Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
e-mail inviata a Sergio Romano al Corriere della Sera:
Nella sua risposta odierna al lettore signor Novello, lei scrive parole, a mio modo di vedere, del tutto inaccettabili. E, ancora una volta, non può trattenersi dal muovere accuse agli ebrei, colpevoli anche di questo nuovo misfatto. Inizia infatti con il mettere insieme alcune tragedie del 900; tuttavia nella sua lista ne mancano alcune di primaria importanza, mentre trovano spazio altre oggettivamente di minor gravità. Ma, per le vittime, la gravità non può e non deve avere graduatorie. Sarebbe bene, tuttavia, per il rispetto che si deve a tutte le vittime, evitare di stilare liste che non possono essere complete. Altri hanno ben spiegato il perché "il tema della Shoah continua a dominare l'agenda della memoria universale", che a lei sembra proprio non andare giù. Ma non per questo deve esistere "una gerarchia dei lutti, una graduatoria delle sofferenze", come infatti riconosce anche lei. Sarebbe più corretto se, anziché rimproverare i risultati ottenuti dalle comunità ebraiche, lei ricordasse le resistenze di coloro che impediscono che altri genocidi vengano non ricordati, ma nemmeno riconosciuti tali (come quello degli armeni, da lei messo al primo posto della sua lista gravemente incompleta). Se si vuole riconoscere il doveroso rispetto verso tutte le vittime indifferentemente, e se si vuole evitare, in futuro, che simili tragedie si ripetano, non serve dimenticare, ma serve piuttosto analizzarne le cause e ricordare. E solo le analisi complete possono portare a superare gli odi. Ad esempio molti ebrei, riconoscendo il cammino fatto dallo stato e dal popolo tedesco, oggi si sentono più vicini a loro, massimi colpevoli, che a certi italiani che preferirono dimenticare in fretta quanto, in tanti, avevano compiuto. Una ben precisa "Resistenza", in Italia, ha fagocitato tutti i meriti, cancellando la memoria di coloro che pure avevano combattuto dalla parte giusta, e magari senza precedenti, colpevoli compromessi. Non è quindi un caso se fu proprio Natta colui che viene ricordato come il primo che parlò di quelle vicende. Se Natta non fosse stato di quel preciso schieramento, neppure le sue parole sarebbero state registrate dalla storia. Quale sia poi, per lei, la "peggiore delle tragedie", beh, signor Romano, stendiamo un velo pietoso!