A pochi giorni dall'inizio a Ginevra della cosidetta "Durban II", l'Italia conferma il suo no, insieme a Canada,Israele,Usa. Dalla UE notizie frammentarie, non si capisce bene chi aderisce chi no. Chi invece ha aderito subito, senza sollevare obiezioni, è il Vaticano. Ancora ieri, attraverso il nunzio apostolico presso l'Onu di Ginevra, monsignor Silvano Maria Tomasi, il Vaticano ha confernato che il documento può rappresentare un punto da cui partire. Poco importa alla Santa Sede dove si arriverà. La lezione sudafricana del 2001 conta evidentemente poco o nulla. Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/04/2009, la cronaca di Maurizio Caprara, e dall'OPINIONE quella di Dimitri Buffa.
Corriere della Sera- Maurizio Caprara: " Frattini conferma il no italiano "
ROMA — Il governo italiano è orientato a confermare il ritiro della delegazione del nostro Paese dalla conferenza dell’Onu su razzismo e xenofobia in programma da lunedì a venerdì prossimi a Ginevra, ma saranno le prossime 48 ore o poco più a dire se novità dell’ultimo momento non porteranno a cambiare la scelta.
Nei mesi scorsi, una bozza del testo-base della discussione che definiva Israele «un modello di apartheid » aveva spinto lo Stato ebraico a rifiutarsi di partecipare ai lavori, gli Stati Uniti e il Canada a mosse analoghe in mancanza di svolte radicali e l’Italia a rinunciare a prendere parte alla preparazione dell’appuntamento. Da quel testo di circa 250 capoversi, scritto da un comitato a presidenza libica con dentro l’Iran, in marzo una commissione a presidenza russa ha ricavato una versione di 17 pagine. Priva di quegli inaccettabili riferimenti a Israele, però non giudicata adeguata dal ministro degli Esteri italiano Franco Frattini. Ieri sera a Ginevra l’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Navi Pillay ha informato del parto di una nuova formulazione, 16 pagine.
«Sono molto felice di annunciarvi la decisione del Comitato preparatorio di trasmettere il documento alla conferenza», ha affermato questa giurista sudafricana che presiedette la Corte internazionale sul Ruanda. Alla Farnesina, tuttavia, il documento non è stato accolto con altrettanto entusiasmo. La decisione finale dell’Italia dipenderà anche dalle consultazioni con il resto dell’Unione europea.
In mattinata, Frattini aveva legato in particolare a tre punti il suo orientamento a confermare il ritiro della nostra delegazione, un passo compiuto senza concordarlo con l’Ue il 5 marzo scorso, condizionando i ripensamenti a se le «tesi aggressive e antisemite saranno rimosse». Primo punto: niente ambiguità sulla condanna del genocidio degli ebrei pianificato dai nazisti e costato circa sei milioni di vite. Secondo: il testo permetta «rispetto della libertà di espressione, che non sembra sufficientemente garantito». Terzo: «dubbi» sui «richiami alle conclusioni di 'Durban1' », quelle della precedente conferenza dell’Onu sul razzismo tenuta a Durban nel 2001, ridottasi a palcoscenico per antisemiti.
«Non ci sono oggi le condizioni per impegnarsi nel negoziato, quindi l’Italia mantiene l’atteggiamento di disimpegno dal negoziato portato avanti finora, come gli Usa», ha detto ieri mattina Frattini. «Continueremo a lavorare fino all’ultima ora con i colleghi europei», ha aggiunto. Nel testo di ieri sera, non figurerebbe la categoria della «diffamazione della religione», proposta da Stati islamici e ritenuta nell’Ue un’insidia per la libertà di pensiero. Rimasta la condanna della Shoah, malgrado la richiesta iraniana di eliminarla.
Cerca un ruolo da protagonista, l’Iran. A Ginevra parlerà Mahmoud Ahmadinejad. Alla Farnesina ieri il corrispondente della radio-tv iraniana Hamid Masoumi Nejad protestava sostenendo di non aver potuto porre una domanda in conferenza stampa sulle armi nucleari di Israele.
L'Opinione- Dimitri Buffa: " Inizia Durban II, ma Frattini dice l'Italia non potrà partecipare "
Oggi e domani ci sarà il prologo con le ong anti israeliane che
"osserveranno e monitoreranno" Israele. Solo parzialmente contrastate da
quelle amiche che invece hanno intenzione di denunciare le violazioni dei
diritti umani anche clamorose dei paesi come l¹Iran che pretenderebbero di
giudicare lo stato ebraico. Lunedì poi sarà la volta di Mahmoud Ahmadinejad
il cui intervento a Ginevra aprirà di fatto questa grande vergogna targata
Onu e dai più conosciuta come "Durban II". Per fortuna che l¹Italia, come
ribadisce spesso dai microfoni di Radio radicale Fiamma Nirenstein, almeno
per una volta ha svolto un ruolo essenziale nel trascinare l¹Europa in una
posizione di sostanziale boicottaggio di questa conferenza di rivisitazione
di quella svoltasi a Durban pochi giorni prima dell 11 settembre 2001, e da
molti vista come causa di quell¹effetto. E ieri il ministro Frattini ha
ribadito che anche l¹attuale bozza rimaneggiata di partenza della conferenza
resta inaccettabile e non adatta per fare ripensare la partecipazione del
nostro paese a Ginevra.
Più precisamente Frattini ieri ha detto che "non ci sono oggi le condizioni
per l'Italia per reimpegnarsi nel negoziato per la cosiddetta
conferenza Durban 2, quindi l'Italia mantiene l'atteggiamento tenuto fino
ad ora di disimpegno dal negoziato, un atteggiamento peraltro già adottato
dagli Stati Uniti".
Il ministro ha poi reso noto di avere avuto proprio ieri mattina
conversazioni telefoniche con i colleghi di Gran Bretagna, Svezia, Danimarca
e Germania, a cui ha "presentato i dubbi dell'Italia relativamente alle
conclusioni Durban 1, che noi ritenevamo e riteniamo inaccettabili".
Per la cronaca tra le conferenze che si terranno nei due giorni del "pre
Durban 2", prima che arrivi Ahmadinejad a rubare la scena, sono previste
delle vere e prorpie porcate ideologiche e anti semite tenute tutte da
professori e docenti di Canada, Gran Bretagna e Stati Uniti.
La kermesse si apre il 18 all¹hotel Le Grenil di Ginevra con un dibattito
e una "giornata di discussione e presentazioni di esperti che esaminerà e
svilupperà l'analisi di come il regime di Israele si sia rapportato al
popolo palestinese come un regime di apartheid, di colonialismo e di
occupazione." La cosa viene venduta così: "legali ed esperti sono invitati
ad aiutare gli attivisti dei diritti umani a capire quale analisi giuridica
e quale strategia valga la pena di perseguire per far sì che Israele possa
essere ritenuta responsabile per il diritto internazionale." Insomma come
incastrare Israele.
Chi saranno "i magnifici relatori"?
Tra i tanti si segnala la sudafricana Virginia Tilley, capo del Middle East
Project and Chief Research di Cape Town. Ma non è finita: un'altra
"sessione di studio" sarà dedicata da un¹altra "ricercatrice", tale Karine
MacAllister, della University of Montreal, Canada, a "come applicare il
crimine di Aprtheid all¹occupazone israeliana dei territori palestinesi". Un
vero e e proprio teorema che sarà sviluppato con tutti i paradossi del caso.
Last but not least, ci sarà la presentazione della campagna mondiale di
disinvestimento e di boicottaggio di tutti i beni israeliani nel mondo, in
Italia supportata dal famigerato Forum Palestina. Come si vede, una parterre
di ong del tutto monomaniacalmente orientate sui presunti crimini di
Israele. Ong che prepareranno poi la strada al grande discorso di
inaugurazione del "paladino degli oppressi" Mahmoud Ahmadinejad. Uno cui
nessuno di quel consesso chiederà conto, ad esempio, né dei gay impiccati
per la propria omosessualità alle gru di Teheran né del destino di Delara
Derabi, la pittrice iraniana condannata a morte per avere aiutato il
fidanzato in una rapina. In quel paese d¹altronde i diritti umani non
vengono violati solo per punire i criminali, ma anche e soprattutto per
contrastare gli oppositori politici. E il presidente iraniano a Ginevra per
Durban indubbiamente è "l¹uomo giusto al post giusto."
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