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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
04.08.2009 L'inno della squadra tedesca Schalke : ' Maometto non capiva niente ci calcio '
La Turchia inizia una campagna di insulti e boicottaggi e pretende la modifica del verso

Testata: Corriere della Sera
Data: 04 agosto 2009
Pagina: 15
Autore: Gabriela Jacomella
Titolo: «Gli islamici contro lo Schalke: 'L’inno insulta Maometto'»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 04/08/2009, a pag. 15, l'articolo di Gabriela Jacomella dal titolo " Gli islamici contro lo Schalke: 'L’inno insulta Maometto' ".


Tifosi dello Schalke

Un altro esempio dell'assenza di libertà d'espressione in Turchia. Il verso incriminato recita : "Maometto era un profeta che non capiva niente di calcio, eppure tra tutto lo splendore dell’iride si è inventato il blu e il bianco". Niente di particolare. Ma non è la prima volta che la Turchia lancia accuse a chi "offende il Profeta". I processi agli scrittori come Nedim Gursel ne sono un esempio. Turchia in Ue? No, grazie. Ecco l'articolo:

BERLINO — «Maometto era un profeta che non capiva niente di calcio, eppure tra tutto lo splendore dell’iride si è inventato il blu e il bianco». Dove blu e bianco sono i colori dello Schalke 04, la squadra di Bundesliga gloria e simbolo di Gelsenkirchen, ex città del carbone e dell’acciaio nel Nordreno-Westfalia, che già dieci anni fa contava un 14% di immigrati (due terzi dei quali di origine turca). Il caso è esploso ieri, a meno di una settimana dal calcio d’inizio del campionato di serie A, sulla prima pagina della Süd­deutsche Zeitung : negli ultimi giorni il club tedesco sarebbe stato travolto da email di prote­sta e minaccia, con al centro un unico soggetto — la terza strofa dell’inno «Blu e bianco, quanto ti amo». Colpevole di mancare di rispetto al Profeta, come accu­sano i media turchi, che hanno dato la stura agli attacchi e alla richiesta di un boicottaggio nei confronti della squadra.
«Voi maledetti figli di putta­na
cambierete presto il vostro inno di merda! Che c’entra il no­stro Profeta con la vostra canzo­ne da infedeli?», si legge in una mail riportata dal quotidiano ba­varese. Un’esplosione di rabbia che in molti, anche sui siti mu­sulmani, ritengono quantome­no tardiva: il testo dell’inno, la cui partitura risale al 1924, è sta­to rielaborato da Hans J. Koenig nell’ormai lontano 1963. Potenza della comunicazio­ne globale? Forse. Sta di fatto che il problema, oggi, c’è. E tro­vare una soluzione sembra tut­to fuorché semplice: molti tifo­si musulmani hanno fatto capi­re che prenderanno sul serio l’ipotesi di disertare gli stadi. A meno che quella strofa non ven­ga stralciata, o sostituita da fra­si meno offensive. Il punto è che — per dirla con il presiden­te del Consiglio d’onore dello Schalke, il pastore (in pensio­ne) Hans-Joachim Dohm — an­che una cancellazione «porte­rebbe presumibilmente a con­troreazioni emotive molto for­ti ». Un modo diplomatico per ri­cordare che il fuoco dell’intolle­ranza, in Germania, si è spesso riacceso per scintille molto più deboli. Certo, prima di intra­prendere qualsiasi mossa biso­gnerà «chiarire se si tratta di un’indignazione costruita ad ar­te, oppure un’autentica convin­zione ». Anche se poi, sugli stes­si forum che sostengono il boi­cottaggio, c’è chi riporta tutto nell’alveo dell’ironia, ricordan­do come lo Schalke non sia nuo­vo agli «scandali religiosi»: dal­lo striscione «Nessuno può pas­sare davanti a Dio, tranne Libu­da » (il riferimento è al drib­bling del mitico attaccante che nulla poté, poi, contro l’Italia di Messico ’70), contestato dai Te­stimoni di Geova, al giornale della tifoseria intitolato Schalke unser, «Schalke no­stro ». Perché in fondo, come puntualizza sul sito Muslim Markt Akhan, musulmano e «fan da quando avevo 7 anni», è tutta questione di interpreta­zione: «Non solo Maometto vie­ne riconosciuto come un profe­ta, ma gli viene anche attribuita la teoria dei colori della squa­dra. Più che un insulto, un in­chino ». Con buona pace dei me­dia turchi.

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