Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
L’Fbi a caccia di Abu Ibrahim il Dottor Frankenstein palestinese La cronaca di Guido Olimpio
Testata: Corriere della Sera Data: 30 aprile 2009 Pagina: 15 Autore: Guido Olimpio Titolo: «L’Fbi a caccia di Abu Ibrahim il Dottor Frankenstein palestinese»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 30/04/2009, a pag. 15, l'articolo di Guido Olimpio dal titolo " L’Fbi a caccia di Abu Ibrahim il Dottor Frankenstein palestinese "
WASHINGTON – Iraq, 2004. Un reparto di soldati americani fa irruzione in un’officina di Mosul usata dai ribelli per costruire bombe. I militari raccolgono il materiale e lo confrontano con quello negli archivi dell’Fbi. E scoprono quello che non si attendono. Gli ordigni sono stati preparati con una tecnica inconfondibile. C’è la firma. E’ quella del palestinese Abu Ibrahim, soprannominato il «Dottor Frankenstein». Uno dei più temuti terroristi mediorientali, capo del piccolo gruppo «15 Maggio». Pensavano che si fosse ritirato e invece è rimasto in servizio al fianco degli insorti. Per questo l’Fbi inserirà presto il suo nome nella lista dei Most Wanted, accompagnato dalla lista delle sue «imprese» sanguinose. Abu Ibrahim, 73 anni, è coinvolto – per l’Fbi – in almeno 21 esplosioni con dozzine di vittime sparse tra Turchia, Italia, Hawaii, Germania. Il primo attacco conosciuto risale al settembre 1980, quando un suo killer ammazza il responsabile della El Al a Istanbul, quindi una lunga serie di operazioni. La sua specialità diventano le bombe sui jet passeggeri. Una tecnica perfezionata usando quello che ha appreso all’università – era un chimico – e dagli agenti del Kgb russo. Dal suo laboratorio sono usciti due tipi di ordigni. Il primo è composto da strisce di plastico spalmate e nascoste all’interno di una valigia rigida. Quindi viene completata con un detonatore barometrico, che permette di farla esplodere solo a una certa quota. La valigia- bomba può essere attivata con la rimozione di una «sicura ». Una specie di vite. I suoi terroristi se ne andavano in giro per il mondo con i borsoni pronti all’uso. Nell’ 84 un pentito della fazione ne consegna una alla polizia. Un anno dopo, in ottobre, due terroristi sono intercettati e arrestati a Roma. Il secondo ordigno ideato da Abu Ibrahim è più piccolo, facilmente occultabile sotto un sedile. Per questi attacchi, Abu Ibrahim si affida spesso a un altro palestinese, Mohammed Rashid, «il seminatore ». Che per non suscitare sospetti quando è in missione viaggia con la moglie Fatima – il suo vero nome è Christine Pinter, austriaca – e il figlio piccolo. Con questo modus operandi, la fazione colpisce un jet Pan Am in Giappone nell’82. La coppia attiva la bomba prima di scendere durante lo scalo a Tokio. Quando l’aereo riprende la rotta per Honolulu c’è un’esplosione sotto il sedile 47K. Muore un sedicenne giapponese, Toru Ozawa, e altre persone rimangono ferite. La struttura del Jumbo però resiste. Il 3 aprile 1986 altra azione sanguinosa. Una bomba, celata sotto il sedile 10F del volo Twa in servizio tra Roma e Atene, apre uno squarcio nella carlinga: 4 passeggeri sono risucchiati nel vuoto. A nascondere l’ordigno, sulla tratta di andata Atene- Roma, sarebbe stata una donna libanese. Per anni gli americani cercano di scovarlo, ma il terrorista vive in Iraq protetto dal regime di Saddam, nel quartiere al Mansour. Fanno girare la voce che è «in pensione». Ma, dopo l’invasione dell’Iraq, le truppe raccolgono prove che Abu Ibrahim forse è diventato un consulente per i ribelli locali. Braccato, si sarebbe trasferito con la seconda moglie e i figli in Siria. Il suo fedelissimo Rashid «il seminatore» è invece rinchiuso in una prigione statunitense. Resta libera e fuggiasca Christine Pinter. L’ultima segnalazione porta in Sudan.
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