Riportiamo dall'ESPRESSO n°21 del 22/05/2009, a pag. 11, l'articolo di Paul Salem dal titolo " Se Hezbollah vince in Libano ", dall'UNITA', a pag. 17, l'articolo di Umberto De Giovannangeli dal titolo " Omicidio Hariri. Dall'inchiesta Onu accuse contro Hezbollah ". Riportiamo, inoltre, l'articolo di Mordechai Kedar, ricercatore del BESA Center e professore alla "Arabic at Bar-Ilan University", veterano dell'IDF specializzato in Siria, Libano e gruppi islamici, dal titolo " Elections in Lebanon: A Hizballah Takeover? ". E' possibile vedere un filmato con Mordechai Kadar che parla di Gerusalemmead Al Jazeera, in arabo, in home page o cliccando sul link sottostante:
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=270&id=28071
Ecco gli articoli:
L'ESPRESSO - Paul Salem : " Se hezbollah vince in libano "
Salem scrive : " L'Europa, gli Stati Uniti e molti paesi arabi temono per una vittoria della coalizione dell'8 Marzo. Un simile risultato si potrebbe interpretare come un passaggio del Libano sotto il controllo di Hezbollah, simile a quanto è
avvenuto con i talebani a Islamabad, o con Hamas a Gaza. Ma sarebbe
un'affermazione esagerata e inesatta. ". Affermazione "esagerata e inesatta" . La preoccupazione maggiore per Salem è : " Il rischio più serio legato a una vittoria dello schieramento di cui fa parte Hezbollah sarebbe la violenta reazione da parte del mondo arabo e della
comunità internazionale. Un'interruzione degli aiuti occidentali all'esercito
libanese e alle forze di sicurezza comporterebbe un pericoloso indebolimento
dello Stato. Inoltre un'improvvisa sospensione del sostegno economico e
finanziario dell'Arabia Saudita e del Consiglio di cooperazione del Golfo
porterebbe al collasso dell'economia.". Non una parola sul fatto che Hezbollah è un partito terrorista, in più controlla il governo libanese con il diritto di veto.. Con Hezbollah al governo il Libano diventerebbe un'appendice armata sul confine con Israele. Ma a Salem questo non interessa. Gli importa solo degli aiuti finanziari che il Libano perderebbe se Hezbollah vincesse le elezioni e della derivante crisi economica. Nel finale Salem arriva a scrivere : " Il mondo occidentale e quello
arabo non devono approfittare delle elezioni per isolare e indebolire il
Libano, ma per potenziare ulteriormente un governo di unità nazionale e
rafforzare la stabilità politica ed economica del Paese.". Contrariamente a ciò che crede Salem, il mondo occidentale non ha come principale obiettivo quello di isolare e indebolire il Libano. E' ovvio che con Hezbollah al governo la situazione cambierà e saranno necessarie nuove misure di sicurezza. Hezbollah al governo in Libano è pericoloso per tutto l'occidente, non solo per Israele. Inoltre è disonesto attribuire all'occidente la colpa della situazione libanese una volta che Hezbollah avrà vinto le elezioni. Disonesto e Salem a scriverlo. Ecco il pezzo:
Le elezioni del 7 giugno non devono isolare e indebolire il Paese. Ma
renderlo più stabile
Il 7 giugno in Libano si terranno le elezioni parlamentari, che
determineranno il corso della politica e della linea di governo nel paese per i
prossimi quattro anni. Il voto vedrà contrapposte due grandi coalizioni:
l'Alleanza del 14 Marzo e l'Alleanza dell'8 Marzo. Il primo fronte, guidato da
Saad Hariri, figlio dell'ex primo ministro assassinato Rafik Hariri, è vicino
all'Occidente e agli Stati arabi moderati. Si presenta come il partito della
sovranità nazionale, sostiene il tribunale internazionale nel giudizio
sull'assassinio di Rafik Hariri e la risoluzione 1701 del Consiglio delle
Nazioni Unite, che prevede la permanenza di truppe lungo il confine israelo-
libanese, con l'impegno di proteggere il Libano dall'influenza di Siria e
Iran.
L'Alleanza dell'8 Marzo è formata dagli sciiti di Hezbollah, dal movimento
sciita di Amal e dai cristiani del Movimento patriottico libero guidati dal
generale Michel Aoun. Hezbollah e Amal promettono di opporre una forte
resistenza contro gli attacchi israeliani e le ingerenze americane. Aoun
promette invece ai suoi elettori una consistente rappresentanza cristiana nel
governo.
Una vittoria dell'Alleanza guidata da Hariri non porterebbe a un cambiamento
significativo nella linea di governo. Qualora invece dovesse vincere l'Alleanza
dell'8 Marzo, ci si potrebbe attendere un graduale riallineamento con le
posizioni di Siria e Iran. Esiste la possibilità tuttavia che non vinca nessuno
dei due schieramenti, se un gruppo di candidati indipendenti si assicurasse un
numero di seggi sufficiente per togliere la maggioranza assoluta a entrambe le
parti.
L'Europa, gli Stati Uniti e molti paesi arabi temono per una vittoria della
coalizione dell'8 Marzo. Un simile risultato si potrebbe interpretare come un
passaggio del Libano sotto il controllo di Hezbollah, simile a quanto è
avvenuto con i talebani a Islamabad, o con Hamas a Gaza. Ma sarebbe
un'affermazione esagerata e inesatta. Hezbollah è solo uno dei tre grandi
partiti che compongono l'Alleanza dell'8 Marzo. Oltre a ciò, Hezbollah ha fatto
parte del parlamento sin dal 1992 e del governo dal 2005. Il gruppo politico ha
dichiarato che, in caso di vittoria, vorrebbe che l'Alleanza del 14 Marzo
partecipasse alla coalizione di governo.
Il rischio più serio legato a una vittoria dello schieramento di cui fa parte
Hezbollah sarebbe la violenta reazione da parte del mondo arabo e della
comunità internazionale. Un'interruzione degli aiuti occidentali all'esercito
libanese e alle forze di sicurezza comporterebbe un pericoloso indebolimento
dello Stato. Inoltre un'improvvisa sospensione del sostegno economico e
finanziario dell'Arabia Saudita e del Consiglio di cooperazione del Golfo
porterebbe al collasso dell'economia. In tal modo ne sarebbe danneggiata la
precaria stabilità politica ed economica raggiunta con grandi sacrifici,
condannando di nuovo il Libano a una crisi tanto rischiosa quanto
imprevedibile.
La coalizione del 14 Marzo ha annunciato che, se dovessero vincere gli
avversari, non entrerà nel governo. Questo tuttavia aumenterebbe il pericolo
che l'amministrazione di Hezbollah e alleati possa intraprendere una politica
volta a compromettere i fondamentali risultati ottenuti, tra cui il Tribunale
speciale per il Libano o la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite 1701. Contribuirebbe inoltre al crollo della fiducia dei paesi
esteri verso lo Stato libanese e della nazione stessa nella valuta e
nell'economia. L'Alleanza del 14 Marzo farebbe meglio gli interessi dei suoi
elettori, dello Stato e dell'economia se entrasse a far parte del governo
invece di boicottarlo.
Nell'ipotesi in cui l'8 Marzo vinca le elezioni, l'Europa e la comunità
internazionale dovrebbero convincere il gruppo di partiti guidato da Saad
Hariri a entrare in una coalizione di governo. Il mondo occidentale e quello
arabo non devono approfittare delle elezioni per isolare e indebolire il
Libano, ma per potenziare ulteriormente un governo di unità nazionale e
rafforzare la stabilità politica ed economica del Paese.
L'UNITA' - Umberto De Giovannangeli : " Omicidio Hariri. Dall'inchiesta Onu accuse contro Hezbollah "
Udg e l'Onu hanno scoperto l'acqua calda...Rafiq Hariri è stato assassinato da Hezbollah. Ma zitti, sul mandante, cioè la Siria .
A riaccendere le polveri sono le rivelazioni del settimanale tedesco Der Spiegel sulle presunte responsabilità delle forze speciali di Hezbollah nell’attentato che costò la vita all’ex premier libanese. Immediata la reazione del Partito di Dio sciita. «Sono invenzioni tese ad influenzare la campagna elettorale e a far dimenticare le informazioni sullo smantellamento delle reti di spionaggio al soldo di Israele», è scritto in un comunicato dell’ufficio stampa di Hezbollah.
Tali rivelazioni intaccano «la credibilità del tribunale speciale per il Libano (Tls) e noi chiediamo a questo tribunale di agire con fermezza per smascherare gli autori di tali menzogne», aggiunge il partito filosiriano e filoiraniano.
Secondo Der Spiegel la commissione d’inchiesta chiamata a fare luce sull'assassinio di Hariri punterebbe su una pista che chiama in causa Hezbollah, dopo la scarcerazione per insufficienza di prove, a fine aprile, di quattro generali libanesi, due dei quali considerati filo-siriani.
Nelle rivelazioni, il settimanale tedesco cita informazioni ottenute da «fonti vicine al tribunale (speciale per il Libano, Tsl presieduto dall’italiano Antonio Cassese) e verificate consultando documenti interni» secondo cui «intense investigazioni condotte in Libano puntano tutte su una nuova conclusione: «Non sono stati i siriani ma le forze speciali dell’organizzazione sciita libanese Hezbollah ad aver pianificato ed eseguito l’attentato».
Queste informazioni, ancora secondo Der Spiegel, sono state trasmesse circa un mese fa al procuratore del Tsl che si occupa dell'inchiesta, il canadese Daniel Bellemare, e agli altri giudici del tribunale. A quanto risulta a l’Unità, la «pistola fumante» sarebbe un tabulato telefonico dal quale risulterebbero telefonate in entrata e in uscita, a pochi minuti dall’assassinio di Hariri, provenienti dal luogo dell’attentato: a farle o riceverle sarebbero stati uomini appartenenti all’intelligence di Hezbollah.
Secondo il Los Angeles Times, alcuni protagonisti di questa trama sono stati eliminati: l’ufficiale dell’intelligence libanese che studiava il collegamento dei cellulari è stato ucciso e Imad Mughniyeh, il comandante militare di Hezbollah, che aveva alle sue dirette dipendenze le «forze speciali» del movimento sciita, è stato fatto saltare in aria in un misterioso attentato l'anno scorso a Damasco.
Sono «totalmente false» le rivelazioni dello Spiegel anche per il ministro degli Esteri libanese, Fawzi Salloukh, che replica da Damasco dove si trovava per partecipare ad una riunione dei ministri degli Esteri dell'Organizzazione della conferenza islamica (Oci), sottolineando che nessun inquirente dell’Onu ha interrogato alcun membro di Hezbollah sull’attentato ad Hariri,
Il figlio del premier assassinato il giorno di San Valentino del 2005, Saad, tra i più attivi deputati della maggioranza parlamentare antisiriana, ha rifiutato di commentare la vicenda. Mentre il leader druso Walid Jumblatt, ha messo in guardia su possibili ripercussioni delle «fughe di notizie che possono nuocere» all’operato del Tsl «e provocare discordia e sedizione».
Gerusalemme
La reazione è giunta tempestiva invece da Gerusalemme: il ministro degli Esteri israeliano, Avigdor Lieberman, ha auspicato un mandato di arresto internazionale contro Hassan Nasrallah, leader degli Hezbollah, proprio sulla base delle anticipazioni del settimanale tedesco. «Se le conclusioni degli investigatori sono queste, un mandato di arresto internazionale (contro Nasrallah) deve essere emesso immediatamente», dichiara il ministro Lieberman alla radio militare, aggiungendo, minaccioso, che se le autorità di Beirut non dovessero poi muoversi «l’arresto andrebbero eseguito con la forza». Pronta la risposta di Hezbollah: «Se Israele vuole la guerra, noi siamo pronti». E Beirut torna a tremare.
BESA Center- Mordechai Kedar - " Elections in Lebanon: A Hizballah Takeover? "
On June 7, 2009, the citizens of Lebanon will head to the polling booths to elect their parliamentary representatives. Elections in Lebanon are run uniquely according to the constitution that was tailored to the country's needs and its composition in the 1930s. The guiding principle was that the significant political players in Lebanon were not individual citizens but ethnic communities: Sunni Moslems, Shi'is, Druze and Christians. Every citizen elects a parliamentary representative from his own community according to the area in which he resides. There are 128 seats in the parliament and each community has a number of seats which are predetermined before the elections. This division of seats, however, no longer reflects the relative strength of each community. The reality today is that the communities are no longer equal in size. The demographic situation in Lebanon has changed: when Lebanon was founded in 1943, the Christian community was the largest (according to the first - and last - population census taken in Lebanon in 1932) and so it became the most dominant. However, over the past 65 years the number of Christians in Lebanon has drastically dropped, due to a lowered birth-rate (in common with elite classes all over the world) and a high rate of emigration, whereas the Shi'i community - which had been pushed to the economic, social and political margins - has been characterized by a high demographic increase due to polygamy, the social ethos which encourages large families, and a low emigration rate. Today, not only is the Shi'i community the largest, but it also encompasses more than half of the population of Lebanon. Hence, half the country receives only one quarter of the parliamentary representatives, whereas the Christians, who now constitute only 10-15 percent of the population, elect more than a quarter of the parliament. Over the years community representatives in the parliament broke away from the mother-communities and created inter-communal coalitions. The most prominent of these coalitions is headed by Sa'ad Al-Hariri, son of Rafiq Al-Hariri, who was assassinated in February 2005. This coalition, "The March 14th Forces," constitutes the largest party and includes representatives from all communities. Its primary aim is to ensure that Lebanon remains a pluralistic, democratic and Western-oriented state. It is also the main political body which tries to stop Hizballah and its allies from taking over total political control of the country. Shi'i Hizballah is supported by members of parliament from other communities headed by Michel 'Aoun, a Christian who leads a small political party, but is a staunch ally of Nasrallah in the parliament. The Druze Arsalan family is also a part of the Nasrallah coalition in the parliament. 'Aoun and the others support Hizballah because they understand that eventually the Shi'i community will gain control of Lebanon, whether by fair means or foul, since the demographic balance is changing in favor of the Shi'is; their military might is greater than the government's army; the Hizballah civilian and economic infrastructure includes hundreds of companies, non-profit organizations, institutes and organizations; and Iranian money keeps Hizballah's wheels greased. Hizballah has indeed set up "a state within a state" and as time passes, this "State of Hizballah" is becoming a viable alternative to the Lebanese state. Syrian support of Hizballah aims to convince the country that the organization is the sovereign lord of Lebanon, in spite of what anyone may say or think. Similarly, the anti-Nasrallah forces in Lebanon see how the world has betrayed them by leaving them as easy prey for the Shi'i community. The world does not lift a finger against Hizballah's arsenal of arms nor against Iran, the supplier of long-range missiles, which could throw Lebanon back into a bloody war with Israel. The world also did nothing when Hizballah took control of Beirut in May 2008 and burned down the opposition television channel, Al-Mustaqbal. The Lebanese view America - particularly after the election of Obama - as an ineffectual entity, lacking in determination and strength to cope with the Iranian octopus and its Lebanese tentacle, especially in light of the complex situation in Iraq, Afghanistan and Pakistan. The Lebanese view Europe as weak, unable to prevent Lebanon from falling into Shi'i hands, and the economic relations between Europe and Iran confirm their belief in Europe's reluctance to pressure Iran into leaving Lebanon. For the past few years Hizballah has been busy buying up "equity" of different forms. They have bought land, plots, homes and apartments in Christian neighborhoods. The moment a property is sold to a Shi'i, the surrounding properties values drop and are swallowed up by other Shi'is. Even members of the parliament have been "bought," through threats on their lives that "persuade" them to help Hizballah. Some of those who refused to be bought or persuaded by threats have been eliminated by car bombs. In the short-term, the political ambitions of Hizballah include revising the constitution to change the political system. Hizballah prefers elections based on "one man, one vote," which will allow the Shi'i community - the largest in the country - to receive appropriate representation according to its strength. To change the constitution, Hizballah must receive majority consent in the parliament. Hence, the elections in June 2009 revolve around one question: Will the voters of the different communities vote for members of parliament who support Hizballah's ambitions or will they join Sa'ad Al-Hariri in his struggle to prevent Hizballah from taking control of Lebanon by political means? Will they allow Hizballah control of the state de jure after it has gained control de facto? To sway voters, Hizballah tries to create an eve-of-war-against-Israel atmosphere. If this is the perceived reality, only Hizballah with its array of missiles will be able to defend the motherland. Within this framework, security organizations of Hizballah "have discovered" several "Israeli spies," and Hizballah media outlets create the impression of an imminent Israeli attack on Lebanon and Iran. The stormy conflict between Egypt and Hizballah in April 2009 did not prevent Nasrallah - in his eyes, at least - from achieving popularity as a Lebanese nationalist who is not afraid to stand up to the leading Arab president, Husni Mubarak. If Nasrallah succeeds in taking control of the parliament by democratic means, a significant number of Lebanese who object to Nasrallah may retrieve the historic plan to separate "little Lebanon," from "greater Lebanon," areas Hizballah has not yet managed to purchase, the heart of which is the Christian mountain (Jebel Tzenin), and to establish a state with a Christian majority that is pluralistic, democratic, free, and Western-oriented, as it was in the first place. An interesting question arises as to whether Nasrallah will leave them alone or whether he will attack them militarily. The Western world may soon have to contend with a number of difficult questions: How did the world lose a liberal, pluralistic state and fall asleep on guard while Iran took control? Which state will be next to be overtaken by Iranian-funded Islamic extremists? What can be done to prevent the progress of Iran, especially if it becomes a nuclear power?
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