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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera - La Stampa Rassegna Stampa
04.04.2009 Pugno aperto e sorrisi, continua la linea di Obama
ma i risultati sono scarsi

Testata:Corriere della Sera - La Stampa
Autore: La redazione del Corriere della Sera - La redazione della Stampa - Francesco Semprini
Titolo: «E Obama invita a Washington i leader di Kabul e Islamabad - Decapitati due funzionari - Fidel: 'Obama vergognati'»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 04/05/2009, a pag. 9, la breve dal titolo "  E Obama invita a Washington i leader di Kabul e Islamabad  ". Dalla STAMPA, a pag. 14, la breve dal titolo " Decapitati due funzionari " e, a pag. 13, l'articolo di Francesco Semprini dal titolo "Fidel: 'Obama vergognati' " .  Il presidente Usa continua la politica del pugno aperto e dei sorrisi. I risultati per ora non corrispondono alle intenzioni. Si è preso pure un sonoro " vergognati " da Castro.  Ecco gli articoli:

CORRIERE della SERA - " E Obama invita a Washington i leader di Kabul e Islamabad  "

WASHINGTON — Barack Obama riceverà mercoledì per un mini-vertice i presidenti di Afghanistan e Pakistan, Hamid Karzai e Asif Ali Zardari.
Per Obama, che ha scelto di concentrare sull’area afghano-pachistana gran parte degli sforzi che Bush dedicava all’Iraq, sarà l’occasione per stabilire le prossime mosse nella cooperazione. In particolare, nei mesi scorsi il presidente Usa aveva espresso insoddisfazione per la situazione afghana, ma Karzai arriva a Washington da favorito per le presidenziali di agosto e il governo americano si prepara ad averlo come interlocutore per i prossimi anni. Tra i temi principali da affrontare con il leader pachistano Zardari c’è la questione degli attacchi americani con missili lanciati da droni nelle regioni di confine, dove si nascondono talebani e uomini di Al Qaeda.
Gli Usa stanno aumentando il ritmo degli attacchi ma cercano un modo di condividere l’impegno con il governo di Islamabad.

La STAMPA - " Decapitati due funzionari "

Il capo di un gruppo taleban nella valle dello Swat ha annunciato la creazione di un supremo tribunale islamico. Nei giorni scorsi aveva ottenuto dal governo della Provincia frontaliera di Nord Ovest (Nwfp) l’autorizzazione ad applicare la shariah, la legge islamica, in cambio di un impegno per la pace nell’area. Ieri intanto è arrivata la prima sentenza, vendetta dei taleban del Pakistan per l’uccisione, da parte dell’esercito pakistano, di alcuni miliziani negli scontri alla frontiera: hanno decapitato due funzionari governativi, sequestrati sabato nella valle dello Swat, e abbandonato i loro corpi per strada.

La STAMPA - Francesco Semprini : " Fidel: 'Obama vergognati' "

NEW YORK E’ di nuovo gelo tra Washington e l’Avana dopo la decisione del dipartimento di Stato americano di mantenere Cuba nella lista dei Paesi che sostengono il terrorismo. Una decisione giunta a sorpresa dopo i timidi segnali di distensione nel corso del vertice delle Americhe a Trinidad, e che ha fatto andare su tutte le furie Fidel Castro. Gli Stati Uniti «sono talmente impregnati della loro natura criminosa e bugiarda che anche Barack Obama non riesce a liberarsene. Un uomo di cui nessuno nega il talento dovrebbe vergognarsi di questo culto della menzogna».
Il lider maximo parla in occasione della festa del primo maggio attraverso il sito cubadebate.cu, con un commento dal titolo: «Riflessioni del compagno Fidel: Cuba un Paese terrorista?». Il riferimento è al rapporto aggiornato come ogni anno da Foggy Bottom, nel quale vengono individuati i Paesi sponsor del terrorismo. Il dipartimento guidato da Hillary Clinton ha iscritto nella lista nera i soliti Iran, Siria e Sudan confermando anche l’isola caraibica. Una decisione che ha colto di sorpresa non solo l’Avana ma anche molti in America, specie dopo «il nuovo inizio» di cui aveva parlato il presidente Usa a Port of Spain riferendosi alla nuova era di relazione tra Usa, Cuba e America Latina. Secondo il lider maximo, Obama dovrebbe «vergognarsi» di tenere l’isola nella lista nera specie alla luce dei «cinquanta anni di terrorismo» attuato da Washington nei confronti del suo governo.
Il riferimento è all’embargo e alle sanzioni economiche che mettono a dura prova da anni la popolazione dell’isola. L’impressione durante i lavori di Trinidad del resto era di andare verso una revoca in tempi brevi, anche se il consigliere economico della Casa Bianca, Larry Summers, aveva frenato dicendo che la fine dell’embargo «é lontana», e che molto «dipenderà da cosa farà Cuba». E’ chiaro secondo Castro, 82 anni, che il perdono americano è sottoposto alla condizione che «l’Avana si pieghi al ruolo di schiava» dell’America. «Dopo aver ottenuto la libertà vogliono costringerci a stare al loro gioco e inchinarci al cospetto di Washington, ma sappiano che non ci arrenderemo mai», prosegue il leader comunista, che due anni fa ha passato i poteri al fratello Raul.
La decisione di includere Cuba nella lista nera è stata motivata dal fatto che il regime castrista «continua a offrire rifugio a diversi terroristi, anche se non li sostiene più in maniera attiva». Il riferimento è all’ospitalità ad alcuni separatisti baschi dell’Eta, a membri del gruppo colombiano Eln, così come a esponenti delle Farc, le cui attività sono ancora «pubblicamente sostenute» da Raul Castro. Anche se, come nota lo stesso rapporto di Foggy Bottom, lo scorso 6 luglio l’ex presidente Fidel Castro aveva chiesto alle Farc di liberare gli ostaggi senza porre condizioni, condannandole per tenere prigionieri rappresentanti politici che «nulla hanno a che fare con la lotta armata».
Sono gli Usa i veri «criminali internazionali» sferza il ministro degli Esteri dell’Avana, Bruno Rodriguez, che accusa l’America di «aver dato rifugio» a Luis Posada Carriles, ex agente della Cia coinvolto nell’attentato all’aereo cubano del 1976 dove morirono 73 persone. Arrestato negli Usa nel 2005 per reati legati alla violazione delle leggi sull’immigrazione, è stato rilasciato nel maggio 2007 da un giudice federale del Texas che ha fatto cadere tutte le incriminazioni. Sulla vicenda si è pronunciato anche Raul Castro spiegando che Cuba non farà alcun gesto di apertura solo per accontentare gli Usa, pur lasciando la porta aperta al dialogo. «Non siamo noi che impediamo ai nostri cittadini di fare affari con gli Usa. Non siamo noi che puniamo le nostre banche se fanno transazioni finanziarie con quelle americane. Non siamo noi che abbiamo una base militare a casa loro. Sono quindi loro a dover fare il primo passo».

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