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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
17.08.2009 Iran : Ahmadinejad cerca di nascondersi dietro l'alibi delle donne ministro
Clotilde Reiss rilasciata su cauzione

Testata: Corriere della Sera
Data: 17 agosto 2009
Pagina: 10
Autore: Paolo Conti - Viviana Mazza
Titolo: «Se Ahmadinejad cerca di nascondersi dietro l'alibi delle donne ministro - Libera Clotilde Reiss. Ahmadinejad annuncia: 'Tre donne al governo'»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 17/08/2009, a pag. 10, il commento di Paolo Conti dal titolo " Se Ahmadinejad cerca di nascondersi dietro l'alibi delle donne ministro ", a pag. 12, l'articolo di Viviana Mazza dal titolo " Libera Clotilde Reiss. Ahmadinejad annuncia: 'Tre donne al governo' ". Ecco gli articoli:

Paolo Conti : " Se Ahmadinejad cerca di nascondersi dietro l'alibi delle donne ministro "

 Ahmadinejad

Mahmoud Ahmadinejad non na­sconde la sua soddisfazione an­nunciando che «almeno tre donne» entre­ranno nel suo nuovo esecutivo per la pri­ma volta nella storia della Repubblica isla­mica nata dalla rivoluzione del 1979. Sicu­ramente Fatemeh Ajorlou sarà ministro degli Affari sociali, ha anticipato il presi­dente ormai al suo secondo (discussissi­mo) mandato, mentre Marzieh Vahid Da­stjerdi sarà la nuova responsabile della Sa­nità. Ancora sconosciuta l’identità della terza designata. Alla tv, Ahmadinejad ha sottolineato la novità affermando che «con le decime elezioni presidenziali sia­mo entrati in una nuova era, le condizioni sono completamente cambiate».
È del tutto evidente il contrappasso me­diatico che il presidente iraniano intende imporre: mi contestate come conservato­re e invece vi sorprendo con tre donne mi­nistro. Sarebbe fin troppo facile ricordare che già Kathami nominò vicepresidente della Repubblica una donna accorta, intel­ligente, progressista, ambientalista come Masumeh Ebtekar che diventò un suo ascoltatissimo consigliere politico. Ma non è questo il punto. Perché diventa og­gettivamente impossibile vedere nella scelta di Ahmadinejad uno spiraglio di cambiamento mentre l’Occidente tanto ha faticato per vedere finalmente liberata (su cauzione) la cittadina francese Clotil­de Reiss, condannata per spionaggio solo per aver partecipato alle proteste post-elettorali, costretta a «confessare» per evitare il peggio.
E diventa addirittura crudele ogni fe­steggiamento se si ricorda l’ultimo sguar­do della giovane e bella Neda, trucidata in una via di Teheran solo perché stava parte­cipando a una manifestazione che in qual­siasi Paese libero e veramente democrati­co sarebbe stata serena, festosa. O se si pensa alla disperata denuncia dell’ex can­didato riformista alla presidenza della Re­pubblica, Mehdi Karrubi, che continua a esporsi e a protestare per i morti in carce­re «dopo torture e stupri».
L’autentica, cruda, sanguinosa verità sulla condizione femminile in Iran la co­nosce bene il premio Nobel Shirin Ebadi, avvocata di centinaia di iraniane private dei loro più elementari diritti civili. Non bastano tre donne ministro per cancellare tutto questo. E (forse) Ahmadinejad lo sa.

Viviana Mazza : " Libera Clotilde Reiss. Ahmadinejad annuncia: 'Tre donne al governo' "

 Clotilde Reiss al processo in Iran

Tre donne nel prossimo go­verno dell’Iran. Sarebbe la pri­ma volta nella Repubblica Isla­mica. La pioniera — prima e ul­tima donna ministro iraniana — Farrokhroo Parsa, nominata sotto lo Scià, fu fucilata dopo la rivoluzione del 1979 per aver «diffuso il vizio sulla terra e combattuto contro Dio».
A farsi promotore dei diritti femminili per guadagnare con­sensi è il presidente Mahmoud Ahmadinejad: ha detto alla tv di Stato che proporrà la parlamen­tare 43enne Fatemeh Ajorlu co­me ministro degli Affari sociali e Marzieh Vahid Dastjerdi, gine­cologa ed ex parlamentare di 50 anni, alla Sanità — più una ter­za donna, non identificata. In se­rata, intanto, Parigi ha annun­ciato il rilascio su cauzione di Clotilde Reiss, ricercatrice fran­cese di 24 anni sotto processo a Teheran per spionaggio per aver fotografato le manifestazio­ni di protesta dopo la vittoria di Ahmadinejad. Resterà nell’am­basciata francese fino al verdet­to.
La scelta delle ministre diffi­cilmente placherà l’opposizio­ne, trattandosi di ultraconserva­trici. Ajorlu è favorevole al fer­reo rispetto delle regole sull’ab­bigliamento femminile e a quo­te che limitino il numero delle studentesse universitarie (oggi sono il 70%). Dastjerdi vorreb­be un sistema sanitario separa­to: medici donne per pazienti donne, uomini per gli uomini. C’è già una donna tra i vice di Ahmadinejad, Fatemeh Javadi (che non ha poteri ministeria­li), ma — accusano le attiviste — ciò non vuol dire che lui si curi delle discriminazioni subi­te dalle iraniane in questioni di divorzio, custodia dei figli, ere­dità. La notizia ha invece provo­cato rabbia tra ultraconservato­ri come Fatemeh Rajabi, moglie del portavoce del governo, che la definisce «apocalittica»: «È inaccettabile che il primo passo dell’esecutivo di Ahmadinejad sia di realizzare gli empi scopi delle femministe e dei laici». Il governo sarà presentato entro mercoledì, il parlamento deve approvarlo, ma l’appoggio degli ultraconservatori non è sconta­to. La possibile ministra Ajorlu è anche coinvolta nel caso di Ab­bas Palizdar, sostenitore di Ah­madinejad incarcerato per aver accusato religiosi tra cui l’ex pre­sidente Rafsanjani di corruzio­ne: lei gli avrebbe fornito docu­menti riservati. Pare che il con­sigliere degli affari religiosi Heydar Moslehi vicino alla Gui­da suprema Ali Khamenei sarà ministro dell’Intelligence e l’in­transigente capo negoziatore del nucleare Said Jalilim andrà agli Esteri. Promessi anche nuo­vi volti giovani.
Mentre il processo contro Clo­tilde e un centinaio di imputati è ancora in corso, altre 28 perso­ne sono apparse ieri in tribuna­le: tra loro un ragazzo ebreo di 19 anni, Yaghoghil Shaolian. Tra le accuse: «preparare il rovescia­mento del sistema islamico» e «aver usato bombe artigianali e granate durante le proteste». Shaolian ha detto di non essere un attivista, di non avere neppu­re votato, ma di essersi fatto coinvolgere e aver scagliato pie­tre
contro una banca.

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