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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera - Libero - La Repubblica Rassegna Stampa
01.07.2009 Sarkozy suggerisce a Netanyahu di sbarazzarsi di Lieberman
E di sostituirlo con Tzipi Livni. Con che diritto? Cronaca di Francesco Battistini

Testata:Corriere della Sera - Libero - La Repubblica
Autore: Francesco Battistini - Giusy Di Lauro
Titolo: «Sarkozy irrita Netanyahu: «Via Lieberman»»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 01/07/2009, a pag. 21, l'articolo di Francesco Battistini dal titolo " Sarkozy irrita Netanyahu: «Via Lieberman» " e due brevi da LIBERO e REPUBBLICA. Ecco gli articoli:

CORRIERE della SERA - Francesco Battistini : " Sarkozy irrita Netanyahu: «Via Lieberman» "

Contrariamente a quanto scrive Battistini, Lieberman non è " fautore del giuramen­to d’«ebraicità» di tutti gli arabi israeliani ". La sua era una richiesta di fedeltà allo Stato di Israele, non una campagna di conversione degli israeliani non ebrei.

GERUSALEMME — Già quand’era entrato nel cortile dell’Eliseo, mercoledì scor­so, a Netanyahu non era sfuggito tanto garrire di ban­diere del Qatar sui pennoni, riservate alla contempora­nea visita parigina dell’emi­ro. «Perché quelle del Qatar sì e quelle d’Israele no?», ave­vano chiesto dalla delegazio­ne del premier: «Perché Ne­tanyahu non è un capo di Stato», s’erano salvati in cor­ner dal cerimoniale. Ma quel­lo era niente. Percorsa la pas­serella rossa, Bibi non sape­va che sorpresa gli avesse preparato Nicolas Sarkozy: la richiesta di licenziare in tronco Avigdor «Yvette» Lie­berman, il ministro degli Esteri, per sostituirlo con la leader dell’opposizione, Tzi­pi Livni. «Te lo dico — sareb­be stato il consiglio del presi­dente francese —: devi sba­razzarti di quell’uomo. Butta­lo fuori dal governo, prendi­ti la Livni. Con lei e con Ba­rak, puoi fare la storia...». «Non esagerare, Lieberman è un’ottima persona...», avrebbe abbozzato Netan­yahu. Sperando che la fac­cenda si fermasse lì e non provocasse quel che, una set­timana dopo, si sta invece ve­rificando: la furiosa reazione dell’interessato, una tensio­ne inedita nelle relazioni tra Francia e Israele.
Liberarsi di Lieberman. Che a Parigi non piacesse l’immigrato russo al gover­no — leader del terzo partito alla Knesset, inviso agli ame­ricani, fautore del giuramen­to d’«ebraicità» di tutti gli arabi israeliani —, s’era capi­to a maggio, quando la visita di Netanyahu era stata rinvia­ta e Yvette, pure lui, era stato ricevuto all’Eliseo: non da Sarkò, ma dal suo segretario generale. A tu per tu con Bi­bi, presenti due ministri e un deputato, Monsieur Le Presi­dent è andato giù durissimo. E com’era già accaduto sul quotidiano Ma’ariv per il col­loquio con Berlusconi, smen­tito, tutti i particolari sono stati rivelati su Canale 2 da Udi Segal, informato repor­ter israeliano. «Ho sempre ri­cevuto i vostri ministri degli Esteri — è stato l’esordio di Sarkozy —. Con quello là, semplicemente, non pos­so... ». Bibi: «Ma no, Lieber­man è un pragmatico, in pri­vato è meglio che in pubbli­co ». «In privato, anche Le Pen è una persona simpati­cissima, ma non per questo ci faccio un governo». «No, Lieberman è un altro genere di persona, il paragone fra i due è inappropriato...». «Non voglio fare paragoni — avrebbe tagliato corto Ni­colas —, capisco che hai una coalizione da mantene­re. Mi aspetto che la Livni si dimostri responsabile e s’unisca al governo. Le dissi che ero dispiaciuto, quando non lo fece, e che pensavo fosse un errore. Perché tutte le volte che sento cosa dice quell’altro...». E a questo punto, riferiscono i testimo­ni, Sarkò si sarebbe messo le mani nei capelli.
Nessuno smentisce, stavol­ta. Quanto basta a scatenare Lieberman che non può accetta­re, dicono i suoi, d’essere appaiato al capo della de­stra francese, Le Pen, famoso mini­mizzatore delle ca­mere a gas. Yvette telefona all’amba­sciatore israeliano a Parigi, Daniel Shek, per chiedergli come mai debba sapere la storia dalla tv.
E poi sguinzaglia il suo portavoce, Tzami Moshe: «Queste dichiarazioni sono una grave e inaccettabile in­terferenza negli affari interni israeliani. Parole del genere sono poco professionali e di­mostrano una certa stupidi­tà. Ci aspettiamo una con­danna da ogni organo dello Stato». Netanyahu si limita a ribadire «la sua grande sti­ma ». Gli altri, a cominciare dal presidente Peres, taccio­no. Sapendo bene che la Liv­ni, lei, non vuole entrare al governo. Ma metà del suo partito, sì. E l’opposizione è pronta alla scissione.

LIBERO - La redazione titola l'articolo di Giusy di Lauro " Gaffe diplomatica di Parigi con Tel Aviv ". La capitale di Israele è Gerusalemme, non Tel Aviv. Un errore del genere ce lo saremmo aspettati dal Manifesto e non da Libero. Invitiamo i lettori a protestare per la scelta inappropriata del titolo.

La REPUBBLICA - Alberto Stabile si compiace nel suo articolo per le dichiarazioni di Sarkozy e si spinge a definire Lieberman " la componente estremista della coalizione di Netanyahu ". Lieberman è un estremista perchè tiene alla sicurezza del proprio Stato?

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