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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
21.08.2009 Oggi in Malesia. Domani in Italia ?
Modella condannata a essere frustata per aver bevuto una birra

Testata: Corriere della Sera
Data: 21 agosto 2009
Pagina: 16
Autore: Marco Del Corona
Titolo: «Kartika, la modella condannata a sei frustate per una birra»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 21/08/2009, a pag. 16, l'articolo di Marco Del Corona dal titolo " Kartika, la modella condannata a sei frustate per una birra ".

Kartika Sari Dewi Shukarno

PECHINO — Alla Corte della Sharia non bastava che Kartika Sari Dewi Shukarno ammettes­se il suo peccato. Kartika, la modella Kartika, sapeva di aver sbagliato. Ma dopo il delit­to serviva il castigo. E il casti­go arriva. Kartika — addirittu­ra — gli va incontro spavalda, «è giusto che io sia punita», e per sottoporsi al verdetto rien­tra dall’estero nella sua Malay­sia. La aspettano sei colpi di canna di rattan, così hanno sta­bilito un mese fa i magistrati che applicano la legge coranica ai malesi di fede musulmana. Kartika è malese e musulma­na, dunque soggetta alla sha­ria. La sua colpa è essere stata sorpresa nell’agosto dell’anno scorso a bere birra in un night club in Pehang, uno degli stati orientali più conservatori.
Kartika è una peccatrice e non lo ha mai negato. «Non ho paura perché da subito ero pronta alla punizione — ha confidato — e le autorità pen­sano di utilizzare il mio caso per educare i musulmani. Fac­ciano pure. Per me la vita conti­nua ». Sposata, madre di due bambini, 32 anni, Kartika ha ri­cevuto a Singapore, dove vive, la notizia del mandato d’arre­sto spiccato martedì scorso. La­sciata l’isola-Stato, troverà una prigione malese, dove re­sterà da lunedì per una setti­mana. Verrà sottoposta a esa­mi medici per verificare se il suo fisico possa sopportare le nerbate, quindi sarà il momen­to del supplizio, che le verrà in­flitto da una guardia carceraria
donna. A completare la pena, una multa di 5mila ringgit, cir­ca 1.100 euro. «I giovani impa­rino dal mio caso», aveva di­chiarato in luglio all’agenzia di stampa Bernama.
Per la storia criminale della Malaysia si tratta di un evento senza precedenti. Non era mai accaduto — ricorda il suo avvo­cato, Mohamad Zuki Che Muhamad Ghani — che una donna venisse punita con i col­pi di canna per aver violato la legge coranica. Chi non è sor­preso è il padre, Shukarno Mu­talib: «Nessuna tristezza, noi siamo musulmani e siamo d’ac­cordo », anche se il più delle volte il musulmano sorpreso a bere alcol viene multato (il massimo della pena, però, è di 3 anni in cella). Ci sono gruppi per i diritti delle donne e parla­mentari che hanno espresso contrarietà a una punizione crudele, generalmente riserva­ta agli uomini che si siano mac­chiati di gravi reati. Tuttavia, se stupratori, corrotti e corrut­tori vengono percossi con can­ne pesanti, a Kartika sembra sia riservata una canna sottile. La convivenza e l’intreccio, in Malaysia, delle leggi e delle istituzioni ordinarie e delle cor­ti coraniche è un elemento che produce cortocircuiti legali e morali. Con le Corti della Sha­ria competenti per i musulma­ni su questioni religiose e sul diritto di famiglia, a suscitare controversie sono spesso le ac­cuse di apostasia a chi si con­verte al cristianesimo o senten­ze circa vicende coniugali. Lai­ci e musulmani moderati met­tono in guardia dai rischi di un’erosione delle prerogative dello Stato secolare in un Pae­se federale dove sì i due terzi della popolazione sono musul­mani, ma nel quale le minoran­ze cinese (soprattutto) e india­na hanno un peso decisivo. In una situazione politica e socia­le complessa, di fronte alla cri­si di legittimità del partito di maggioranza Umno, l’opposi­zione islamica ha aumentato la sua influenza negli stati più tra­dizionalisti, consolidando allo stesso tempo l’autorità delle corti coraniche. Gli sfregi sul corpo di Kartika potrebbero non essere gli ultimi.

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