Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 16/09/2009, in prima pagina, l'articolo dal titolo " Zap a Kabul ".
" Madrid preme da tempo per sostituire il generale Claudio Graziano alla testa di Unifil con un generale iberico ma senza raddoppiare gli effettivi come chiede invece Roma per ridurre le sue truppe.". L'Unifil è in grado solo di dar la caccia alle mucche israeliane e lasciarsi sfuggire terroristi. Ha poca importanza se a guidarla sia il generale Graziano o qualcun altro. Ecco l'articolo:
Zapatero
Roma. Aumenta la tensione tra Roma e Madrid sulle missioni militari oltremare. In Afghanistan il comando italiano ha dovuto affrontare un’estate di battaglie senza poter contare sui 780 militari spagnoli, saliti a 1.250 per le elezioni ma limitati dai rigidissimi caveat imposti dal governo Zapatero. Limitazioni che impediscono azioni offensive, anche al fianco degli afghani e che consentono l’uso delle armi soltanto per autodifesa. Per questo il comando italiano ha sciolto il battaglione misto italo-spagnolo per farne due di parà italiani, uno dei quali a Bala Murghab, area violenta della provincia di Badghis ufficialmente assegnata alle truppe di Madrid ma di fatto difesa dagli italiani. Alle battaglie combattute tra maggio e luglio in quest’area non ha partecipato nessun reparto spagnolo e Madrid ha negato l’aiuto dei suoi sei elicotteri da trasporto e dei velivoli teleguidati Searcher, schierati a Herat come “assetti nazionali” ma non disponibili per gli alleati. Con questi caveat anche i 220 rinforzi annunciati influiranno ben poco. La scarsa combattività degli spagnoli ha favorito l’iniziativa talebana e quando muovono dalla base di Qal-i-Now cadono spesso in imboscate dalle quali solo i jet americani e più spesso gli elicotteri d’attacco italiani A-129 Mangusta riescono a trarli in salvo. A settembre il contingente ha subito almeno quattro attacchi, in particolare nell’area di Sabzak dove il 4 settembre i Mangusta hanno eliminato 13 talebani. Dal 2007 gli A-129 sono intervenuti almeno una dozzina di volte in aiuto degli spagnoli che a Herat mantengono il comando della base aerea (Forward Support Base). Una leadership contestata da Roma, che non ha più senso oggi che l’Italia schiera 3.000 militari, 18 elicotteri e 5 aerei. Anche in Libano i rapporti di forze sono circa gli stessi, 2.400 italiani e 1.000 spagnoli ma Madrid preme da tempo per sostituire il generale Claudio Graziano alla testa di Unifil con un generale iberico ma senza raddoppiare gli effettivi come chiede invece Roma per ridurre le sue truppe. A complicare la corsa spagnola al vertice di Unifil contribuirebbe anche lo scarso gradimento di Israele, che considera il governo Zapatero troppo filo arabo.
Per inviare la propria opinione al Foglio, cliccare sull'e-mail sottostante