Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Il Trattato di non Proliferazione Nucleare e Israele L'analisi di Piera Prister
Testata: Informazione Corretta Data: 16 maggio 2009 Pagina: 1 Autore: Piera Prister Bracaglia Morante Titolo: «Il Trattato di non Proliferazione Nucleare e Israele»
Gli Stati Uniti da sempre amici di Israele sin dalla sua fondazione, dopo i primi mesi dellŽamministrazione Obama sembrano ormai aver imboccato unŽaltra via quella di unŽostilitaŽsilenziosa e strisciante, avvertita da molti e che sembra aver dato delle palpitazioni di cuore a molti persino a chi lŽha votata.
A New York, nei quartieri generali dellŽO.N.U. dal 4 al 15 maggio si eŽ riunita la Commissione dei 189 firmatari aderenti al Trattato di non Proliferazione Nucleare per discutere in fase preparatoria il piano di denuclearizzazione, con il mandato a tutti i paesi di aderirvi, fino al piuŽ completo disarmo nucleare, in vista della Review Conference of The Parties to The Treaty of the Nonproliferation of Nuclear Weapons del 2010. Gli Stati Uniti, la Francia, la Gran Bretagna, la Russia e la Cina sono le 5 potenze nucleari il cui processo di disarmo dovrebbe avvenire per ultimo. Louis Charbonneau della Reuters ci informa sui lavori della riunione, e in particolare sullŽintervento di Rose Gottemoeller, assistente alla Segreteria di Stato Usa, avvenuto esattamente il secondo giorno dallŽinizio dei lavori. La Gottemoeller ha sottolineato che lŽadesione al trattato di non proliferazione dovraŽ essere universale e dovraŽ includere anche lŽIndia, Israele, Nord Corea e Pakistan e che questo saraŽ lŽobiettivo della nuova amministrazione americana che in questo modo infligge un altro colpo ad Israele. Anche al piuŽdistratto dei lettori non puoŽ sfuggire lŽenormitaŽ dellŽaccostamento fatto fra stati democratici e i regimi finanziatori del terrorismo, come per fare di tutte le erbe un fascio senza alcun discernimento, in una notte in cui Obama sembra non vedere la differenza tra un Iran aggressore che minaccia ossessivamente di incenerire Israele per cancellarlo dalle carte geografiche ed Israele che invece deve difendersi dai nemici che lo circondano. Mentre il disegno ormai chiaro nella mente di Obama eŽ quello di bloccare la produzione di armi nucleari dellŽIran a condizione che anche Israele vi rinunci. Come faccia poi a fidarsi degli stati canaglia che fingono lo smantellamento dei reattori nucleari ma poi in segreto, li clonano, solo Obama lo sa...
Questa dichiarazione della Gottemueller ha generato proteste anche tra i delegati dellŽAIPAC che erano riuniti nello stesso giorno a Washington, proteste significative anche se tardive, visto che quelli dellŽAIPAC, e quelli delle altre associazioni ebraiche nella stragrande maggioranza hanno votato per Obama e continuano a sostenerlo nella tesi di "two state solution". Mentre ormai non ci dovrebbe credere piuŽ nessuno alla creazione di uno stato palestinese, visto che i Palestinesi "non perdono mai occasione di perdere lŽoccasione", dopo tante buone occasioni che hanno avuto non ne hanno mai colta una.
Sin dai tempi di Golda Meir e Richard Nixon, Gli Stati Uniti si sono ben guardati dallŽesercitare pressioni su Israele percheŽ firmasse il trattato di non proliferazione in questione, per il rispetto dovuto alla storia dŽIsraele e alla sua unicitaŽ. DŽaltronde il completo disarmo per Israele rappresenterebbe un serio pericolo, mentre un Israele armato eŽ sicuramente un deterrente per tutti i suoi infidi nemici compresi gli antisemiti sparsi per il mondo e che dilagano a macchia dŽolio. Israele si difende bene da un nemico che ancora non sŽeŽ accorto che lo stato ebraico non alzeraŽ le braccia in segno di resa, neŽ si faraŽ prendere di sorpresa percheŽ eŽ ben preparato e pronto. Come lo erano gli Israeliani che seppero difendersi eroicamente allŽindomani della fondazione dello stato ebraico, quando Israele fu attaccato da tutte le parti dai paesi arabi ostili. Quel desiderio degli ebrei si era avverato, era perdurata quella volontaŽ forte, piuŽ forte dellŽurto del tempo che inesorabilmente tutto consuma, logora e sbiadisce nellŽoblio, di ritrovarsi tutti liberi e sovrani nella terra dŽorigine per la quale avevano penato tanto e per la quale sŽera ripetuto allŽinfinito, generazione dopo generazione, ogni sera di Pesach, lŽaugurio di incontrarsi tutti riuniti insieme a Gerusalemme, nella cittaŽ ideale, la cittaŽ degli uomini e la cittaŽ di Dio che, come una stella alta e luminosa, aveva segnato nei cieli la rotta e aveva guidato il popolo disperso di Israele per secoli e secoli, millennio dopo millennio anche nei momenti di maggior smarrimento ed afflizione alla sua riunione e rinascita. Quello era il patto che ha cementato e unito le loro volontaŽ. Nella storia dei popoli Israele ha una sua unicitaŽ e per questa unicitaŽ tutti dovrebbero essere riverenti e rispettosi di una nazione che ora vive e prospera nella sua terra e non si eŽ lasciata irretire neŽ assimilare. Non ci venga a dire Obama che ignora la storia di Israele e che non eŽ filosionista come lo era Martin Luther King, visto che notoriamente ha frequentato per decenni, circoli e persone visceralmente antisemite, non ci venga a dire cosa deve fare Israele, Israele lo sa, ma piuttosto dia un ultimatum, un aut aut a quel regime iraniano amante della morte, e fissi una scadenza oltre la quale intervenga militarmente a distruggere quegli ordigni nucleari, senza frapporre ulteriore indugio.