Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Le belle famiglie: Gheddafi censura la rete televisiva del figlio Denunciava le attività di terrorismo e tortura dei Comitati Rivoluzionari libici e difendeva Mubarak
Testata: Corriere della Sera Data: 30 aprile 2009 Pagina: 15 Autore: Cecilia Zecchinelli Titolo: «Gheddafi chiude la tv del figlio e (ex) delfino Saif»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 30/04/2009, a pag. 15, l'articolo di Cecilia Zecchinelli dal titolo " Gheddafi chiude la tv del figlio e (ex) delfino Saif ".
Il messaggio per Saif Al Islam Gheddafi non poteva essere più esplicito: a metà del programma in direttaAn Qurb (da vicino) il segnale della sua tv satellitareAl Libiya s’interrompe; breve pausa, poi compare il logo della rete governativa della Grande Jamahiriya libica. Trascinata in questura e interrogata la conduttrice Hala Al Musrati, mentre il direttore Abdessalam Mechri era stato arrestato sabato (sarà liberato ieri). Motivo dichiarato del raid: un’inchiesta diAn Qurb sulle attività di tortura e terrorismo all’estero dei Comitati Rivoluzionari (una sorta di partito unico libico) e le accuse lanciate giorni prima sulla stessa rete dal giornalista egiziano dissidente Ahmed Qandil contro il raìs del Cairo Hosni Mubarak (che ha protestato formalmente). Confiscate infine le due radio sorelle: se le tre emittenti continueranno a trasmettere non sarà certo da Tripoli (ma da Londra), perché la sentenza pare definitiva. E questo varrebbe anche per l’(ex) figlio prediletto di Muammar Gheddafi. Capire cosa succede in un Paese chiuso e complicato come la Libia non è impresa facile. Ancora più opaca è la questione della successione al Colonnello, 67 anni di cui 40 da «fratello leader» di un Paese fondamentale per gli equilibri della regione: terzo produttore africano di petrolio; snodo chiave per l’immigrazione clandestina; tuttora in bilico tra isolamento tribal-socialista e apertura al mondo, in campo economico e politico. E Saif, figlio maggiore della seconda (e preferita) moglie del Colonnello, laurea in architettura in Austria, studi a Londra, è da anni il paladino di tale apertura. Ha lanciato campagne per introdurre una Costituzione (idea non bocciata dal padre); battaglie su diritti umani e libertà d’espressione (la sua tv era l’unica voce fuori dal coro); richieste di trasparenza al governo (a partire da quella sul massacro di Abu Salim: 1200 detenuti uccisi dalla forze di sicurezza nel 1999). Per anni il Colonnello ha gradito o tollerato tutto questo, affidando a Saif il ruolo di capo informale della diplomazia, in negoziati politici ed economici con Europa (Italia compresa) e Usa, facendolo mediare in casi difficili (a partire da Lockerbie). E a lungo Saif era stato ritenuto il delfino designato tra gli otto figli, tra cui un economista, un play-boy e un calciatore. Poi, lo scorso agosto, l’inizio del ritiro. «Ho deciso di non intervenire più negli affari di Stato», aveva dichiarato Saif a migliaia di sostenitori. Qualcuno l’aveva trovata una mossa tattica, un voler evitare la parte del figlio-delfino in stile Gamal Mubarak per poi tornare alla grande. Ma ormai troppi segnali indicano il contrario: a fine 2008 Saif si era ritirato in Svizzera (si era parlato di «asilo politico», poi smentito). Da poco era tornato in Libia. Ma nessuna missione per conto di papà: nella Washington di Obama c’è andato il fratello Moatessem. E silenzio su cosa stesse facendo. Poi il raid contro la tv. Saif, a quanto pare, ha davvero perso i favori del Colonnello.
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