Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
I leader occidentali sono dispiaciuti e disturbati dalle manifestazioni in Iran, il loro desiderio è essere rassicurati 21/06/2009
Vent'anni dopo il muro di Berlino, si sta sgretolando il muro islamico? O siamo di fronte a una Tien An Men, a una rivolta ungherese, o anche a meno di questo, a un episodio minore? Nessuno può dirlo adesso. Resta il fatto che la testa del serpente islamista è in crisi, che il rifiuto del suo stesso popolo è violento, che insomma qualcosa di importante sta accadendo. Guardando il grande quadro dello scontro di civiltà, si vede che le dinamiche demografiche e sociologiche contro l'Occidente non sono così ineluttabili come qualcuno pensa, che la nostra libertà continua a essere un sogno per molti cittadini dei paesi islamici come lo fu per quelli dei paesi dell'Est. C'è davvero la possibilità di sperare che il mondo cambi per il meglio, che l'attacco islamista sia in difficoltà. Quel che colpisce è la straordinaria freddezza del mondo occidentale. Non solo degli islamisti e dei comunisti di tutti i tipi, che dopo l'Unione Sovietica rischiano di perdere un paese guida; anche in generale dell'opinione pubblica. Avete visto manifestazioni, a parte quella di Roma organizzata dal "Riformista" di dimensioni piuttosto modeste? Avete visto bandiere iraniane dove si usa issare quelle palestinesi? Parlamentari e pacifisti che abbiano comprato un biglietto aereo per Teheran? Studenti che occupano facoltà? E i leader occidentali? Avete letto come Angela Merkel giudica il discorso del superprete islamico Khatami dell'altro ieri, quelli in cui minacciava il bagno di sangue? "Rather disappointing," piuttosto deludente... piuttosto. E sapete cosa ha detto Gordon Brown, quello che manda i propri ambasciatori a incontrare ufficialmente Hizubullah? "Noi vogliamo avere buone relazioni con l'Iran nel futuro, "but that depends on Iran being able to show to the world that its elections have been conducted fairly and that there is no unfair suppression of rights and individuals in that country". Capite, non dipende dalla vittoria dei democratici e neanche dal comportamento reale della polizia, ma solo dal "poter dimostrare al mondo" che le elezioni erano regolari e che non c'è soppressione "scorretta" (unfair) dei diritti individuali. C'è una soppressione "fair"? E poi, che significa "dimostrare al mondo"? L'aveva già detto Obama:"recognize that the world is watching," "ricordatevi il mondo vi guarda." Embè? E' una questione di relazioni pubbliche? L'aspetto paradossale di questa situazione è che in genere i giornali lodano le coraggiose prese di posizione, dicono che anche Obama è uscito dal suo silenzio... dopo un voto parlamentare sull'Iran finito 450 a 1. Anche il nostro governo continua colpevolmente a tener fermo l'invito al governo iraniano per il G8 sulla sicurezza a Trieste. I leader occidentali sono dispiaciuti dalle manifestazioni, dicono molti analisti, perché non possono più "engage", impegnarsi o fidanzarsi con i macellai del regime, secondo la loro "strategia", e dunque vedono tutta questa storia come un disturbo. Non sono solo egoisti e pavidi, conservatori senza speranza. Sono anche ciechi. Speriamo che la storia sappia fare anche senza di loro.