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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
29.06.2009 Inizia domani il ritiro degli Usa dall'Iraq
La cronaca di Ennio Caretto

Testata: Corriere della Sera
Data: 29 giugno 2009
Pagina: 2
Autore: Ennio Caretto
Titolo: «Iraq, ultimo atto I soldati americani lasciano le città»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 29/06/2009 l'articolo di Ennio Caretto  intitolato "Iraq, ultimo atto I soldati americani lasciano le città ". Ecco il testo:

Ennio Caretto : " Iraq, ultimo atto I soldati americani lasciano le città "

WASHINGTON — Domani, gli Stati Uniti compiranno il primo passo verso il disimpe­gno dall'Iraq entro la fine del 2011. Il generale Ray Odierno ritirerà dalle città irachene tut­te le truppe da combattimen­to americane, lasciandovi sol­tanto 10 mila istruttori e con­siglieri e un numero impreci­sato di uomini dei corpi spe­ciali per la loro protezione. Le truppe verranno trasferite in basi operative avanzate e si terranno pronte a intervenire, ha ammonito Odierno, in ca­so di emergenza. A oltre 6 an­ni dall'inizio della guerra, si aprirà così quella che Obama spera sarà la sua ultima fase: per la prima volta, la sicurez­za dell'Iraq dipenderà dalle forze armate e di polizia ira­chene.
Gravi interrogativi pesano sullo scambio di consegne tra Washington e Bagdad. Negli ultimi giorni, i terroristi di Al Qaeda e, si sospetta, di gruppi sunniti baathisti hanno inten­sificato gli attentati facendo strage di civili sciiti con 72 vit­time a Sadr City, nella capita­le, e 73 a Kirkurk. E mentre il premier iracheno Maliki ha in­dicato nella data di domani l'alba della nuova indipenden­za, il generale Birwari ha am­messo che la preparazione del­le forze armate irachene è ina­deguata.
A conferma dei timori sulla transizione, gli Stati Uniti manterranno in Iraq gli attua­li 130 mila uomini fino al prossimo settembre, e inco­minceranno a rimpatriare le loro truppe di combattimento solo dall'estate del 2010. Non è inoltre escluso che manten­gano
una massiccia presenza, sino a 50 mila uomini, anche dopo il 2011: il Pentagono ha speso infatti oltre 100 milioni di dollari nelle «Fobs», dura­ture fortezze nelle campagne isolate. I critici del disimpe­gno parlano di un bis del Viet­nam, che sopravvisse appena 2 anni al ritiro delle truppe americane nel '73.
Secondo il
New York Ti­mes, l'incognita più seria è l'Iran. Il giornale ha riferito che Teheran prevede che in Iraq si formerà un vuoto di po­tere, e che lo riempiranno Al Qaeda e i baathisti. E' uno dei motivi per cui la Casa Bianca ha ieri ribadito che Obama in­tende aprire un dialogo con l'Iran, il cui contributo alla sta­bilizzazione irachena sarebbe decisivo.

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