Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Libri in fuga André Schiffrin A cura di Valentina Parlato Volant Euro 15
In un’epoca in cui l’editoria è divenuta pura questione di bilanci economici, consigli d’amministrazione, perdite & profitti (e forse non a caso le prime sono più evidenti dei secondi), appare come una bella boccata d’ossigeno questo “Libri in fuga” di André Schiffrin. Sottotitolo: “Un itinerario politico fra Parigi e New York”. Schiffrin è stato ed è una delle figure di spicco dell’editoria indipendente americana: di quel mondo insomma che considerava il proprio mestiere non soltanto nei suoi risvolti commerciali, ma anche e forse soprattutto come un’idea del mondo. Figlio di Jacques, inventore della Bibliothèque de la Pléiade (per anni ai vertici della Gallimard e poi sbattuto fuori senza troppi complimenti perché ebreo, negli anni dell’occupazione nazista), André Schiffrin si trova giovanissimo negli Usa a condividere col padre l’avventura di un nuovo marchio editoriale, Pantheon Books. Sono gli anni in cui la vita da esule è durissima. Subito dopo la fine della Seconda Guerra, comincerà il maccartismo e le cose non andranno meglio, per chi rimane saldamente ancorato alla propria ispirazione liberal e socialdemocratica. Schiffrin racconta le proprie vicende mai perdendo di vista il contesto storico, e in particolare il confronto fra il mondo politico-culturale americano e quello del vecchio continente. Attraverso la propria esperienza (fonderà poi la New Press), riesce a riflettere sulla crisi dell’editoria di cultura con la scioltezza di racconto che è tipica solo di chi i libri, pur non scrivendoli in prima persona, li ha sempre amati come si ama la vita stessa.