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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera-La Repubblica Rassegna Stampa
08.09.2009 Il caso Hilu-Sarid, una storia di corruzione letteraria
spacciata per sopraffazione politica

Testata:Corriere della Sera-La Repubblica
Autore: Francesco Battistini-Redazione
Titolo: «Polemiche sul vincitore, cancellato il premio-Tolto il premio ad Alon Hilu, scrittore scomodo»

Di Alon Hilu abbiamo già scritto quando gli fu ritirato il premio Sapir, il premio letterario più importante d'Israele, perchè nella Giuria c'era il potente Yossi Sarid, icono della sinistra pacifista, il che non sta tanto bene quando il premiato è un suo stretto parente, Ma questo fatto non c'è nella cronaca di Francesco Battistini, sul CORRIERE della SERA di oggi, 08/09/2009, a pag.33, con il titolo " Polemiche sul vincitore,cancellato il premio".  Strano, perchè in genere è sempre attento, mentre in questo caso ha preferito dare rilievo a delle motivazioni del tutto marginali. Perchè Israele premia gli intellettuali che la criticano, anzi, si diventa famosi solo se se ne parla male. Semmai Hilu arriva solo buon ultimo di una lunga serie.
Ne scrive invece REPUBBLICA in una breve, riportando i lamenti di Sarid, il quale neanche lontanamente ha pensato che non era elegante premiare un parente, la cosa sapeva troppo di conflitto d'interesse. Meglio sviare la pista, e buttarla su una lite fra editori che invece non c'è stata. Era lui, l'onesto e nobile Sarid la causa, ma non sia mai che si critichi, almeno sui giornali italiani, un ex ministro socialista-pacifista. Non è mica Lieberman, chi si crederà mai di essere ! Hilu viene invece definito "scrittore scomodo", cioè la vittima. Ah, Repubblica, che sembra ignorare, quando le fa comodo per attaccare Israele, che sono gli scomodi ad avere onori e successi, basta che non siano parenti di chi li premia. Questa volta è sembrato troppo persino a sinistra.

 a sin.Alon Hilu, poi Yossi Sarid. Parenti.
Ecco gli articoli:

Corriere della Sera-Francesco Battistini: " Polemiche sul vincitore, cancellato il premio "

TEL AVIV — Puoi tu, Stato, finanziare un pre­mio che ti delegittima? Di più: siete disposti, ara­bi ed ebrei, a dare soldi a uno che descrive i vo­stri antenati come libertini e colonizzatori senza scrupoli? Tre mesi di dibattito sui giornali e la giuria del Pras Sapir, il più ricco trofeo letterario d’Israele, ha risolto con un salomonico taglio: quest’anno, il premio non verrà assegnato. Un vincitore per la verità c’era: Alon Hilu, astro nascente dei romanzieri israeliani fra le tre stelle fisse Grossman-Oz-Yeho­shua, gratificato di 30mila euro per La casa di Dajani e d’un personale elogio di Shimon Peres, il capo dello Stato, che vi ha letto «un libro straordinario».

Hilu non avrà né i soldi, né gli applausi.

La motivazione ufficiale adesso è che sa­rebbe stato favorito dalla presenza in giuria d’un ex deputato suo parente — intollerabile conflitto d’interessi visto che il Sapir prende i soldi pubblici dal Mifal ha-Pais, una specie di Superena­lotto —, ma un segno profondo l’hanno lasciato anche le polemiche di queste settimane: «Va be­ne l’autocritica — ha scritto il quotidiano 'Ma’ariv' — , ma quando ebrei e sionisti sono dipinti in questo modo, si passa dalla critica alla delegittimazione dello stesso Stato ebraico».

Il clima è troppo avvelenato, dicono i giurati. Contro i «favoritismi» a Hilu, trentasettenne av­vocato con la passione dell’hi-tech, in pubblica­zione italiana da Einaudi, si sono scatenati gli al­tri scrittori in concorso. Ma contro il suo «antise­mitismo » si sono mosse potenti associazioni vi­cine alla destra e lo stesso governo Netanyahu: il premio è sospeso e forse non verrà assegnato neppure nel 2010. «Ho scritto un libro che sape­vo sarebbe stato discusso», dice l’autore: «Vole­vo raccontare gli anni della fondazione di questa città. Gli ebrei dicono sempre le stesse cose: che la costruirono sulla sabbia, che gli arabi se ne an­darono
via, che qui non c’era nulla...». Nella Ca­sa di Dajani invece si narra la Naqba, la tragedia palestinese, con gli occhi e il linguaggio ottocen­tesco di personaggi realmente esistiti, l’arabo Sa­lah Dajani e l’ebreo askenazita Haim Kalvarisky.

Il romanzo, basato su documenti storici, in­treccia e fa scontrare i destini delle due fami­glie. Anche troppo: la descrizione dell’adultera madre di Dajani che cade fra le braccia del cini­co Kalvarisky, affamato delle altrui proprietà, ha
fatto imbufalire i discendenti dell’una e dell’al­tro. È il secondo libro che Hilu, figlio d’ebrei rientrati in Israele dalla Siria, dedica al tema del­l’Alya, il ritorno, trattato in modo meno conven­zionale: se in Morte di un monaco irritò i religio­si, dando un’interpretazione omosessuale di molti eventi storici, stavolta ritrae gli ebrei co­me colonizzatori. Hilu non risparmia i padri del­la patria, Ben Gurion e Moshe Dayan, «guerra­fondai che sguazzano nel sangue». Dice che «nel sionismo ci sono aspetti del colonialismo» e che «quello fra immigrati ebrei e palestinesi fu un tipico incontro fra colonizzatori e nativi». Ora che la decisione di metterlo all’indice è uffi­ciale, querelerà gli organizzatori del Sapir. E in tribunale non andrà a parlare solo di giurati e raccomandati.

La Repubblica- " Tolto il premio ad Alon Hilu, scrittore scomodo "

TEL AVIV - Scorrono veleni nei salotti letterari israeliani. Al centro della vicenda c´è Alon Hilu, uno dei più promettenti scrittori. Il suo romanzo, Ahuzat Dajani, La Casa Dajani, una saga della prima immigrazione ebraica vista dalla prospettiva palestinese, ha vinto in giugno il prestigioso premio letterario Sapir, nonostante le proteste sia da parte israeliana che palestinese. Eppure un "conflitto d´interessi" lo ha costretto ieri a restituire, assieme al trofeo, il compenso (30 mila euro). La contestazione riguarda il legame fra l´autore e il presidente della giuria, l´ex deputato di sinistra e ministro Yossi Sarid, che avrebbe condotto affari con l´editore del libro, Yedioth Books. Sarid è amareggiato: «Dopo 40 anni alla Knesset e al governo, ho scelto il campo letterario, e per la prima volta è messa in discussione la mia onestà: tutto per la grettezza e le vendette incrociate fra autori e editori».

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