Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 08/05/2009, a pag. 17, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo " Pioggia di bombe sui taleban ". Dal FOGLIO, la notizia in prima pagina dal titolo " Gilani ha ordinato all'esercito di "eliminare i militanti " ". Ecco gli articoli:
La STAMPA - Maurizio Molinari : " Pioggia di bombe sui taleban "
Il leader pakistano Zardari mantiene la promessa fatta alla Casa Bianca e l’aviazione pakistana martella le basi dei taleban, che da parte loro puntano a coinvolgere nel conflitto anche il Papa chiedendogli di «porre fine alle conversioni in Afghanistan».
A meno di cinque ore di distanza dalla stretta di mano con Barack Obama nello Studio Ovale, Asif Ali Zardari ha dato luce verde ad un massiccio intervento militare contro le basi dei taleban nel Nord-Ovest del Pakistan. Se è vero che le operazioni nella provincia di Swat erano iniziate già in coincidenza con la partenza di Zardari per Washington, l’esercito pakistano sta ora mettendo in essere i due consigli che da tempo il Pentagono aveva avanzato: l’uso dei aerei per colpire le basi dei taleban e l’invio sul terreno di truppe speciali solitamente schierate lungo i confini con l’India.
Adoperare contro i jihadisti alleati di Al Qaeda le teste di cuoio con cui il Pakistan si difende dalle infiltrazioni indiane è la «svolta strategica» che Washington auspicava. Non a caso il ministro della Difesa Robert Gates ha reagito da Kabul assicurando che «le nostre truppe di terra non entreranno in Pakistan», facendo così rientrare una delle minacce non troppo velatamente avanzate dall’inviato Richard Holbrooke nei recenti colloqui con i consiglieri di Zardari. Sarebbero almeno 80 i taleban uccisi dai raid aerei nella Valle di Swat, da dove i jihadisti nelle passate settimane erano penetrati nella provincia di Buner portandosi a poco più di 90 km dalla capitale Islamabad. L’offensiva punta alla «totale eliminazione dei taleban», come dice il premier pakistano Yusuf Raza Gilani.
La Casa Bianca ha fatto conoscere in maniera informale l’apprezzamento per la svolta militare di Zardari, riservandosi di monitorare da vicino la situazione nel timore che l’esercito pakistano possa improvvisamente cessare le operazioni, come avvenuto più volte in passato. Come ha chiarito James Jones, consigliere per la sicurezza della Casa Bianca, «la sicurezza dell’America è legata a quella del Pakistan e dell’Afghanistan» e dunque Washington preme affinché l’offensiva di Islamabad si prolunghi, aumentando di intensità, in maniera da fare terra bruciata attorno alle roccaforti dove potrebbe nascondersi la leadership di Al Qaeda e da dove arrivano i rifornimenti ai taleban che combattono contro la Nato.
Proprio dall’Afghanistan i mujaheddin jihadisti hanno aperto un nuovo fronte di attacco contro l’Occidente chiamando in causa il Pontefice. «Mandiamo il nostro messaggio alla più importante personalità del mondo cristiano, papa Benedetto XVI» recita il messaggio affidato ad alcuni siti Internet islamici, minacciando: «Se non terminano subito gli atti irresponsabili di proselitismo da parte dei crociati, le rappresaglie nostre e del popolo afghano saranno durissime». Il messaggio fa riferimento a un recente servizio della tv Al Jazeera sulla presenza di Bibbie in pashtun in una base militare Usa, al caso di Abdel Rahman, l’afghano convertito al cristianesimo esule in Italia, e al rapimento di 23 missionari sudcoreani da parte dei taleban nel 2007.
Della situazione in Afghanistan e Pakistan ha discusso Barack Obama in una conversazione telefonica con il leader cinese Hu Jintao e durante un incontro alla Casa Bianca con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. L’amministrazione Usa punta a un forte coinvolgimento di Mosca e Pechino e guarda alla prospettiva della formazione di un gruppo di contatto allargato del quale faranno parte anche tutti e cinque i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Il FOGLIO - " Gilani ha ordinato all'esercito di "eliminare i militanti " "
Il premier pachistano lo ha annunciato in un messaggio tv alla nazione. Ieri negli scontri con i talebani nella valle di Swat sono morti almeno 10 soldati delle forze di Islamabad e migliaia di civili hanno abbandonato le aree di combattimento. In Pakistan è stato ucciso il figlio di Sufi Mohammad, leader talebano di Tehrik-e Nafaz-e Shariat-e Mohammadi, il gruppo che ha firmato con il governo un accordo per l’entrata in vigore della sharia.
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