Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Per capire la complessità del conflitto più discusso e meno conosciuto al mondo il saggio di Marco Paganoni, direttore del sito Israele.net, che raccoglie in volume più di 100 articoli sullo Stato di Israele dal 1990 a oggi, è un punto di partenza imprescindibile. Il conflitto israelo-arabo-palestinese viene ripercorso nei suoi ultimi quindici anni – dalle radiose speranze alle cocenti delusioni del processo di pace – nel costante sforzo di mettere in luce le circostanze, le ragioni di fondo ma anche quegli ambigui pretesti che non di rado hanno tanto affascinato gli osservatori stranieri. Con l’auspicio, come insegna l’apologo di Fedro (Ad rivum eundem…) di non confondere chi si atteggia a vittima con chi vittima è veramente.
Marco Paganoni Dimenticare Amalek Rimozione e disinformazione nel discorso della sinistra sulla questione israeliana Giuntina
Il discorso della sinistra di classe di fronte alla questione israeliana si alimenta troppo spesso di mistificazioni e di miti ricorrenti, al punto da apparire talvolta interamente strutturato su di essi. A perpetuare tale discorso contribuisce sicuramente un'opera di disinformazione e rimozione che porta a dimenticare ciò che hanno fatto tutti gli Amalek, grandi e piccoli, dentro e fuori il Medio Oriente. Dinanzi all’interrogativo se questa disinformazione sia causa oppure effetto del pregiudizio antisionista di sinistra l’autore invita la cultura di sinistra più coerente a riflettere senza reticenze.