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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
13.05.2009 Il boia di Sobibor in carcere a Monaco di Baviera
Lo stesso dove nel '22 era stato recluso Hitler

Testata: Corriere della Sera
Data: 13 maggio 2009
Pagina: 14
Autore: La redazione del Corriere della Sera
Titolo: «Il boia di Sobibor nel carcere di Hitler»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 13/05/2009, a pag. 14, l'articolo dal titolo " Il boia di Sobibor nel carcere di Hitler ".

BERLINO — John Demjanjuk nella prigione di Adolf Hitler. Il boia di Sobibor, estradato ieri in Germania dagli Stati Uniti, è stato rinchiuso nel penitenziario di Stadelheim, a Monaco di Baviera, dove il futuro Führer fu rinchiuso dal 24 giugno al 27 luglio 1922, in seguito a una condanna a tre mesi di reclusione per sovversione. Grazie alla buona condotta ne scontò solo uno. Non è detto che Demjanjuk, 89 anni, rimarrà più a lungo dietro le sbarre: saranno i medici a stabilire se le sue condizioni sono compatibili con la carcerazione. Il procuratore capo di Monaco di Baviera, Manfred Nötzel, ha dichiarato che il boia di Sobibor è stato visitato da un’équipe di sanitari ed è già stato nominato il perito chiamato a decidere se Demjanjuk è in grado di assistere al processo che lo attende. A Demjanjuk è stato letto in prigione il mandato di arresto di 21 pagine con l’accusa di concorso nel­l’omicidio di 29mila persone, emesso dalla procura di Mona­co il 10 marzo scorso. Le proce­dure e le analisi mediche — Demjanjuk soffre di una grave malattia del midollo spinale e ha seri problemi renali e di na­tura reumatica — potrebbero richiedere anche alcune setti­mane. Se sarà processato, il pre­sunto boia di Sobibor rischia una pena da 3 a 15 anni, ma an­che nel caso di una sua eventua­le assoluzione, Demjanjuk do­vrà finire i suoi giorni in terra tedesca, poiché gli Stati Uniti si rifiutano di riaccoglierlo.
Il difensore del presunto cri­minale nazista, Günther Maull, ha duramente polemizzato con le autorità tedesche, spiegando che se alla fine i medici stabili­ranno che non è in condizioni di assistere alle udienze in tri­bunale, «il processo deve esse­re archiviato, con il risultato che ci abbiamo guadagnato un vecchio da assistere, con le spe­se che finiranno sulle spalle dei contribuenti tedeschi». «Gli Usa non vogliono riprenderlo — ha aggiunto — e nessun al­tro Stato lo vuole, poiché è apo­lide ».
Il presidente della Comunità ebraica tedesca, Charlotte Kno­bloch, ha chiesto di avviare il processo in tempi brevi, per­ché «ciò che conta adesso è di fare tutto il possibile sul piano giuridico per portare al più pre­sto Demjanjuk in tribunale: non si tratta di mettere in mo­stra una persona anziana, ma di ribadire che la giustizia ha la mano lunga».

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