Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Caro Zeffirelli, si dissoci dall’appello per Farouk Hosni La lettera aperta di Pierluigi Battista
Testata: Corriere della Sera Data: 31 agosto 2009 Pagina: 35 Autore: Pierluigi Battista Titolo: «Caro Zeffirelli, si dissoci dall’appello»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 31/08/2009, a pag. 35, l'articolo di Pierluigi Battista dal titolo " Caro Zeffirelli, si dissoci dall’appello ".
Gentile Franco Zeffirelli, davvero non si capisce perché lei, sempre orgogliosamente refrattario all’arruolamento firmaiolo, proprio stavolta abbia ceduto alla tentazione presenzialista sottoscrivendo uno sconfortante appello. Come ha riferito Dino Messina sulCorriere , lei, accettando la variegata compagnia di Gian Luigi Rondi e Renato Nicolini, Manuela Kustermann e il critico d’arte dell ’OsservatoreRomano Sandro Barbagallo, ha infatti auspicato che un antisemita, Farouk Hosni, possa essere premiato con la poltrona di direttore generale dell’Unesco, un organismo internazionale votato alla difesa dei valori della tolleranza e del rispetto universale. Un errore grossolano, non le pare? Forse «antisemita» è troppo? Ma un ministro egiziano della Cultura che promette di «bruciare personalmente i libri israeliani se ne trovassi nelle librerie in Egitto», se non è «antisemita» allora cos’è? E se un personaggio come Hosni si batte come un leone perché al Cairo non procedano i lavori per un museo della cultura e dell’arte ebraica, hanno avuto torto Bernard-Henri Lévy, Claude Lanzmann ed Elie Wiesel a lanciare l’allarme per una candidatura così sciagurata? Voi sostenete, un po’ imprudentemente, che le parole di Hosni sono «state mal tradotte e male interpretate»: eccesso di zelo, giacché è stato lo stesso Hosni a scusarsene (tardivamente). E poi il candidato all’Unesco a favore del quale lei ha deciso di spendersi con tanta generosità è un recidivo dell’odio per Israele. Una volta ebbe ad affermare che la cultura israeliana è addirittura «inumana ». In un’altra circostanza ha denunciato «l’infiltrazione degli ebrei nei mass media internazionali ». Se non bastasse, è notoria la sua amicizia cordiale con Roger Garaudy, uno degli esponenti di punta dell’internazionale negazionista che considera la Shoah una «menzogna» diffusa ad arte dal sionismo per legittimare lo Stato di Israele. Maestro Zeffirelli, non le basta tutto questo per riconoscere l’errore della sua adesione all’appello che intende favorire la nomina di un antisemita ai vertici dell’Unesco? Lei che è un veterano delle battaglie anticonformiste, un cultore del bel gesto coraggioso fino alla temerarietà, non potrebbe dissociarsi con spettacolare evidenza dall’appello così frettolosamente sottoscritto? Forse lei non era a conoscenza della pervicace vocazione del signor Hosni all’invettiva antiebraica e anti-israeliana, ma adesso davvero lei non sente nessun imbarazzo a sposare la causa di un uomo che farnetica di «infiltrazioni degli ebrei» e che auspica addirittura il rogo dei libri israeliani? E che credibilità potrebbe avere l’Unesco se al suo vertice operasse un dirigente che vorrebbe incenerire i libri di Yehoshua, Amos Oz, David Grossmann? Ci ripensi, Maestro Zeffirelli. Può sempre capitare di sottoscrivere un appello sbagliato. Basta accorgersene in tempo. Con cordialità e stima.
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