Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
In Iraq la situazione non migliora: aprile pieno di attentati Obama che fa?
Testata:Il Foglio - La Stampa Autore: La redazione del Foglio - La Redazione della Stampa Titolo: «La strategia della chetichella a Baghdad - Iraq missione compiuta»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 01/05/2009, a pag. 3, l'editoriale dal titolo " La strategia della chetichella a Baghdad " e dalla STAMPA, a pag. 15, la breve dal titolo " Iraq missione compiuta " sulla fine delle operazioni della Gran Bretagna in Iraq e sull'inizio anticipato del suo ritiro delle truppe. Ecco gli articoli:
Il FOGLIO : " La strategia della chetichella a Baghdad "
Gli analisti concordano: sono passati i primi cento giorni dell’Amministrazione Obama e il nuovo presidente è riuscito a cavarsela bene in politica estera, proprio nel campo in cui i suoi rivali, durante la campagna elettorale, insinuavano non avesse le qualità necessarie. Però, nessuno nomina il convitato di pietra, che ha le fattezze quadrate e gli occhi abbozzati del premier iracheno Nouri al Maliki. Dai discorsi e dalle valutazioni è come se fosse svanita Baghdad. Eppure fra due mesi, il 30 giugno, Washington ha promesso di ritirare le truppe da combattimento dalle città e le cose non stanno andando affatto bene. Il mese di aprile finito ieri è stato il più crudele dell’ultimo anno, con il maggior numero di morti in attentati terroristi degli ultimi tredici mesi. A Baghdad il livello di violenza sta facendo orribili balzi verso il passato, verso gli anni bui dell’infestazione di al Qaida da cui ci aveva tratto fuori il “surge” del generale Petraeus – ora assegnato al fronte Afpak, Afghanistan-Pakistan. Due giorni fa due autobomba hanno colpito il quartiere sciita di Sadr City, facendo altri 41 morti. A Mosul, nel nord del paese, la situazione è così incerta che già si parla di possibili eccezioni al Sofa, l’accordo militare tra Stati Uniti e Iraq e di ritardare l’uscita delle truppe. A Ramadi, capoluogo di Anbar – la regione che per prima si è ribellata ai terroristi, con l’aiuto della Coalizione – i sunniti ora hanno paura. L’Associated Press racconta questa scena: “Sta arrivando il momento in cui non potremo più fare nulla per voi”, dice il capitano dei marine al Consiglio locale; risponde un mormorio generale di disapprovazione. “Le cose stanno per virare al peggio”, commentano gli anziani. E’ come se Obama, già pressato dalla crisi economica e appagato dalle complessità diplomatiche delle relazioni con Iran, Pakistan e Cuba, avesse scelto una strategia della chetichella: le cose a Baghdad stanno andando sempre peggio, ma forse riusciremo a guadagnare l’uscita prima di essere costretti a occuparcene sul serio. Come se l’Iraq non avesse già provato a sufficienza che ogni volta che lo si sottovaluta sa scatenare catastrofi.
La STAMPA : " Iraq missione compiuta"
IMissione conclusa: le truppe britanniche in Iraq si preparano a lasciare il Paese. La fine delle operazioni di combattimento è stata celebrata a Bassora nel comando della 20ma brigata corazzata (foto). «Questa giornata segna la fine della missione di combattimento a sostegno del governo iracheno - ha detto il generale di brigata Ton Beckett -. Ci rattrista lasciare i nostri amici iracheni, ma lo facciamo sapendo di aver fatto il nostro lavoro e di averlo fatto bene. Partiamo a testa alta».
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