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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
18.08.2009 Yale e Maometto: quando l'università oltrepassa la soglia del ridicolo
Il commento di Pierluigi Battista

Testata: Corriere della Sera
Data: 18 agosto 2009
Pagina: 14
Autore: Pierluigi Battista
Titolo: «Yale e Maometto: quando l'università oltrepassa la soglia del ridicolo»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/08/2009, a pag. 14, l'articolo di Pierluigi Battista dal titolo " Yale e Maometto: quando l'università oltrepassa la soglia del ridicolo ".

 " Stop, stop! Abbiamo finito le vergini! "

Non c’è niente di peggio che do­nare alla paura una nobile paten­te culturale. Perciò sarebbe stato meglio, e molto più dignitoso, se gli illustri edito­ri dell’Università di Yale avessero detto: «Nella nostra accademica pubblicazione che mette insieme tutte le vignette che hanno scioccato il mondo non includere­mo quelle dedicate a Maometto per evita­re rappresaglie fondamentaliste, minacce jiahdiste all’incolumità nostra e dei nostri studenti, perché il terrore domina i nostri comportamenti e dunque preferiamo l’au­tocensura al pericolo di farci nemici gli in­tegralisti dell’Islam». Invece no, questo onesto e decente discorso i censori di se stessi non l’hanno fatto. Il New York Post ha accusato Yale di «codardia». Ma forse avrebbe dovuto aggiungere che con que­sta autocensura una prestigiosa Universi­tà ha oltrepassato la soglia del ridicolo.
Se si pensa che hanno avuto paura per­sino di un’illustrazione dell’Inferno dante­sco di Gustavé Dore in cui veniva raffigura­to un Maometto sgradevole e minaccioso, ci si rende conto che il problema non è la qualità artistica delle vignette danesi can­cellate. La smania del politicamente cor­retto colpisce anche l’America che pure aveva accolto la Hirsi Ali costretta a una
vita blindata nell’ex tollerante e illumina­ta Olanda. Tale è il timore di provocare re­azioni violente, da ritenere offensiva persi­no la semplice notizia delle cose, e cioè l’esistenza di vignette che hanno sciocca­to eccome il mondo.
La libertà d’espressione, invocata ogni volta che i bersagli non siamo animati da veemente spirito vendicativo, viene mes­sa tra parentesi e sospesa sine die. Il sacro recinto universitario, dove si suppone che le informazioni culturali debbano essere complete e integrali, diventa muto e imba­razzato. Si concepiscono libri preventiva­mente purgati, si offre un quadro mutila­to e quindi distorto della rassegna che si intende divulgare attraverso un libro. Si mimetizza la paura, accampando scuse culturali risibili. Hanno censurato persino Doré: come se da noi si offrisse un’edizio­ne amputata dell’Inferno di Dante pensan­do di fare del bene al mondo. Ridicolo. Ma anche documento terribile di un’abitu­dine autocensoria che ormai dilaga incon­trastata persino nelle nostre università. Dove anche la libertà d’opinione e la com­pletezza dei dati rischiano di diventare un optional superfluo.

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