Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Poveri bambini, chi avrà mai il coraggio di dirgli la verita ? 23/05/2009
La Tv palestinese (quella "buona", di Ramallah) dedica la sua rubrica scolastica ai premi di geografia, come racconta con qualche meraviglia perfino "Haaretz", organo di corrispondenza eurarabo in Israele. Protagonisti Asraa, Ra'ad, and Rahaam, tutti ragazzini di otto anni che vengono dalle città occupate di Safed, Acre, and Haifa (pardon Chafa). Ci avrà abitato forse negli anni quaranta qualcuno dei loro nonni o bisnonni, in realtà, ma non importa: anche loro sono rifugiati e hanno diritto al ritorno. Interrogati in video mostrano la loro ottima competenza geografica. A uno si chiede quali sono i paesi confinanti con la Palestina e dice Libano, Siria, Giordania Egitto (l'Autorità Palestinese, se fosse uno stato, confinerebbe con Israele, Giordania ed Egitto). L'altro, richiesto qual è il granaio della Palestina, risponde che è la valle di Jezreel, che parte a nord di Chafa e va verso l'interno, fin quasi a sfiorare la maggiore riserva d'acqua della Palestina, cioè quello che in italiano si chiama Lago di Tiberiade. Un altro ancora è ben svelto a non cadere in trappola: no, la dimensione della Palestina non è affatto di quei 6.220 km che si ottengono sommando la West Bank a Gaza, ma i 27.000 di tutto il paese. Nessuno fa l'errore di pronunciare la parola Israele e neppure parla dell'"entità sionista". Sono bambini educati, non si occupano delle cose brutte. E del resto, come scolari obbedienti, non fanno che ripetere quel sta sui loro libri di testo, approvati dall'Autorità Palestinese. I bravi scolari di tutto il mondo islamico, dal Marocco all'Indonesia, non direbbero peraltro niente di diverso e così i loro libri, i loro insegnanti, i loro ministri. Magari si insegna già così in certe scuole inglesi o olandesi illuminate dal Corano. A proposito, chi è il nemico della pace che si rifiuta di pronunciare il mantra "due popoli per due stati"? Ma Netanyahu, naturalmente, l'estremista. Basta che si rammollisca un po' e tutto andrà bene in Medio Oriente, parola di Obama e Sarkozy. Ma chi avrà il coraggio di dirglielo prima o poi, a quei bambini, che il Lago di Tiberiade, la valle di Jezreel e tutto il resto stanno non in Palestina, ma in un altro stato, che si chiama Israele?