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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Ugo Volli
Cartoline
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Ma Naomi Klein, se la guarda la mano destra ogni tanto ? 19/07/2009

Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

" Ma Naomi Klein, se la guarda la mano destra ogni tanto ? "

 Naomi Klein

«Quando l'illusione di una normalità occidentale viene minacciata,
quando i concerti rock non arrivano più, quando le orchestre
sinfoniche non arrivano, quando un film che vorresti vedere non arriva
al festival del cinema di Gerusalemme perché la gente che lo ha
prodotto ha deciso di non venire, allora si comincia a minacciare la
stessa idea della essenza dello stato di Israele!».
Bel proclama, no? O almeno originale! Il disegno strategico della fine
di Israele attraverso il razionamento del rock. Sapete chi è l'autore?
Un qualche clerico iraniano? Un palestinese con la cintura imbottita
di tritolo nel guardaroba? Un neonazista altoatesino, di quelli che
rifondano la Hitlerjugend in Val Venosta? No, sbagliato, non potevano
immaginare qualcosa di così futile. L'autore è una giornalista
canadese sulla trentina, nota al mondo per ricavato un'industria molto
redditizia dal rifiuto della marche commerciali e averne in sostanza
ricavato una sua marca di successo commerciale, chiamata "No logo".
Sì, è Naomi Klein, cui la verità ci costringe anche ad accreditare
un'origine ebraica. Con fatica, con rabbia. Sapete cosa ho
pensato io leggendo queste parole? Ai suoi nonni, che forse hanno
scampato la Shoà per un pelo o purtroppo ne sono stati divorati. Ai
loro nonni e a tutti quei loro avi che hanno sfidato i pogrom e le
persecuzioni, pur di tener viva la loro identità ebraica. A quelli che
hanno rischiato davanti all'Inquisizione, che hanno visto linciare i
loro parenti, che sono morti di fame, che sono vissuti chiusi nei
ghetti come bestie in gabbia. Sempre dicendo alla fine del seder di
Pessach: "L'anno prossimo a Gerusalemme". Sempre, a ogni matrimonio,
generazione dopo generazione, pronunciando la promessa: "se non mi
ricorderò di te, Gerusalemme, che mi si secchi la mano destra."
Generazione dopo generazione. Tanti sforzi per produrre una così, che
sogna di estirpare Israele togliendogli film dai festival e concerti
rock dalle piazze. Che miseria, lei e quelli come lei, che vergogna...
Ma non solo per la cattiveria dell'obiettivo, anche per la ridicola
piccineria dei mezzi... che ottusa questa Klein (e che stupidi i suoi
simili ebrei filopalestinesi, in Italia e nel mondo). Come sono
addirittura più rispettabili i terroristi veri che ammazzano e non
chiacchierano, ma rischiano la loro vita, rappresentano delle passioni
vere, rispetto a questa maestrina furbetta che dice scemenze
politically correct; lo fa dalla Cisgiordania dopo esservi comodamente
arrivata direttamente dall'aeroporto Ben Gurion, immagino con un volo
in prima classe; e poi subito, figuriamoci, ripartita per la
California o per un'università tedesca dove pontificare davanti ai
suoi ammiratori: boicottare Israele, lottare contro il capitalismo,
que viva Castro, Kim Il Song Y Hamas.


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