Tutti i quotidiani italiani di oggi (tranne il MANIFESTO, cher non pubblica nemmeno una riga, sarà per pudore ?) trattano la notizia della decisione dell'Iran di riprendere a negoziare sul programma nucleare. Tutti si sono lasciati abbindolare dalle dichiarazioni di Ahmadinejad, tranne CORRIERE della SERA e FOGLIO, mette in rilievo il fatto che, in realtà, Ahmadinejad, non ha nessuna intenzione di interrompere la sua corsa al nucleare. Obama punta sul dialogo e sulla negoziazione. Negoziare su cosa se l'Iran ritiene che il nucleare sia un suo diritto inalienabile?
IL FOGLIO - " Il dialogo squilibrato". editoriale.
Il libro sull’Iran più letto dall’Amministrazione Obama, dicono i ben informati di Foreign Policy, s’intitola “Treacherous Alliance: The Secret Dealings of Iran, Israel and the United States” e racconta le relazioni pericolose, sotterranee tra Israele, Stati Uniti e Iran, la cosiddetta “diplomazia parallela”. E’ stato scritto da Trita Parsi, presidente del National Iranian American Council, un gruppo che promuove il dialogo con Teheran. Parsi, protegé di Francis Fukuyama e Zbigniew Brzezinski, è stato guardato con sospetto durante gli anni di Bush, ma adesso gode di grande credito, viene citato da editorialisti importanti (come Roger Cohen sul New York Times) come autore di un testo importante per capire il rapporto tra Washington e Teheran. E’ questo l’ennesimo segnale della strategia inaugurata da Barack Obama – la strategia del Grande Dialogo – adottata con l’Iran e anche con la Siria, diventati interlocutori “su tutti i tavoli”, come ha spiegato il dipartimento di stato americano e il negoziatore iraniano Jalili che ha deciso “nuovi colloqui con il capo della diplomazia europea Solana. I dubbi sull’affidabilità di Teheran sono tanti, anche nel mondo democratico, dove molti premono affinché sia l’America – perlomeno – a dettare i tempi di quest’apertura e non, come in realtà sta accadendo, l’agenda elettorale iraniana. Ma per capire che il tempo è importante e non va perso nel balletto diplomatico che da anni ha impegnato inutilmente le cancellerie occidentali basta leggere che cosa ha detto Mahmoud Ahmadinejad nell’intervista a Der Spiegel. Il presidente iraniano non fa mistero della sua strategia antisionista e antioccidentale e dice che ormai il programma nucleare non è neanche tema di dibattito o di scambio o di trattativa: è cosa fatta, l’arricchimento dell’uranio non si fermerà ad alcuna condizione, “credo che a Vienna (sede dell’Agenzia atomica dell’Onu, ndr) siano già giunti a questa conclusione”, dice secco Ahmadinejad. Se il nucleare non è più materia di negoziato, se ormai la Bomba iraniana è data per costruita, il dialogo parte già azzoppato. O meglio, squilibrato.
CORRIERE della SERA- " L’Iran accetta la ripresa dei negoziati sul nucleare "
TEHERAN — L’Iran accetta di riprendere il dialogo sul proprio programma nucleare. L’apertura ai Paesi del «5+1» (i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu più la Germania) è stata annunciata dalla tv di Stato Irib, precisando che l’accordo è stato preso durante una telefonata tra il capo negoziatore per il nucleare, Saaid Jalili, e l’Alto Rappresentante per la politica estera e la sicurezza comune dell’Unione Europea Javier Solana. Nella conversazione telefonica con Solana, Jalili ha «accolto con favore un dialogo su una cooperazione costruttiva», sottolineando però che è necessario avere «una comprensione corretta della realtà e degli sviluppi internazionali».
Secondo l’emittente iraniana, Solana ha espresso l’auspicio di una continuazione dei negoziati tra le parti tesi ad una nuova era di collaborazione. La settimana scorsa gli Stati Uniti e le altre potenze coinvolte (Francia, Gran Bretagna, Russia, Cina e Germania) avevano affermato la disponibilità a invitare i rappresentanti di Teheran a un incontro. A Teheran il presidente del Parlamento Ali Larijani, ex capo negoziatore per il nucleare, ha dichiarato che l’Assemblea svolgerà un ruolo principale sui negoziati, in modo che i deputati possano supervisionare i colloqui per difendere «gli inalienabili diritti nucleari» del Paese.
Per inviare la propria opinione a Foglio e Corriere della Sera, cliccare sull'e-mail sottostante