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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Ugo Volli
Cartoline
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L'Iran reprime. Eurabia, saggia, comprende 09/07/2009

Avete notato com'è sparito in fretta l'Iran dalle prime pagine? Oggi è il giorno dello sciopero contro il regime, ma quasi non se ne parla più. E la Cina? Hanno ammazzato centocinquanta manifestanti in un giorno, proseguono i linciaggi, la situazione è tanto grave che il presidente se n'è dovuto andare dal vertice G8 (non che nessuno gli abbia detto: assassino, vattene! Figuriamoci, ha deciso lui da solo di seguire da vicino "la crisi". Ma sulle prime pagine dei giornali trovate solo un trafiletto, un richiamo? Ci sono manifestazioni, preghiere, appelli di intellettuali, bandiere? Neanche per sogno.
C'è una ragione, diciamo così, tecnica: la fabbrica delle notizie ha poca materia prima: i giornalisti non possono entrare in Iran, in Cina sono tenuti lontani, blogger e twitter sono repressi con durezza, non ci sono organizzazioni dei ribelli capace di parlare. Ma naturalmente nessuno protesta. Vi ricordate quando Israele a gennaio impedì ai giornalisti di entrare in una zona di guerra, fra le azioni militari vere e proprie? Nemici della libertà di stampa! Repressori! Ma i palestinesi facevano conferenze stampa a Ramallah e anche a Gerusalemme, scrivevano quel che volevano, giornali e televisioni si muovevano liberamente dappertutto salvo che sul campo di battaglia, le relazioni pubbliche lavoravano alla grande. Oggi invece...
Sotto però c'è una ragione politica: la Cina è grande e potente, attaccarla per il Tibet o per il Sezuan è pericoloso, le reazioni sono pronte e cattive. L'Iran vuol dire l'Islam, come del resto la Palestina, sappiamo quel miliardo e mezzo fra cui tanti fanatici fa paura. Meglio non dare troppo fastidio. Israele invece è piccola, ed è un nemico che l'Europa ama molto odiare, da un paio di migliaia d'anni. Gli ebrei sono sempre il popolo deicida, che abbiano uno Stato è un'ingiustizia, il minimo che può fare è ammazzare bambini e opprimere gli altri. Se un politico israeliano dice che tutti i cittadini (inclusi gli arabi) dovrebbero essere leali allo Stato, è un fascista, un nazista (se gli ebrei sono nazifascisti, potevano esserlo tranquillamente anche italiani e tedeschi, no? tranquillizzante...) Se un regime cinese o iraniano ammazza i propri concittadini a centinaia, be' non bisogna condannarlo troppo, se no si arrabbia e fa peggio (così il primo ministro svedese Bildt una settimana fa sull'Iran).
Insomma. La Cina ammazza, l'Iran reprime. Eurabia, saggia, comprende. Obama, con la solita settimana di ritardo, fa un bel discorso. Completamente vuoto.

Ugo Volli


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