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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
27.04.2009 Dall'infanzia in Egitto alle battaglie contro l’Islam violento
Il nuovo libro di Magdi Cristiano Allam

Testata: Corriere della Sera
Data: 27 aprile 2009
Pagina: 29
Autore: Gian Guido Vecchi
Titolo: «Il libro di Magdi Cristiano Allam, dall’infanzia in Egitto alle battaglie contro l’Islam violento»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 27/04/2009, a pag. 29, l'articolo dal titolo " Il libro di Magdi Cristiano Allam, dall’infanzia in Egitto alle battaglie contro l’Islam violento ".

Quand’era ragazzino, in Egit­to, figlio di una musulma­na che l’aveva mandato a studiare dalle suore e dai salesia­ni, ascoltava rapito alla radio i di­scorsi di Nasser e a quindici anni si ritrovò nel cortile della scuola cattolica, in cappello mimetico, a lanciare un coltellino contro il tronco di un albero vagheggian­do di combattere contro «il nemi­co sionista». Era il 1967 e di lì a poco, racconta, a destarlo «dal sonno della ragione» ci avrebbe pensato il regime con «un feroce interrogatorio» e un soggiorno in cella come sospetta spia di Israe­le, il tutto per la «fidanzatina» che scoprì essere ebrea.
Ci sono giorni che condensano una vita, anche se Magdi Cristia­no Allam di vite ne ha avute tan­te. O forse no, forse era tutto già scritto come dice nel suo nuovo libro, Europa cristiana libera, in libreria da domani per Mondado­ri. Anche la conversione del 2008 e il battesimo da Benedetto XVI, «sono stato cristiano prima anco­ra di rinascere nella fede in Cri­sto ». Anche la scelta di abbando­nare il giornalismo dopo trenta­cinque anni e buttarsi in politica fondando un partito, Protagoni­sti per l’Europa cristiana.
È il suo primo libro da politico,
un testo che ne riassume ragioni e programma, i temi ripetuti in centinaia di articoli e incontri pubblici. Eppure — di là dalla polemica radicale contro un islam considerato «fisiologicamente violento» e non riformabile, la «guerra di conquista » dichiarata dai «tagliagole » e «taglialingua» islamici, il «suicidio dell’Occidente » e «deriva etica» di un’Europa dimentica delle sue «radici giudaico-cristiane » — le pagine mi­gliori sono quelle persona­li, capaci di gettare una lu­ce anche sulle asserzioni più apo­dittiche.
Magdi Cristiano Allam comin­cia dall’ultimo giorno al «Corrie­re della Sera»
, il congedo dal gior­nalismo. Come fossero le sue «Confessioni», la conversione gli fa rileggere i passaggi e le scelte della sua vita come un «lento per­corso » tracciato dall’inizio. Il bambino che piange di notte in collegio, la madre a lavorare lon­tano per farlo studiare, e decide di reagire alla solitudine «tuffan­dosi nella vita»; il ragazzo che si ribella a dittatura e menzogne so­gnando di fare il giornalista o il politico («capo di Stato», già che c’era); lo studente egiziano arriva­to a Roma per fare l’università. E infine i sogni realizzati: dal gior­nalismo sentito come «missio­ne » verso le persone alla politica. «Verità e libertà», «fede e ragio­ne », «valori e regole»: il libro è scandito dai binomi che fondano il suo impegno. Ci pensava da an­ni, scrive in un paragrafo intitola­to «Il fallimento dei miei tentativi di fare politica con il centrode­stra »: un incontro con Berlusconi e l’ipotesi di un ministero nel 2005; Ronchi, Fini e la possibilità di un «incarico governativo» nel 2008; un progetto sull’integrazio­ne con Maroni. Ogni volta non ne ha saputo più nulla, «ti cercano solo se gli servi». Poi la scelta di fare da solo, lo sbarramento alle Europee e la «provvidenziale» in­tesa con l’Udc.
Allam spiega di essere «il civile più scortato d’Italia». E così «ol­tre cinque anni trascorsi da con­dannato a morte dai terroristi isla­mici » lo hanno portato ad «arren­dersi all’evidenza» e concludere che «l’islam moderato non esi­ste ». Nel libro racconta dell’amici­zia con Oriana Fallaci («fai atten­zione », gli scrisse, «fai quel che faccio io, ovvero quello che mia madre mi ha sempre detto: devi avere gli occhi nel culo») e della lunga intervista che la scrittrice, insoddisfatta, non volle pubblica­re. Su una cosa non era d’accordo con lei: «Dalla netta e totale con­danna dell’Islam in quanto reli­gione, dedusse la condanna im­placabile e inappellabile dei mu­sulmani in quanto persone. Un passaggio arbitrario». Allam, del resto, ricorda la madre come una «santa». Dice: «Sono totalmente contrario alle guerre di religio­ne ». L’islam no, ma «si può esse­re musulmani moderati» e con lo­ro «si può dialogare». Purché si rispettino «i diritti fondamentali dell’uomo». E il comando di Ge­sù, «ama il prossimo tuo come te stesso», sia applicato per intero. Poi conclude: «Sogno un’Europa che la smetta di odiare se stessa».

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