Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Riportiamo da PANORAMA n°21 del 15/05/2009, a pag. 75, l'articolo di Magdi Allam dal titolo " Succubi dell'islamicamente corretto ".
Vi siete mai domandati perché la stampa italiana, con rare eccezioni, scrive Islam con la i maiuscola, mentre scrive «cristianesimo» ed «ebraismo» con la c e con la e minuscole? Perché pressoché tutti i diplomatici, i politici, gli esponenti religiosi, gli intellettuali e i giornalisti si astengono dal dire «terrorismo islamico» e si limitano a indicarlo come «terrorismo» o tutt’al più come «cosiddetto terrorismo islamico»? Perché se si oltraggia l’Islam tutti si indignano, si accettano come fondate le critiche di islamofobia e ci autocolpevolizziamo di razzismo confessionale, mentre se si oltraggia il Cristianesimo lo si ascrive alla libertà d’espressione? Perché proprio coloro che sono in prima linea contro il Cristianesimo, la Chiesa e il Papa li ritroviamo in prima linea a favore dell’Islam, delle moschee, delle scuole coraniche e persino dell’introduzione della sharia nel nostro stato di diritto? La risposta è perché siamo succubi dell’islamicamente corretto, ovvero di un approccio ideologico che ci impone di non dire e di non fare nulla che possa urtare la suscettibilità degli islamici, a prescindere da qualsiasi altra considerazione razionale e sensata che corrisponda al bene comune e all’ interesse generale. Andate a riguardarvi i titoli e i testi che descrivono la recente visita di Benedetto XVI in Terra santa e scoprirete il prevalere dell’islamicamente corretto. A partire dal modo di scrivere Islam fino alla flagrante mistificazione di una realtà in cui prevarrebbero il dialogo e la volontà di pace, mentre vigeva di fatto uno stato di massima allerta, con la mobilitazione di decine di migliaia di soldati e poliziotti nella consapevolezza che il Papa è nel mirino degli estremisti e dei terroristi islamici. A caratteri cubitali si è fantasticato sull’unione delle tre grandi religioni monoteiste, rivelate, abramitiche (tutti luoghi comuni del tutto infondati), mentre si è relegato in caratteri minuti l’incitazione all’odio contro il Papa del portavoce di Hamas, Yunis al-Astal; dello sceicco Taysir al-Tamimi, presidente dei tribunali islamici; dello sceicco Maqam Shahabuddin, imam di una moschea di Nazareth. L’islamicamente corretto l’abbiamo conosciuto a Milano lo scorso 3 gennaio, quando migliaia di islamici occuparono piazza del Duomo senza alcuna autorizzazione, forzarono un posto di blocco ferendo quattro agenti, oltraggiarono con l’esibizione della preghiera islamica un simbolo della cristianità, bruciarono le bandiere israeliane. Ebbene, loro l’hanno fatto nella certezza dell’impunità ed effettivamente nessuna sanzione è scattata nei loro confronti, nonostante il dovere dei magistrati di intervenire per l’ obbligatorietà dell’azione penale. Ecco perché oggi più che mai essere islamicamente scorretti corrisponde all’ affermazione della verità e alla salvaguardia della libertà, all’impegno serio e costruttivo per una civiltà in cui valori e regole siano una certezza e una garanzia per tutti. Dobbiamo chiarire a noi stessi che non siamo una landa deserta; e dobbiamo chiarire loro che non siamo una terra di conquista.
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