mercoledi` 14 maggio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



Clicca qui






Il Foglio-La Stampa Rassegna Stampa
04.06.2009 E con l'Iran, come va ?
L'analisi del Foglio e l'intervista con il dialogante Moses Naim

Testata:Il Foglio-La Stampa
Autore: La redazione del Foglio-Francesco Semprini
Titolo: «Intanto a Parigi-Il nucleare iraniano spaventa anche l'Arabia e l'Egitto»

E con l' Iran, come va ? Sul FOGLIO di oggi, 04/06/2009, a pag.1, una analisi dei rapporti Francia-Usa per quanto riguarda l'Iran. Una situazione poco chiara, ma abbastanza simile a quanto afferma Moses Naim, nell'intervista di Francesco  Semprini sulla STAMPA a pag.3, nella quale, curiosamente, Naim viene definito "massimo esperto di politica estera americana " ! Non esageriamo, è solo il direttore di Foreign Policy. Anche lui, su come ci si debba comportatre con il regime dei mullah, non si sbilancia " Nessun mezzo sarà escluso, si userà il dialogo, il sistema delle alleanze e gli incentivi, ma anche le sanzioni e le pressioni diplomatiche più pesanti». E se non funzioneranno ? Naim, come tutti i dialoganti, non si sbottona, meglio non rischiare. Ecco i due articoli:

IL FOGLIO- " Intanto a Parigi "

Parigi. Ricevendo il ministro degli esteri iraniano, Manoucher Mottaki, alla vigilia del discorso di Barack Obama al Cairo, Nicolas Sarkozy invia un segnale al suo omologo americano: la Francia intende essere protagonista nello scacchiere mediorientale. Pur volendo “coordinarsi” con l’Amministrazione americana, Sarkozy ha una sua politique che “non necessariamente” coincide con la policy di Obama, dice al Foglio una fonte dell’Eliseo. Il contenuto del messaggio di Mottaki non è ancora noto. Manca una settimana alle elezioni presidenziali in Iran e un’apertura sul programma nucleare sarebbe “un vero miracolo”, ha spiegato il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner. Ma Mahmoud Ahmadinejad avrebbe interesse a dimostrare ai suoi elettori che la comunità internazionale ha ceduto alle sue pretese nucleari, attenuando i suoi ripetuti “no” al negoziato. Per Sarkozy – il leader europeo che ha più insistito sulla necessità di rafforzare il bastone delle sanzioni oltre alla carota del dialogo – una risposta parzialmente positiva da parte iraniana sarebbe un successo. L’Iran sarà al centro dei colloqui tra Sarkozy e Obama, sabato a Caen, quando i due presidenti celebreranno il 65° anniversario dello sbarco in Normandia. La scommessa di Sarkozy è che l’Amministrazione americana si disimpegni progressivamente dal mondo per concentrarsi sulla crisi e l’AfPak, lasciando alla Francia la possibilità di restaurare una sfera di influenza araba. Il contenimento dell’Iran è stato l’architrave della politique arabe di Sarkozy. Il presidente francese ha giudicato “inaccettabile” il programma nucleare, adoperandosi per rassicurare i sunniti. All’inizio dell’anno, Sarkozy ha stretto un’alleanza con l’Egitto di Hosni Mubarak per porre fine alla guerra di Gaza senza permettere la vittoria di Hamas. La scorsa settimana, ha inaugurato la prima base militare francese nel Golfo, a Abu Dhabi, a 225 chilometri dalle coste iraniane. Anche la fine dell’isolamento della Siria è stato perseguito da Sarkozy con l’obiettivo di isolare Teheran. Pur avendo sollevato aspettative di un compromesso sul nucleare, l’ultima visita di un iraniano, Ali Velayati nel novembre 2007, all’Eliseo era stata rinnegata da Ahmadinejad. Del resto, lo stesso Obama guarda con sospetto al protagonismo di Sarkozy.

LA STAMPA-Francesco Semprini: "  Il nucleare iraniano spaventa anche l'Arabia e l'Egitto "

«Non più bastione contro la minaccia islamo-fascismo ma Paese pronto a collaborare col mondo arabo per la soluzione del nodo mediorientale. È questo, secondo Moisés Naím direttore di Foreign Policy e massimo esperto di politica estera americana, il biglietto da visita col quale Barack Obama si presenta alla corte di Riyadh.
Cosa cerca di ottenere il presidente in Arabia Saudita?
«Vuole avviare un nuovo corso di rapporti tra Usa e mondo arabo».
Non c’è il dossier nucleare iraniano dietro la visita?
«Non è il tema centrale del viaggio né il motivo della riunione col re Abdullah. È ovvio che nel corso dei lavori se ne parlerà, anche perché non c’è leader arabo, dal Qatar all’Egitto, dal Kuwait ad Abu Dhabi, che non esprima preoccupazioni al riguardo».
È in atto un tentativo di alleanza strategica Washington-Riyadh?
«L’impostazione voluta non è di creare assi in funzione anti-iraniana, ma piuttosto di inquadrare una strategia comune per risolvere le grandi questioni del nodo mediorientale».
Cosa intende per nuovo corso nei rapporti tra Usa e mondo arabo?
«È quello rappresentato da Barack Obama, di un’America che non è schierata sempre con Israele o che appoggia comunque ogni iniziativa dello Stato ebraico. Il messaggio è che gli Usa non sono in guerra religiosa contro l’Islam ma sono in grado di coesistere e cooperare col mondo arabo, di essere vicini alla cultura e ai Paesi islamici. Il presidente prende le distanze dalla denuncia della minaccia islamo-fascismo dell’era Bush».
Quale sarà l’approccio con Teheran?
«Nessun mezzo sarà escluso, si userà il dialogo, il sistema delle alleanze e gli incentivi, ma anche le sanzioni e le pressioni diplomatiche più pesanti».
Come giudica il fatto che Obama riconosce all’Iran il diritto di sviluppare programmi atomici ad uso civile?
«È la presa di coscienza del fatto che sarà difficile impedire o contenere lo sviluppo di programmi ad uso civile da parte della Repubblica islamica. Il vero problema è assicurarsi che questi non siano usati per scopi militari. Sarà questo l’argomento del grande negoziato».
Perché per aprire un dialogo coi musulmani Obama ha scelto l’Arabia Saudita?
« Saranno Arabia ed Egitto gli interlocutori diretti di Obama in questa nuova fase storica».

Moses Naim

Per invioare al Foglio e alla Stampa la propria opinione, cliccare sulle e-mail sottostanti.


lettere@ilfoglio.it-lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT