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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera-L'Opinione Rassegna Stampa
18.04.2009 Durban II, Frattini conferma il no, il Vaticano ribadisce il sì
le cronache di Maurizio Caprara, Dimitri Buffa

Testata:Corriere della Sera-L'Opinione
Autore: Maurizio Caprara-Dimitri Buffa
Titolo: «Durban, Frattini conferma il no italiano»

A pochi giorni dall'inizio a Ginevra della cosidetta "Durban II", l'Italia conferma il suo no, insieme a Canada,Israele,Usa. Dalla UE notizie frammentarie, non si capisce bene chi aderisce chi no. Chi invece ha aderito subito, senza sollevare obiezioni, è il Vaticano. Ancora ieri, attraverso il nunzio apostolico presso l'Onu di Ginevra,  monsignor Silvano Maria Tomasi, il Vaticano ha confernato che il documento può rappresentare un punto da cui partire. Poco importa alla Santa Sede dove si arriverà. La lezione sudafricana del 2001 conta evidentemente poco o nulla. Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/04/2009,  la cronaca di Maurizio Caprara, e dall'OPINIONE quella di Dimitri Buffa.

Corriere della Sera- Maurizio Caprara: " Frattini conferma il no italiano "

ROMA — Il governo italia­no è orientato a confermare il ritiro della delegazione del nostro Paese dalla conferenza dell’Onu su razzismo e xeno­fobia in programma da lune­dì a venerdì prossimi a Gine­vra, ma saranno le prossime 48 ore o poco più a dire se no­vità dell’ultimo momento non porteranno a cambiare la scelta.
Nei mesi scorsi, una bozza del testo-base della discussio­ne che definiva Israele «un modello di apartheid » aveva spinto lo Stato ebraico a rifiutarsi di partecipare ai lavori, gli Stati Uniti e il Canada a mosse analoghe in mancanza di svolte radicali e l’Italia a rinunciare a prendere parte alla preparazione dell’appuntamento. Da quel testo di circa 250 capoversi, scritto da un comitato a presidenza libica con dentro l’Iran, in marzo una commissione a presidenza russa ha ricavato una versione di 17 pagine. Priva di quegli inaccettabili riferimen­ti a Israele, però non giudica­ta adeguata dal ministro de­gli Esteri italiano Franco Frat­tini. Ieri sera a Ginevra l’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Navi Pillay ha informato del parto di una nuova formulazione, 16 pagine.
«Sono molto felice di an­nunciarvi la decisione del Co­mitato preparatorio di tra­smettere il documento alla
conferenza», ha affermato questa giurista sudafricana che presiedette la Corte inter­nazionale sul Ruanda. Alla Farnesina, tuttavia, il docu­mento non è stato accolto con altrettanto entusiasmo. La decisione finale dell’Italia dipenderà anche dalle consul­tazioni con il resto dell’Unio­ne europea.
In mattinata, Frattini aveva legato in particolare a tre pun­ti il suo orientamento a con­fermare il ritiro della nostra delegazione, un passo com­piuto senza concordarlo con l’Ue il 5 marzo scorso, condi­zionando i ripensamenti a se le «tesi aggressive e antisemi­te saranno rimosse». Primo punto: niente ambiguità sulla condanna del genocidio degli
ebrei pianificato dai nazisti e costato circa sei milioni di vi­te. Secondo: il testo permetta «rispetto della libertà di espressione, che non sembra sufficientemente garantito». Terzo: «dubbi» sui «richiami alle conclusioni di 'Dur­ban1' », quelle della preceden­te conferenza dell’Onu sul raz­zismo tenuta a Durban nel 2001, ridottasi a palcoscenico per antisemiti.
«Non ci sono oggi le condi­zioni per impegnarsi nel ne­goziato, quindi l’Italia mantie­ne l’atteggiamento di disim­pegno dal negoziato portato avanti finora, come gli Usa», ha detto ieri mattina Frattini.
«Continueremo a lavorare fi­no all’ultima ora con i colle­ghi europei», ha aggiunto. Nel testo di ieri sera, non figu­rerebbe la categoria della «dif­famazione della religione», proposta da Stati islamici e ri­tenuta nell’Ue un’insidia per la libertà di pensiero. Rima­sta la condanna della Shoah, malgrado la richiesta irania­na di eliminarla.
Cerca un ruolo da protago­nista, l’Iran. A Ginevra parle­rà Mahmoud Ahmadinejad. Alla Farnesina ieri il corri­spondente della radio-tv ira­niana Hamid Masoumi Nejad protestava sostenendo di non aver potuto porre una do­manda in conferenza stampa sulle armi nucleari di Israele.

L'Opinione- Dimitri Buffa: " Inizia Durban II, ma Frattini dice l'Italia non potrà partecipare "

Oggi e domani ci sarà il prologo con le ong anti israeliane che
"osserveranno e monitoreranno" Israele. Solo parzialmente contrastate da
quelle amiche che invece hanno intenzione di denunciare le violazioni dei
diritti umani anche clamorose dei paesi come l¹Iran che pretenderebbero di
giudicare lo stato ebraico. Lunedì poi sarà la volta di Mahmoud Ahmadinejad
il cui intervento a  Ginevra  aprirà di fatto questa grande vergogna targata
Onu e dai più conosciuta come "Durban II". Per fortuna che l¹Italia, come
ribadisce spesso dai microfoni di Radio radicale Fiamma Nirenstein, almeno
per una volta ha svolto un ruolo essenziale nel trascinare l¹Europa in una
posizione di sostanziale boicottaggio di questa conferenza di rivisitazione
di quella svoltasi a Durban pochi giorni prima dell 11 settembre 2001, e da
molti vista come causa di quell¹effetto. E ieri il ministro Frattini ha
ribadito che anche l¹attuale bozza rimaneggiata di partenza della conferenza
resta inaccettabile e non adatta per fare ripensare la partecipazione del
nostro paese a Ginevra.
Più precisamente Frattini ieri ha detto che "non ci sono oggi le condizioni
per l'Italia per reimpegnarsi nel negoziato per la cosiddetta
 conferenza Durban 2, quindi l'Italia mantiene l'atteggiamento tenuto  fino
ad ora di disimpegno dal negoziato, un atteggiamento peraltro già adottato
dagli Stati Uniti".
Il ministro ha poi reso noto di avere avuto proprio ieri  mattina
conversazioni telefoniche con i colleghi di Gran Bretagna, Svezia, Danimarca
e Germania, a cui ha "presentato i dubbi dell'Italia relativamente alle
conclusioni Durban 1, che noi  ritenevamo e riteniamo inaccettabili".
Per la cronaca tra le conferenze che si terranno nei due giorni del "pre
Durban 2", prima che arrivi Ahmadinejad a rubare la scena, sono previste
delle vere e prorpie porcate ideologiche e anti semite  tenute tutte da
professori e docenti di Canada, Gran Bretagna e Stati Uniti.
La kermesse si apre il 18 all¹hotel Le Grenil di Ginevra con un dibattito
e una "giornata di discussione e presentazioni di esperti che esaminerà e
svilupperà l'analisi di come  il regime di Israele si sia rapportato al
popolo palestinese come un regime di apartheid, di colonialismo e di
occupazione." La cosa viene venduta così: "legali ed  esperti sono invitati
ad aiutare gli attivisti dei diritti umani a capire quale analisi  giuridica
e quale strategia valga la pena di perseguire per far sì che  Israele possa
essere ritenuta responsabile per il diritto internazionale." Insomma come
incastrare Israele.
Chi saranno "i magnifici relatori"?
Tra i tanti si segnala la sudafricana Virginia Tilley, capo del  Middle East
Project and Chief Research di  Cape Town. Ma non è finita: un'altra
"sessione di studio" sarà dedicata da un¹altra  "ricercatrice", tale Karine
MacAllister,  della University of Montreal, Canada, a  "come applicare il
crimine di Aprtheid all¹occupazone israeliana dei territori palestinesi". Un
vero e e proprio teorema che sarà sviluppato con tutti i paradossi del caso.
Last but not least, ci sarà la presentazione della campagna mondiale di
disinvestimento e di boicottaggio di tutti i beni israeliani nel mondo, in
Italia supportata dal famigerato Forum Palestina. Come si vede, una parterre
di ong del tutto monomaniacalmente orientate sui presunti crimini di
Israele. Ong che prepareranno poi la strada al grande discorso di
inaugurazione del "paladino degli oppressi" Mahmoud Ahmadinejad. Uno cui
nessuno di quel consesso chiederà conto, ad esempio, né dei gay impiccati
per la propria omosessualità alle gru di Teheran né del destino di Delara
Derabi, la pittrice iraniana condannata a morte per avere aiutato il
fidanzato in una rapina. In quel paese d¹altronde i diritti umani non
vengono violati solo per punire i criminali, ma anche e soprattutto per
contrastare  gli oppositori politici. E il presidente iraniano a Ginevra per
Durban  indubbiamente è "l¹uomo giusto al post giusto."
 

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