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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Tg1-La Stampa Rassegna Stampa
15.07.2009 Muore un parà italiano, e Monica Maggioni lo annuncia con la keffia intorno al collo
per capire quel che succede in Afghanistan, leggere Maurizio Molinari

Testata:Tg1-La Stampa
Autore: Monica Maggioni-Maurizio Molinari
Titolo: «E' iniziata la guerra dei villaggi»

Sul TG1 delle ore 20 di ieri sera,14/07/2009, nell'annunciare la morte del parà italiano in Afghanistan, l'inviata  Monica Maggioni portava intorno al collo una vistosa keffia. Ci chiediamo se questo sia il modo di presentarsi ai telespettatori italiani, dato che non tutti hanno ancora portato il cervello all'ammasso. Non essendo ancora diventati cittadini di Eurabia, chiediamo ai nostri lettori di scrivere al nuovo direttore del TG1 Augusto Minzolini per chiedergli se la keffia della Maggioni sia l'abbigliamento adatto ad una inviata del Tg1. Un cambiamento di abitudini sarebbe oltremodo apprezzato.

tg1 direzione@rai.it

 

Per capire quanto avviene in Afghanistan, riportiamo invece l'analisi di Maurizio Molinari dalla STAMPA di oggi, 15/07/2009, a pag.4.

Maurizio Molinari- " E' iniziata la guerra dei villaggi "

Strappare ai taleban il controllo dei villaggi lungo la valle afghana del fiume Helmand, smantellare i santuari jihadisti nella valle pakistana dello Swat e proteggere le truppe Nato dalle bombe deposte lungo le strade facendo arrivare i blindati «Mrap»: sono questi i tre tasselli dell’offensiva estiva del Pentagono nell’Afpak, che punta a mettere sulla difensiva i guerriglieri in vista delle presidenziali di fine agosto a Kabul.
Il controllo dei villaggi lungo un tratto di 88 km del fiume Helmand è l’obiettivo dell’Operazione Khanjar (Colpo di spada) ovvero l’invio di 4000 marines e 650 soldati afghani da parte di Stanley McChrystal, comandante delle truppe in Afghanistan, per una missione che il generale Larry Nicholson, alla guida delle operazioni, riassume così: «Dove arriviamo restiamo, dove restiamo teniamo il territorio, dove teniamo il territorio costruiamo, dove costruiamo lavoriamo con un occhio alla transizione». Sta in questo la differenza della strategia voluta dal presidente Barack Obama: insediarsi nei villaggi, proteggendo i civili dai taleban e ponendo le premesse per la ricostruzione.
«È un approccio nuovo in Afghanistan - commenta Dov Zakheim, ex sottosegretario al Pentagono fino al 2004 - e verte attorno al fatto che senza i villaggi i taleban non possono avere rifornimenti e dunque devono andarsene». McChrystal lo dice con queste parole: «Non dobbiamo uccidere i taleban, per sconfiggerli basta impedirgli di insediarsi dentro i villaggi, a quel punto, rimasti senza appoggi, non avranno alternative e andranno via». È una tattica di riconquista del territorio palmo a palmo, attorno alla quale la Nato sta riposizionando le truppe. Se fino a inizio luglio nell’Helmand c’erano solo gli inglesi, ora la provincia del Sud è stata divisa in due aree: a Nord operano circa 3000 danesi, estoni, inglesi e afghani mentre nella zona centrale attorno a Lashkar Gah vi sono i 4000 marines americani, alcune unità dei quali si spingono a Sud fino ai distretti di Garmsir e Nawa.
Al momento, come ha spiegato Nicholson nel primo briefing su «Khanjar», «i taleban hanno scelto di non combattere, si sono dileguati, mischiandosi alla popolazione, ci osservano per vedere cosa facciamo e poi tenteranno di vendicarsi». È una fase nella quale McChrystal ha ordinato di non condurre attacchi dal cielo con i jet per limitare al massimo le vittime civili in quanto il fine è stringere alleanze con i leader dei villaggi, proprio come è riuscito agli olandesi nella provincia di Uruzgan.
«Presto ci serviranno più soldati non solo nostri ma soprattutto afghani - preannuncia Nicholson - perché sanno distinguere subito chi è civile da chi non lo è, gli basta un colpo d’occhio per comprendere se in un villaggio c’è qualcuno che viene da fuori, e questo ci aiuta molto». Il progetto di lungo termine è di affidare a questi reparti afghani il controllo dei distretti, quando le forze Nato saranno in grado di ritirarsi, ripetendo quanto sta avvenendo adesso in Iraq. È questa la «strategia d’uscita» discussa ieri da Obama nello Studio Ovale con il premier olandese Jan Pieter Balkenende e di cui il consigliere per la sicurezza nazionale Jim Jones sta parlando con gli alleati.
«L’altra faccia dell’operazione Khanjar è quanto sta avvenendo nella valle pachistana dello Swat - aggiunge Dov Zakheim, oggi vicepresidente di Booz Allen Hamilton - perché il massiccio intervento militare di Islamabad sta dando i primi frutti contro i santuari dei taleban». Dal Nord dell’Helmand infatti si diramano dei sentieri montagnosi che attraversando gli impervi terreni afghano-pakistani arrivano fino allo Swat, nel Nord-Ovest del Pakistan, creando linee di rifornimento e comunicazione fra taleban che adesso sono sotto attacco a entrambe le estremità.
In attesa che i jihadisti «si adattino alle nostre tattiche e tornino a essere aggressivi», come prevede Nicholson, al momento l’«arma tattica più efficace che hanno contro di noi sono le “Ied”» ovvero le potenti bombe lasciate lungo le strade e fatte esplodere a distanza. L’80 per cento dei marines caduti - ieri ne sono morti altri due - è stato ucciso da «Ied». E’ una situazione che ricorda come operava Al Qaeda in Iraq fino al 2007, quando il Pentagono corse ai ripari facendo viaggiare le truppe sui «Mrap», i blindati costruiti per resistere alle «Ied». Ora il ministro della Difesa Robert Gates ne ha ordinati 5200 per l’Afghanistan - al costo di 1 milione di dollari l’uno - ma resta da vedere se potranno essere impiegati sulle montagne dell’Helmand con la stessa facilità con cui avveniva nel deserto iracheno.

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