi. “I nostri scienziati – ha detto – hanno costruito una nuova generazione di centrifughe che in questo momento sono in prova. Riescono ad arricchire una quantità di uranio cinque volte maggiore rispetto ai modelli precedenti. Grazie alle nuove centrifughe, l’Iran si aspetta di incrementare la sua capacità di arricchimento di dieci volte”. Alla parte meno tecnica e più di propaganda ha pensato, con la consueta retorica aggressiva, il presidente Mahmoud Ahmadinejad. “Le nostre forze armate taglieranno le mani di chiunque nel mondo premerà il grilletto contro di noi”. Il paese è così pronto a resistere che “nessun potere osa immaginare un’invasione contro di noi. Resisteremo contro tutti gli invasori”. Il discorso di Ahmandinejad, che oggi parlerà all’Assemblea delle Nazioni Unite nel Palazzo di Vetro di New York, è stato pronunciato durante la parata vicino al cimitero militare di Teheran che ogni anno ricorda l’inizio della sanguinosissima guerra contro l’Iraq negli anni Ottanta. Davanti al presidente e al suo paio di occhiali scuri viola sono sfilati anche i missile terra aria russi Tor-1, acquistati nel 2007 da Mosca. Il Tor-1 è un sistema automatico che scopre i suoi obiettivi a 25 chilometri li distrugge a dodici chilometri di distanza, anche due nello stesso momento, di notte e di giorno, con qualsiasi tempo. Gli iraniani ne hanno acquistati circa trenta e li hanno piazzati attorno al sito nucleare di Busher. Ma ora cercano la versione migliore: vogliono il più potente sistema russo S-300, capace di abbattere aerei e missili nemici quando ancora sono a centosettanta chilometri di distanza. Per ora Mosca temporeggia clamorosamente, per fare entrare la compravendita tra i fattori del complesso gioco diplomatico di scambi e offerte che conduce con Washington e Gerusalemme. La parata di Teheran doveva essere l’esibizione iraniana di forza prima della partenza per New York, ma è stata rovinata dallo schianto di uno degli aerei a sud della capitale. La mancanza di pezzi di ricambio tecnologici per gli aerei – a causa dell’embargo – è un problema fisso del governo. Il regime ha fatto pure uscire la notizia che Obama è pronto a vendere 20 aerei passeggeri della Boeing all’Iran come gesto di apertura e buona volontà. Ma Washington ha negato con decisione: Teheran stava semplicemente tentando di indicare che cosa vorrebbe per regalo. Più delle armi visibili in parata, preoccupa il programma d’armamento che rimane non visibile. Nel suo ultimo rapporto, l’Agenzia atomica delle Nazioni Unite sostiene che l’Iran ha già abbastanza uranio arricchito per produrre una bomba atomica e sta sviluppando una testata missilistica capace di trasportarla. Da più di un anno gli iraniani rifiutano di discutere con l’Aiea le modifiche al progetto dello Shahab 3, il modello di missile intercontinentale che dovrebbe fare da vettore alla Bomba – ieri sfilato assieme alle altre armi davanti al palco di Ahmadinejad. Dall’altra parte, si moltiplicano i segnali e i movimenti. Ieri il Washington Times ha rivelato l’esistenza di una proposta israeliana sui settlement alternativa alla posizione ufficiale di Netanyahu – il premier in linea di principio è contrario a qualsiasi congelamento – che fermerebbe la costruzione di nuove case per almeno sei-nove mesi, come gesto di apertura. Zbigniew Brzezinski, ex consigliere per la Sicurezza nazionale e anche ispiratore della politica estera realista, ieri in un’intervista al Daily Beast ha detto che se i bombardieri israeliani si levassero in volo per colpire i siti iraniani, i caccia americani in Iraq “dovrebbero impedirne il passaggio, anche affrontandoli. Non siamo bambini impotenti”.

CORRIERE della SERA - " Le mani tagliate a chi tocca l’Iran "

TEHERAN — L’Iran «taglierà le mani» a chiunque oserà attaccarlo. Lo ha detto ieri il presidente Mahmoud Ahmadinejad, aggiungendo che i Paesi stranieri devono al più presto ritirarsi da Iraq e Afghanistan. Il presidente della Repubblica Islamica ha lanciato l’ennesima provocazione ieri mattina a Teheran, a una parata militare nel 29˚ anniversario dell’attacco iracheno all’Iran, prima di imbarcarsi per New York, dove oggi prenderà la parola nell’assemblea annuale dell’Onu. Un portavoce di Ahmadinejad ha dichiarato che quest’ultimo porterà a New York un messaggio di «pace e amicizia». Ma solo pochi giorni fa il presidente era tornato a mettere in dubbio l’Olocausto e sostenuto che Israele è ormai «alla fine» dei suoi giorni. E ieri ha aggiunto: «Nessuna potenza può più invadere l’Iran: ogni mano che si tendesse per premere il grilletto contro di noi, sarebbe tagliata dalle nostre forze armate».

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