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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Libero - la Repubblica Rassegna Stampa
15.04.2009 Fiera del libro: ospite l'Egitto che, per gli odiatori, è come Israele
Inizia la campagna di boicottaggio, promossa anche da Gianni Vattimosa

Testata:Libero - la Repubblica
Autore: Francesco Borgonovo - Massimo Novelli
Titolo: «La lezione di Torino a Ramadan - Egitto come Israele boicottiamo la fiera»

Fiera del Libro 2009: riportiamo da LIBERO di oggi, 15/04/2009, a pag. 35, l'articolo di Francesco Borgonovo dal titolo " La lezione di Torino a Ramadan " e dalla REPUBBLICA, a pag. 45, l'articolo di Massimo Novelli dal titolo " Egitto come Israele, boicottiamo la fiera ", con le dichiarazioni di Gianni Vattimo, preceduto da un nostro commento.
Invitiamo i lettori di IC a leggere "Cartolina da Eurabia " di Ugo Volli di oggi che tratta della Fiera del libro e del boicottaggio promosso da Ism e Forum Palestine. Ecco gli articoli:

LIBERO - Francesco Borgonovo : " La lezione di Torino a Ramadan "

Viene presentata questa mattina a Torino la XII edizione della Fiera internazionale del libro, che si svolgerà al Lingotto dal 14 al 18 maggio. Il motivo conduttore di quest’anno è “Io, gli altri” e il direttore Ernesto Ferrero promette che la kermesse sarà una passerella di grandi nomi della letteratura. «Abbiamo un programma molto ricco», spiega a Libero, «ci saranno tante star e ne siamo contenti, perché servono a creare movimento e ottengono spazio sui mezzi di informazione. Ma confidiamo nel fatto che i nostri visitatori sapranno interessarsi anche agli autori meno famosi, scoprire tutto quello che la Fiera riserva».L’elenco completo dei nomi verrà svelato oggi, però è confermata la presenza di Tariq Ramadan, l’intellettuale svizzero (nato a Ginevra nel 1962) considerato una delle voci più controverse del mondo islamico. Tanto per fare un esempio: nel 2005 il governo britannico lo ha scelto come consulente in materia di antiterrorismo. Nel luglio dell’anno precedente, però, fu costretto a lasciare il suo incarico di docente all’università di Notre Dame, nell’Indiana, perché il governo americano gli revocò il visto in seguito all’entrata in vigore di norme più severe sulla sicurezza. Attualmente, tiene la cattedra di Islamic Studies a Oxford.Soprattutto, però, Ramadan è stato uno dei grandi animatori della protesta anti Israele in occasione della Fiera del Libro 2008, dove lo Stato ebraico era invitato per i sessant’anni della fondazione. Le cose andarono come segue. Quando fu diffusa la notizia che il Paese ospite della rassegna non sarebbe stato l’Egitto (il quale sarà invece presente quest’anno) ma Israele, intellettuali arabi, palestinesi e musulmani di mezzo mondo proposero un boicottaggio. Agli autori ebrei non era concesso parlare. Fu proprio Tariq, il quale peraltro era già stato invitato a Torino nel 2007, a spiegarne il motivo: «Una cosa è la libertà di espressione e il dibattito intellettuale in uno spazio libero (come dovrebbe essere la Fiera di Torino)», disse, «altra cosa è organizzarlo mentre si festeggia l’anniversario di uno Stato che non rispetta le risoluzioni Onu, pratica assassini politici mirati e affama un intero popolo». Poi, in un’intervista concessa all’agenzia Adn Kronos, precisò ulteriormente il suo pensiero: «È il momento che la coscienza internazionale si ribelli», dichiarò. «Tutti coloro che hanno una coscienza viva, a prescindere dal loro credo, dovrebbero boicottare la Fiera del Libro di Torino», aggiunse. Poi concluse: «Dobbiamo affermare in modo chiaro che non si può approvare nulla che provenga da Israele». Ramadan criticò anche i vertici della Fiera, contestando la decisione di invitare lo Stato ebraico: «È molto controproducente e dovete chiedervi che responsabilità porta e porterà», disse. A maggio, tuttavia, Ramadan sarà tra gli invitati. Chissà che non provi un po’ di salutare imbarazzo nel passare da contestatore ad ospite... In ogni caso, non risulta che gli scrittori ebrei si siano mobilitati per tappare la bocca a lui o ai suoi colleghi arabi. Quindi vada tranquillo a presentare il suo nuovo libro, in uscita per Rizzoli nei giorni della Fiera. Si intitola Una riforma radicale. Islam, etica e liberazione (pp. 300, euro 19) e l’editore lo presenta come «dirompente», spiegando che «Ramadan è l’esponente più importante e controverso dell’islam in Europa. È stato accusato di doppiezza, di rivolgere a occidentali e islamici, attraverso le stesse parole, messaggi del tutto divergenti», ma questa volta si spinge a teorizzare che «per un’effettiva integrazione dei musulmani nelle società occidentali, è indispensabile che l’islam cambi strada». Secondo Rizzoli, Ramadan «partendo da una posizione di incrollabile fede religiosa, costruisce il più laico - e il più occidentale - dei discorsi: l’islam deve adeguarsi alle democrazie che lo ospitano».A chi si stupisce che il grande inquisitore dell’anno passato ora sia tra gli invitati più rilevanti, Ernesto Ferrero risponde: «Dobbiamo parlare con tutti». E chiarisce: «La Fiera per definizione è la sede dell’incontro, del dialogo. Possiamo pensare quello che vogliamo di Ramadan, ma è uno che non si lascia chiudere all’angolo in etichette restrittive». Secondo Ferrero, Ramadan si presenterà con un libro inatteso. «Forse si dirà che questo saggio è un cavallo di Troia, un tendere la mano all’Occidente con altri obiettivi. Cominciamo però a sentire quello che ha da dire Ramadan». La democrazia funziona così, bisogna far parlare anche chi si fa portavoce di tesi che non condividiamo per nulla (come quelle anti israeliane sostenute da Tariq lo scorso anno, alle quali Libero si è opposto anche con una raccolta di firme). Speriamo che Ramadan la pensi allo stesso modo.

La REPUBBLICA - Massimo Novelli : " Egitto come Israele boicottiamo la fiera"

Vattimo ritiene che sia giusto boicottare la presenza dell'Egitto alla Fiera del Libro perchè " (In Egitto, ndr) c´è un regime poliziesco, che reprime e censura non soltanto gli intellettuali, ma l´intera popolazione.". Vattimo, perciò, è a favore della libertà d'espressione in Egitto, ma non alla Fiera del Libro di Torino, dove i protagonisti sono i libri, anche quelli scritti da fieri nemici delle democrazie, di quelli che piacciono a lui, come Tariq Ramadan. 
Vattimo poi, dichiara " 
ormai la Fiera del Libro sceglie in modo sistematico Paesi ospiti in cui i diritti, la democrazia, sono negati.". Qui Vattimo sembra difendere i valori della democrazia, allora non si capisce perchè sta dalla parte delle dittature. Una posizione debole, come il suo pensiero.
Ecco l'articolo:

Il copione che sta per andare in scena alla Fiera internazionale del Libro di Torino, a un mese esatto dal suo inizio, è uguale a quello dell´anno scorso. Si riassume in una sola e inequivocabile parola d´ordine: boicottaggio. Nel mirino, nel 2008, era finito lo stato di Israele, invitato d´onore alla kermesse del Lingotto, che era stato contestato per la sua politica nei confronti del popolo palestinese. Questa volta, a perfetto contraltare, di mezzo ci va invece un Paese di lingua araba, ossia l´Egitto. Ospite di Librolandia 2009, è ritenuto un regime dittatoriale, dove la libertà di espressione è colpita duramente. L´Egitto è accusato inoltre di stringere d´assedio la Striscia di Gaza. Anche i protagonisti del ventilato boicottaggio sono i medesimi di dodici mesi fa. Vale a dire l´Ism (International Solidarity Movement) e il Forum Palestina, associazioni della sinistra radicale, che ieri hanno invitato alla mobilitazione contro la presenza al salone torinese della nazione del Cairo, dove «da decenni sono in vigore leggi d´emergenza, il sistema è totalitario e brutale, e gli oppositori sono torturati».Non cambia nemmeno l´avallo autorevole alla protesta da parte del mondo della cultura, che, come un anno orsono, si replica nella persona di Gianni Vattimo. Pur spiegando che il suo impegno come candidato alle elezioni europee (per l´Italia dei Valori) renderà meno assidua l´adesione alla protesta annunciata, il filosofo non ha dubbi. Tanto che afferma: «Sapevo che qualcosa si stava muovendo. In ogni caso sono fondamentalmente d´accordo con il boicottaggio dell´Egitto, sostenuto dall´Ism e dal Forum Palestina». In Egitto, prosegue Vattimo, «c´è un regime poliziesco, che reprime e censura non soltanto gli intellettuali, ma l´intera popolazione. È giusto che lo si contesti, come si è fatto nel 2008 nei confronti di Israele. Pertanto do la mia adesione a una campagna con cui si vuole boicottare, pacificamente, la presenza egiziana alla manifestazione di maggio». È un po´ singolare, però, fa notare ancora il filosofo, «che ormai la Fiera del Libro scelga in modo sistematico Paesi ospiti in cui i diritti, la democrazia, sono negati. Se fosse ancora vivo il dittatore Bokassa, a questo punto, potrebbe aspirare anche lui a un invito al Lingotto?».La provocazione di Vattimo, la mobilitazione antiEgitto e le dichiarazioni di Alfredo Tradardi, esponente di rilievo dell´Ism, sulla «ennesima fiera delle vanità», non sembrano, almeno per ora, scuotere più di tanto i promotori della rassegna libraria di Torino. Anche perché le polemiche del 2008, tutto sommato, non fecero altro che accrescere la visibilità mediatica di Librolandia, che finì addirittura sulle pagine del New York Times. Rolando Picchioni, presidente della Fondazione per il libro, la musica e la cultura, che genera il salone, vorrebbe non commentare. Questa mattina, d´altronde, viene presentato ufficialmente il programma dell´edizione che aprirà i battenti il 14 maggio. Poi, però, qualcosa dice: «Non capisco queste proteste. Abbiamo accolto alcune delle loro richieste. E, infatti, alla Fiera abbiamo invitato gli intellettuali palestinesi e uno storico come Ilan Pappe, un israeliano che non esita ad accusare il governo del suo Paese di pulizia etnica della Palestina. Che cosa vogliono di più?». Certo. L´Egitto, tuttavia, qualche problema ce l´ha, no? Picchioni la prende larga: «Ma non possiamo fare mica l´esame del sangue a ogni nazione! Quante vere democrazie si salverebbero, allora?».

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