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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
25.08.2009 Inglourious Basterds di Quentin Tarantino piace ai critici americani e tedeschi
Cronaca di Francesco Battistini

Testata: Corriere della Sera
Data: 25 agosto 2009
Pagina: 43
Autore: Francesco Battistini
Titolo: «Gli ebrei di Tarantino scuotono Israele»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 25/08/2009, a pag. 43, l'articolo di Francesco Battistini dal titolo " Gli ebrei di Tarantino scuotono Israele ".

Ritorneremo sul film di Tarantino quando sarà in programmazione nelle sale italiane.

 Una scena del film

GERUSALEMME — Kill Hit­ler 1: «Io — dice Quentin Taranti­no alla stampa israeliana — non so come mi sarei comportato al posto vostro, se avessi avuto a che fare con gente come i nazi­sti. Beh, o ti mangi il lupo o è il lupo che mangia te... Credo che molti ebrei abbiano pen­sato alla vendetta. Duran­te e dopo. E credo che, sì, ci avrei pensato an­ch’io ». Kill Hitler 2: «Ne­gli ultimi trent’anni, i film sulla Seconda guer­ra mondiale ci hanno raccontato tutto della Shoah. Ma nessuno l’ha mai letta come una gran­de storia criminale, un thriller. Questo non è un film sull’Olocausto. È un film anni 60, tipo Quella sporca dozzina : un gruppo di ra­gazzi ebrei, una vendetta da com­piere. Ammazzare i nazi che se no ammazzano te. Quando l’ho presentato al Memorial dell’Olo­causto di New York, ed è stato accolto bene, prevedevo com­menti del genere: 'Però Schind­ler’s List ...'. Ecco, non aspettate­vi Schindler. Nel mio film c’è molto umorismo. E se metti l’umorismo in temi delicati, è comprensibile che qualcuno si senta toccato...».
Toccato, travolto, trafitto.
In­glourious Basterds si copre di gloria nei cinema americani, co­me mai era accaduto a Taranti­no.
Supera la prima del fuoco a Berlino, fra l’entusiasmo dei cri­tici di Faz e Tagesspiele . Ma il 17 settembre si prepara alla platea più difficile e mica a Cannes: in Israele. Un posto dove la Shoah è da maneggiare con cura. Dove Spielberg non si sognerebbe mai di proiettare uno schiavo di Hitler che tira fucilate sui tede­schi o Benigni di mostrare l’ebreo che frega il kapò e dove invece la fantasia di Quentin — ebrei che scotennano i nazi, mas­sacrano le Ss e inceneriscono il Terzo Reich — a parere di molti sfiora l’antistoricità, il politica­mente scorretto.
«Kosher porno», il sogno proibito degli ebrei, l’ha definito un giornale. E il cineforum è già cominciato: «Non andrò a veder­lo — dice Yehuda Bauer, storico della Shoah all’Università Ebrai­ca, 19 libri sull’argomento, con­sulente di registi (Spielberg com­preso) —. Quando si rovescia la storia, rappresentando ebrei car­nefici e nazisti vittime, si com­mette un falso. Sia pure con la scusa dell’ironia. Ci sono stati ca­si di vendetta, ma pochissimi. Già noti. E ben diversi da come li racconta Tarantino. A lui inte­ressa solo mostrare la violenza di quell’epoca, per fare soldi: una speculazione che non mi piace».
Fiutandolapolemica,ilquoti­diano israeliano
Haaretz ha mandato subito un giornalista in Germania a tastare l’umore dei tedeschi (domanda: sono pronti a vedersi torturare dalle loro ex vittime? Risposta: sì), per chiedere poi lo stesso ai suoi let­tori. Ricevendo commenti meno unanimi, orgogli e rancori, umo­ri divisi: «Grande Tarantino! È giusto che un film si domandi: che cosa sarebbe successo se?...» (Joan Stuchner); «Taranti­no si crede Mel Brooks, ma non lo è» (Zendog); «Perché inventa­re una storia, quando c’è già la Storia? Gli ebrei hanno vinto, i nazisti hanno perso» (Benja­min); «Questo è revisionismo storico. Come ebreo, vi dico che nessuno della mia stirpe ha mai ammazzato i tedeschi. È succes­so il contrario. E l’unica vendetta possibile fu la fuga» (Billy Jack); «Ve l’assicuro: noi tedeschi sia­mo preparati a vedere questo film. Perché non stiamo ancora seduti sulle nostre rovine, non ri­muginiamo. Spiacenti, ma sia­mo diventati uno dei Paesi più prosperi e pacifici del mondo!» (Robert, nipote di nazisti).
In Germania, la censura ha tol­to le svastiche dai cartelloni del film. Forse, si farà lo stesso in Israele.
Un caso Tarantino farà bene al botteghino, anche se il regista è troppo scafato per abboccare. E quando s’insinuano le domande sull’antisemitismo, sa come ri­spondere: «L’attore che interpre­ta un ufficiale nazista, Christoph Waltz, ha un figlio rabbino». Dav­vero? E dove vive? «In Israele. Tutte le volte che avevo bisogno d’un parere, chiamavo lui».

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